MyClaurette
  • Home
  • MUSICA
  • LIBRI
  • CINEMA-TV
  • MODA-DESIGN
  • VIAGGI-TURISMO
  • CIBO-CUCINA
  • MOSTRE-EVENTI
  • Le interviste di MyC
  • CONTATTACI
    • Chi siamo
    • Contatti

Se vogliamo bene a qualcuno, preparare una buona cena è un modo splendido per dirglielo_Cannavacciuolo

Dove mangiare vegetariano e vegano a milano: il bistrot walden, tra libri, design e ottimo cibo

30/3/2019

0 Commenti

 
Foto
Un luogo dove mangiare vegetariano e vegano a Milano? Ecco la mia recensione di Walden: bistrot, cocktail lab e hub per la produzione di eventi culturali, artistici e musicali.
Ho scoperto Walden in una tarda mattinata lo scorso gennaio, eravamo alla ricerca di un posto per fare un tranquillo brunch domenicale e, quando lo abbiamo visto, entrare è stata la cosa più naturale che potessimo fare.
La principale caratteristica che mi ha colpito di questo posto è infatti l'atmosfera che si respira: tranquilla, rilassata, pacifica. Tutto intorno ci sono libri, disposti in una bellissima libreria verde dal design moderno. Potrei dire in tre parole che Walden a Milano è: libri, design e ottimo cibo. A tenere insieme questi tre elementi la convinzione generale che ci può essere innovazione immaginando un futuro più sostenibile.
I titoli presenti in libreria (in vendita e in libera consultazione), gli oggetti di arredo (bellissimi!) e gli ingredienti utilizzati per la preparazione dei piatti, ma anche dei buonissimi cocktail basati su dodici spezie, sono tutti scelti in un'ottica green dove l'etica e il rispetto dettano le regole.
I piatti proposti si declinano in due varianti: vegetariani e vegani. Io per il mio brunch della domenica ho scelto la variante vegetariana ma, a dispetto di quanto si possa pensare, sono state riscontrate una varietà e una complessità di sapori interessantissima anche in quella vegana.
Il mio menù vegetariano comprendeva: tortino di rose; zuppa di cipolle bianche con crostini grillé e pecorino romano; vellutata di piselli con crumble integrale; timballo di riso al rosmarino e broccoletti con cremoso di ricotta affumicata. Alla fine di questo post potrete vedere la foto di ciò che vi ho appena elencato e potrete notare come etica ed estetica vadano perfettamente a braccetto da Walden! Ho scelto poi di abbinare, compreso nel menù brunch, un bicchiere di succo d'arancia fresco (in alternativa si può scegliere un caffè americano). Compresi nel prezzo (20 €) ci sono poi acqua e caffè.
Per concludere: siamo stati benissimo, seduti a chiacchierare e curiosando tra i libri al lungo tavolo centrale, con una piacevolissima playlist di sottofondo. Le ragazze che si occupano del servizio sono gentilissime e molto disponibili. Ci torneremo volentieri.  
Il prossimo step sarà leggere, e recensire, il libro che è stato e continua a essere la fonte di ispirazione del progetto e dal quale questa verde capanna metropolitana prende il nome: Walden ovvero Vita nei boschi dello statunitense Henry David Thoreau. 
Ultima cosa ma non meno importante: da Walden è possibile organizzare eventi privati e/o partecipare agli eventi pubblici che vengono organizzati dallo staff. Per saperne di più, di seguito trovate tutti i riferimenti necessari. 

CONTATTI:
WALDEN MILANO per visitare il sito potete cliccare direttamente qui > www.waldenmilano.it/
Via Vetere, 14 - Milano+39 02 47769079
info@waldenmilano.it
​ORARI CUCINA
La cucina è aperta dalle 12.30 alle 15.00 per pranzo e dalle 18.00 alle 21.30 (apericena) 
Il sabato e la domenica mattina Walden propone il brunch del bosco dalle 12.30 alle 15.00
ORARI APERTURA SPAZIO RICREATIVO
Da martedì a sabato dalle 10.00 alle 24.00 / domenica dalle 9.00 alle 23.00 
Chiuso il lunedì
INFO
Per prenotazioni e per info eventi: info@waldenmilano.it


