![]() Intervista ad Aldo Sacchetti: il giovane e talentuoso illustratore e fashion designer italiano si racconta tra prestigiose collaborazioni e l'uscita del volume "L'alfabeto della moda" di cui ha curato i disegni. L'abbiamo potuto scoprire (e apprezzare) tramite il suo profilo Instagram. Un giorno, per caso. Un giovane ragazzo quasi sempre con la testa chinata su un foglio da disegno con matita alla mano e sguardo concentrato. Un susseguirsi di immagini che ritraggono le sue creazioni, le sue "creature", frutto del suo estro artistico e della sensibilità creativa che lo ispira. E da allora l'abbiamo seguito sul social, ammirando le sue coloratissime e intense piccole opere su carta. 25 anni, di Reggio Calabria ma trasferitosi a Roma per lavoro. Tra le sue più importanti collaborazioni ci sono colossi della moda come Bulgari e Fendi, oltre a diversi brand in altro ambito, da cui viene convocato come illustratore ad eventi e inaugurazioni in tutta Italia. Partecipa a fiere di settore, con live drawing e painting. Poi l'uscita del volume edito Carocci Editore, "L'alfabeto della moda", scritto dalla talentuosa Sofia Gnoli contenente le sue bellissime illustrazioni. Libro che abbiamo poi preso il libreria e recensito, perché frutto di una interessante collaborazione e di un progetto che ci è piaciuto molto, semplice quanto efficace. E così perché non proporgli un'intervista? Ci siamo chieste. Parlare di giovani talenti è sempre un piacere, raccontare la loro storia, come sono giunti a coronare i loro sogni nel cassetto, chiedergli cosa si aspettano dal futuro e come vorrebbero veder evolvere il proprio destino. E così, senza tante esitazioni l'abbiamo contattato per proporgli la cosa. Aldo Sacchetti si è dimostrato da subito entusiasta. Appuntamento telefonico, una chiacchierata informale, e tante informazioni e curiosità scaturite. Ciao Aldo, piacere e grazie per aver accettato la nostra intervista. Quando è nata la tua passione per il disegno e che percorso hai fatto per diventare un illustratore? <<Il disegno è parte di me, da sempre. Ricordo che da bimbo disegnavo sempre, soprattutto cuori, prova tangibile dell'animo romantico che ancora mi contraddistingue. Ho frequentato il Liceo Classico a Reggio Calabria ma da subito ho sentito forte la passione per il disegno e ho deciso, a studi terminati, di andare a Roma per seguire l'Accademia Internazionale d’Alta Moda “Koefia” e successivamente ho frequentato un Master. La formazione dell'Accademia è stata più specificamente legata al mondo della moda, io invece nutrivo il desiderio di spaziare e continuare a studiare e arricchirmi, motivo per cui mi sono focalizzato anche sul fumetto e sull'illustrazione>>. Hai potuto contare sul sostegno della famiglia? <<Mia madre in particolare mi ha sempre supportato, credendo in me profondamente. A lei devo tanto, rappresenta per me un caposaldo, tanto da richiamare la sua figura anche nei miei disegni. Posso dire in generale di essere fortunato perché non sempre si può far affidamento sulla propria famiglia in lavori non proprio "ordinari" come il mio>>. Quando hai capito che la tua passione sarebbe potuta divenire un vero e proprio lavoro? <<Sono ben consapevole che l'illustrazione spesso possa rimanere relegata al puro ambito dell'hobby e della passione "casalinga". Non è un mondo facile. In realtà la svolta l'ho avuta grazie ai social, a Instagram in particolare. E' sulla piattaforma, infatti, che sono stato notato per la prima volta da una persona che ha apprezzato i miei lavori e mi ha coinvolto in un lavoro remunerato. Poi è arrivata una seconda commissione, una terza e da lì mano a mano ho capito che la cosa funzionava. Ho acquisito allo stesso tempo sempre più fiducia. Diciamo che i miei disegni si sono poi fatti strada da soli>>. Non fosse andata bene, hai mai pensato a un "piano B"? <<Con il carattere deciso che mi ritrovo, non ho mai pensato a un'alternativa a quello che amo fare. Forse avrei intrapreso un