0 Commenti

La Luna nel Pozzo, ristorante dal sapore vintage nel cuore delle langhe

23/3/2019

0 Commenti

 
FotoIn alto a sinistra l'insegna del ristorante La luna nel pozzo, a pochi passi dalla sede del Comune di Neive (Cuneo)
Nella provincia di Cuneo, tra i centenari vigneti delle Langhe, abbiamo provato un ristorante molto suggestivo, La luna nel pozzo: ecco la nostra recensione!
Chi si trova a trascorrere qualche giorno tra i vigneti delle Langhe non deve perdere l'occasione di visitare il comune di Neive, di stampo ancora chiaramente medievale e, soprattutto, deve concedersi un pranzo o una cena da La luna nel pozzo, piccolo ristorante dal sapore vintage, seminascosto in una viuzza del centro, gestito magistralmente dal signor Cesare, un gentiluomo d'altri tempi che sa veramente cosa vuol dire fare ristorazione.

Noi ci siamo fermati a pranzo e abbiamo optato per un Menu piccola degustazione: era tutto eccellente e curato nel minimi dettagli, una gioia per gli occhi e per il palato. 
E che dire del servizio! Non ci sono parole per descrivere la gentilezza e la professionalità. 
Dalle porcellane ai bei modi del signor Cesare e del suo staff, sembrava davvero di aver fatto un viaggio nel tempo, di essere finiti in un bellissimo film in bianco e nero. 
Delizioso il modo in cui ci è stato poi servito il caffè, con tanto di tazzina con coperchio, per non disperdere l'aroma e il calore, accompagnato da una alzatina di squisita piccola pasticceria offerta dalla casa. 
E poi i consigli sui vini, con una carta ricchissima e fortissima sulle proposte di Barolo e Barbaresco, e le curiosità sulle tavole originali di fumetti, con tanto di autografo e dedica, che il signor Cesare ha appeso alle pareti... un'esperienza unica e indimenticabile.
Purtroppo ho perso tutte le bellissime foto che avevo scattato durante il mio pranzo, dovrò tornarci il prima possibile. 


​Di seguito i contatti:
www.lalunanelpozzo-neive.it - Piazza Italia 23 - Neive (Cn) - tel. 0173 87098 

0 Commenti

zeppole di san giuseppe al forno: la ricetta senza lattosio del dolce tipico della festa del papa'

16/3/2019

0 Commenti

 
FotoLe zeppole di San Giuseppe "a modo mio" in fase di guarnizione
Le zeppole di San Giuseppe sono un dolce tipico della Festa del papà: ecco la ricetta "lactose free", fatte al forno e ideali per intolleranti e allergici al lattosio. 
Anche quest'anno ci siamo cimentati nella preparazione del dolce tradizionale del 19 marzo. Le zeppole di San Giuseppe "a modo mio", ovvero al forno, senza latte e derivati e con l'amarena non sciroppata (ma decongelata dalla raccolta estiva del giardino dei miei genitori). Ma, nonostante le varianti da me apportate, il sapore è sempre stato giudicato buono e il dolce risultato è stato apprezzato per il suo essere delicato, leggero, salutare e comunque molto appetitoso. Sicuramente una ricetta casalinga e non da vetrina del più prestigioso negozio di leccornie, ma è anche vero che il sapore è quello che conta. Sulla forma e sull'estetica è sempre buono continuare a lavorare, per superare i propri limiti.

RICETTA DELLE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE AL FORNO SENZA LATTOSIO

Ingredienti per 10 persone (circa 20 zeppole)​
Preparazione delle zeppole
  • 250 g di acqua
  • 100 g di margarina vegetale 
  • 150 g di farina bianca tipo 0
  • 4 uova
  • un pizzico di sale
Preparazione della crema pasticcera
  • 2 uova intere
  • 1 tuorlo
  • 100 g di zucchero
  • 50 g di farina bianca tipo 0
  • 500 g di latte di soia oppure di acqua
  • 1 bustina di vanillina o la scorza grattata di limone o una bacca di vaniglia
Per la guarnizione
  • 20 amarene sciroppate o decongelate
  • zucchero a velo da spolverare a piacimento

Preparazione
Mettere in una pentola l'acqua, la margarina e il pizzico di sale, attendere che si sciolga la margarina portando a ebollizione e spegnere il fuoco. Aggiungere la farina setacciata continuando a mescolare per una ventina di secondi. Rimettere sul fuoco acceso per circa 5 minuti. Far raffreddare per circa 5-6 minuti. Aggiungere una per volta le quattro uova a fuoco spento mescolando sempre molto energicamente. Intanto foderare con carta da forno la teglia. Mettere il composto in una tasca da pasticceria con bocchetta festonata e fare degli anelli di circa 8-10 cm di diametro. Cuocere in forno statico a 200° per circa 25 minuti.
Durante la cottura dei bignè, preparare la crema pasticcera. Mettere in un pentolino latte di soia o acqua e farina, mescolando con la frusta. Far cuocere a fuoco medio, sempre mescolando bene, e aggiungere i tuorli d'uovo, le due uova, lo zucchero, la busta di vanillina e cuocere. Una volta che si è rappresa (ma senza farla rassodare troppo) spegnere e trasferire in una ciotola per farla raffreddare.
Mettere la crema in una tasca da pasticceria e farcire le zeppole, guarnendo la sommità con l'amarena. Spolverare, una volta fredde, con zucchero a velo (a piacimento). Buon appetito!

0 Commenti

Sfogliatella napoletana: origine e storia di una dolce delizia riccia e frolla

9/3/2019

0 Commenti

 
FotoSfogliatelle napoletane: frolla a sinistra, riccia a destra
Quando si va a Napoli è impossibile resistere alla tentazione di assaporare uno dei suoi dolci tipici, la sfogliatella. E' uno dei simboli dell'illustre tradizione gastronomica e dolciaria campana, esportata ovunque e largamente apprezzata. Due le varianti: riccia o frolla, a racchiudere un cuore di dolce di ricotta finemente accompagnata da varianti di sapore.

Le origini della Sfogliatella
La tradizione legata alla sfogliatella si fa risalire al 1600 nella Costiera Amalfitana (Salerno), precisamente nella zona di Furore e Conca dei Marini dove si trovava il convento di Santa Rosa, abitato da monache di clausura. Un giorno, andando oltre la solita routine, una monaca creò qualcosa di straordinario. Notò un avanzo di semola bagnata nel latte e decise di recuperarla in qualche modo. Provò così a unirla a ricotta, liquore al limone e frutta secca, allungò l'impasto con vino e strutto e infornò il composto avvolto da due sfoglie che potevano ricordare un cappuccio di monaco. Nacque così la Santarosa, un dolce che prese il nome del monastero e che riscosse da subito successo anche nella popolazione, alla quale si offriva in cambio di poche monete. 

La Sfogliatella napoletana
Il dolce giunse a Napoli solo 200 anni dopo. Si deve all'oste Pasquale Pintauro la scoperta e la rivisitazione della ricetta tradizionale. Trasformò la sua piccola osteria di via Toledo in un rinomato laboratorio dolciario che si tramanda di generazione in generazione ancora oggi. Tolta la crema e l'amarena dall'impasto, Pintauro modificò il dolce nell'aspetto estetico, avvolgendo il composto con una sottile striscia di pasta sfoglia che si chiudeva a forma di conchiglia.

Varianti 
Nella tradizione della pasticceria campana esistono, oltre alle due sfogliatelle classiche riccia (pasta sfoglia) o frolla (pasta frolla), anche la Santarosa (guarnita con crema e amarene sciroppate), soprattutto sul territorio salernitano dove trae la sua origine, e la coda d'aragosta (in pasta sfoglia ma dalla forma più allungata) il cui ripieno è molto variegato (crema, panna, cioccolato). Non mancano, ovviamente, le varianti più originali a discrezione dello stile e della creatività delle singole pasticcerie, come quella a forma di cono che unisce sfogliatella e babà in un singolo dolce. Da leccarsi i baffi. 