nuovo corso di studi. Per un periodo ho anche fatto qualche altro lavoro, ma la sensazione che provavo era quella di togliere tempo a quello volevo realmente fare. Come se qualcosa di interiore mi richiamasse all'ordine dalle "distrazioni". Sono spinto da una passione molto forte che, insieme alla costanza, con il tempo portano i risultati sperati>>. Parliamo del tuo rapporto con il disegno: quanto vale l' "allenamento" per un disegnatore? <<La mano di un disegnatore va sempre allenata: più disegni più sai disegnare e hai idee. Ma di questo non mi posso proprio lamentare. La mia non è mai ferma. Ora il lavoro si è molto intensificato, disegno tantissimo per commissioni. Mi manca infatti il tempo per creare qualcosa di fantasia, che soddisfi semplicemente la mia ispirazione insomma. Non a caso porto sempre con me, ovunque vada, un blocco degli schizzi, matita, gomma pane e il mio set di acquerelli>>. Da cosa trai ispirazione per le tue illustrazioni? <<Ho già parlato di mia madre, che porto sempre con me anche nelle creazioni. Il mio background espressivo comprende i disegni di Walt Disney (la mia infanzia e il mio eterno amore), le ispirazioni provenienti dal teatro, dal cinema (Tim Burton e Paul Thomas Anderson nello specifico) e dalla moda (adoro lo stile bon-ton di Valentino). Ovviamente, quando mi viene commissionato un lavoro, studio ciò che vuole il cliente, mi faccio descrivere il mondo che deve essere rappresentato, declinando il mio stile distintivo alle richieste specifiche. In modo da risultare sempre riconoscibile, ma seguendo le necessità del singolo lavoro>>. Ciò che ci ha colpito subito guardando i tuoi disegni raffiguranti le figure femminili sono gli occhi molto grandi. E' una cosa voluta? <<Il motivo penso sia inconscio. Ho sempre pensato che gli occhi rappresentino la parte più importante di una persona. Tramite essi riesco ad andare oltre il semplice bozzetto di moda, riuscendo a dargli un'anima. Calco molto l'espressività per dare vita a ciò che il tratto di matita rappresenta sul foglio bianco>>. Passiamo ora al libro, uscito il mese scorso in tutte le librerie italiane, "L'alfabeto della moda" (edito Carocci), scritto da Sofia Gnoli, storica della moda e illustre giornalista di settore (collabora, come esperta di moda contemporanea, con Il Venerdì e con La Repubblica), e illustrato da te. Sei riuscito a guadagnarti una prestigiosa pubblicazione editoriale a soli 25 anni, una bella soddisfazione. Com'è nato il progetto? <<Io e Sofia ci siamo conosciuti quando frequentavo l'Accademia, seguendo il suo corso di Storia della moda. Da subito c'è stato feeling reciproco. Io la seguivo molto appassionatamente, attirato dalla sua immensa cultura e dal suo carisma. L'ho seguita anche come assistente. Finché un giorno mi coinvolse nel progetto del libro come illustratore delle parole di questo alfabeto della moda da lei argomentate. Ci abbiamo lavorato poco meno di un anno e ora giriamo insieme per le presentazioni. Una donna straordinaria dalla quale c'è solo da imparare>>. Quali sono ora i tuoi impegni e i progetti futuri? <<La collaborazione con Fendi è attualmente quella più strutturata, va avanti da oltre un anno. L'ultimo evento a cui ho presenziato c'è stato il 3-4 aprile. In programma ho un progetto molto interessante nel settore della moda del quale però mantengo ancora il riserbo. Il mio obiettivo sarebbe quello di divenire un riferimento per diversi brand>>. Per concludere, Aldo, cosa ti diresti in questo momento della tua vita? <<Dico a me stesso di credere sempre di più nelle mie capacità, di procedere fiducioso lungo la mia strada, di guardare avanti. Non mi faccio alcun complimento, sarebbe solo un traguardo compiacersi>>. Per ammirare le sue creazioni: Aldo Sacchetti su Instagram
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Autrici
Le interviste di MyC sono il frutto del lavoro redazionale di Claudia, giornalista pubblicista, e di Laura, blogger specializzata. Categorie |