0 Commenti

La fassona piemontese a milano sta nel cuore di brera, da macellaio rc

2/3/2019

0 Commenti

 
Faccio una premessa: negli ultimi anni ho ridotto di molto il consumo di carne per una serie di ragioni, non solo di ordine etico, ma anche perchè è ormai risaputo che abusarne non fa particolarmente bene alla salute. Quando mangio la carne, quindi, cerco di selezionarla al meglio.
Per me vige la regola, un po' in tutto ciò che faccio, del "poco ma buono". 
Non molto tempo fa ho scoperto un posto dove vale davvero la pena di mangiare carne: si trova a Milano, nel cuore di Brera, in Via Fiori Chiari n° 32 e si chiama Macellaio RC.  
Il titolare è Roberto Costa, tornato in Italia dopo ben 4 aperture a Londra dove è riuscito a portare, oltre alla fassona piemontese, l'amore per la sua città, Genova. A maggio 2017 Roberto è stato non a caso insignito dalla Camera di Commercio del titolo di Ambasciatore di Genova Gourmet, l’associazione che riunisce i ristoratori della tradizione genovese. Oltre alla carne, infatti, vengono serviti anche piatti a base di tonno rosso e un particolare tipo di pizza nata a Genova nel 1400 chiamata la “pissa”.
La mia esperienza in questo ristorante è stata positiva sotto tutti gli aspetti: qualità della materia prima offerta altissima, lavorazione e presentazione dei piatti impeccabile, ambiente e atmosfera che possiamo definire certamente trendy ma con moderazione, personale gentile, discreto e disponibile. Ci tengo a precisare che a pranzo quel giorno c'era anche la mia nipotina (la figlia di Claude per intenderci :) ), di due anni, e le attenzioni verso di lei sono state altissime (anche mia nipote ha fatto la sua parte comportandosi in maniera molto educata). Vi assicuro che l'attenzione verso i più piccoli non è una cosa scontata nei ristoranti e io ci faccio molto caso, così come presto molta attenzione ai bagni. Sì, perchè sono fermamente convinta che la cura e la pulizia dei servizi diano indicazioni importanti sulla gestione generale del locale. Ecco, da Macellaio RC, i servizi sono di una bellezza e di una pulizia che lasciano a bocca aperta, bellissime pareti decorate che ho pensato "le vorrei così anche a casa mia!" e tutto in ordine. C'è una cura per i dettagli maniacale e per me, che nei dettagli vedo l'essenza, vuol dire tutto. Il locale, che si estende su una superficie di circa 340 mq, offre ben 100 posti a sedere con tavoli molto ben distanziati. Noi eravamo in 4 più una bimba, avevamo avvisato preventivamente al telefono e li abbiamo trovati super organizzati con seggiolone (di design) e tavolo rotondo situato in un angolo molto tranquillo. Abbiamo davvero trascorso un pranzo domenicale in assoluto relax mangiando con soddisfazione.
​Se vi state chiedendo quanto si spende in un posto come questo, vi posso rassicurare sul fatto che i prezzi sono assolutamente nella media. Trattandosi di Milano centro e considerando tutti i fattori di cui sopra, direi che si tratta di prezzi molto ragionevoli.
Macellaio RC è aperto sia a pranzo che a cena con i seguenti orari:
lunedì – giovedì:
pranzo 12.00 – 15.00
cena 18.30 – 23.00
venerdì – domenica:
pranzo 12.00 – 15.00
cena 18.30 – 24.00
Per informazioni o prenotazioni: 02 3658 7452 oppure reservations-mi@macellaiorc.com 

​
0 Commenti

    Archivio

    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019

    Categorie

    Tutto
    Recensioni
    Ricette Antipasti
    Ricette Aperitivo
    Ricette Dolci
    Ristoranti
    Specialità Gastronomiche
    Vini

    Feed RSS

​HOME         CHI SIAMO         ​CONTATTI
Copyright MyClaurette 2019 - All Rights Reserved
  • Home
  • MUSICA
  • LIBRI
  • CINEMA-TV
  • MODA-DESIGN
  • VIAGGI-TURISMO
  • CIBO-CUCINA
  • MOSTRE-EVENTI
  • Le interviste di MyC
  • CONTATTACI
    • Chi siamo
    • Contatti