Soppy_una storia d'amore: la tenera normalità dell'amore raccontata dalla mano di Philippa Rice3/3/2020 ![]() Il delizioso libro che vi presentiamo oggi si intitola Soppy, che in italiano vuol dire sciocca, sdolcinata, sentimentale. Sottotitolo: una storia d'amore, testi e disegni di Philippa Rice. Come si fa a non essere colpiti da una copertina come quella di Soppy? E se la noti in mezzo a tante proprio quando stai pensando di fare un regalino al tuo ragazzo? Non c'è scampo, Soppy viene a casa con te! Ve lo consigliamo perché è tenero, sincero, divertente, originale. Philippa Rice ci ha davvero messo il cuore, in fondo racconta la normalità della sua storia d'amore. Una normalità straordinaria. Da far venir voglia di trovare l'anima gemella tra un carciofo e un cavoletto di Bruxelles, quando non si è né pettinate né dell'umore giusto. Un libro scritto e disegnato benissimo, che racconta come la semplicità della quotidianità sia la vera ricchezza di una coppia nella quale nessuno dei due deve fare finta, ma è liberamente se stesso. Chi è Philippa Rice? Philippa Rice è una talentuosa ragazza inglese, una meravigliosa artista che sa fare dell'ironia e della semplicità delle piccole cose la sua forza più grande. Attiva su molti media diversi, come fumetto, illustrazione, animazione, modellismo e crochet; ha pubblicato diversi libri e realizzato vari corti animati in stop-motion. Cresciuta a Londra, oggi vive e lavora a Nottingham con l'artista Luke Pearson, al quale questo bellissimo libro è dedicato. Con lui ha avuto la sua prima bimba, ma la famiglia sta per allargarsi ancora... sono infatti in attesa del loro secondo figlio. Con moltissimo piacere vi segnaliamo anche il sito ufficiale di Philippa Rice, merita davvero una visita. Essere catapultati nel suo mondo di colore, creatività e tenerezza è una vera esperienza. C'è anche una sezione dedicata allo Shop, per idee regalo originali e creative. Eccolo qui: philippajrice.com/
0 Commenti
![]() Dopo aver presentato, settimana scorsa, "Il bacio più breve della storia" dello scrittore francesce Mathias Malzieu, oggi vogliamo parlare di un'altra sua opera molto interessante, "La meccanica del cuore". Un libricino, tanto breve quanto intenso, scritto con una penna molto incisiva nel rendere l'idea di un amore fiabesco in un'atmosfera che ricorda il miglior cinema di Tim Burton. Terzo romanzo di Malzieu, uscito in Francia nel 2007, riscuotendo enormi consensi, ha poi fatto il giro del mondo unendo sia critica sia pubblico nel giudizio molto positivo. Devo dire che anche io l'ho trovato bellissimo: una fiaba moderna e retrò insieme, i colori dell'amore più profondo e sincero uniti a ombre che solo la notte più fredda del mondo può far emergere. Molto scorrevole la lettura: il volume si lascia leggere tutto d'un fiato tanto il coinvolgimento emotivo che suscita. E' una storia molto romantica, ma di quel romanticismo non nauseante e mieloso. Si tratta più di una storia che fa emergere invece il sentimento vero che unisce due persone, che spesso si può solo sognare, raccontandolo attraverso la metafora della fragilità di cuore difettoso ma ben predisposo all'amore. Trama de "La meccanica del cuore" E' il 1874, anno in cui in una notte ghiacciata nasce un bimbo, Jack, il cui cuore altro non è che un cumolo di ghiaccio. Una bizzarra levatrice, considerata dai più una strega, salva il piccolo applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. Ma Jack dovrà stare molto attento: la protesi è sì ingegnosa, ma anche molto fragile, e non regge a sentimenti ed emozioni forti. Ma si sa, non si può vivere al riparo dall'amore. Trascorrono gli anni e il fanciullo viene ammaliato improvvisamente dalla voce di una cantante andalusa: il suo cuore vibra di emozioni, nulla gli fa paura ed è disposto a tutto per vivere il suo amore. L'amore diventa così una dolce scoperta, ma allo stesso tempo è sofferenza e dolore. Citazioni da "La meccanica del cuore"
![]() Mancano dieci giorni esatti a San Valentino. Che diate importanza o no a questa ricorrenza dedicata agli innamorati, potrebbe in ogni caso essere una buona occasione per regalare o auto regalarsi un bel libro sul tema. La letteratura mondiale è ricca di racconti, romanzi, saggi sull'argomento; l'amore, che sia appagante o struggente, risolto o tormentato, è una delle principali fonti di ispirazione per chiunque si approcci alla scrittura proprio perché, per fortuna, non ha mai smesso di permeare l'esistenza di tutti noi. Avevamo effettivamente l'imbarazzo della scelta, ma la nostra attenzione è ricaduta su un libretto piccolo, ma intenso, che racconta di un amore insolito. Si intitola Il bacio più breve della storia (dal titolo originale in francese Le plus petit baiser jamais recensé) e ve lo raccontiamo qui. Trama de Il bacio più breve della storia Un teatro, un'orchestra che suona un brano dal titolo It's Now or Never e un bacio, anzi IL bacio, minuscolo e casuale, con una misteriosa e sfuggevole ragazza che poi, come per magia, letteralmente scompare. Ecco che comincia la ricerca per ritrovare questa strana, adorabile creatura, artefice di questo bacio tanto breve quanto indimenticabile. Così il protagonista, con l'aiuto di due personaggi improbabili, ovvero Gaspard Neige, un detective in pensione ma ancora appassionato, ed Elvis, il suo curioso pappagallo con la particolarissima capacità di saper riprodurre perfettamente anche i suoni più impercettibili, incomincia la sua ricerca per ritrovare l'amore della sua vita. Riusciranno a ritrovarsi? L'amore troverà la sua strada nonostante gli inevitabili ostacoli e le mille paure? Una storia originalissima, che attinge dal mondo musicale e artistico, carico di magia e di emotività. I personaggi protagonisti di questa storia, unici nel loro genere, sono figli della fervida creatività di Malzieu che riesce sempre a far vibrare le corde del cuore, lasciando speranza. Divertente ed emozionante, un gioiellino da non perdere. Citazioni da Il bacio più breve della storia
Prima che scrittore, Mathias Malzieu è il leader di uno dei migliori gruppi rock francesi, i Dionysos. È nato nel 1974 a Montpellier ed è autore, oltre che del romanzo di cui vi abbiamo parlato in questo post, anche di un altro racconto, meraviglioso, La meccanica del cuore, bestseller internazionale pubblicato da Feltrinelli nel 2012 e dal quale Malzieu ha tratto un album e un film d'animazione con lo stesso titolo, finalista agli Oscar e ai César, prodotto da Luc Besson e del quale è coregista. Qui sotto un assaggio per voi. ![]() Il 16 gennaio è arrivato in Italia "La legge del sognatore", edito dalla Feltrinelli, dello scrittore francese Daniel Pennac. Un libro che nasce dalla sua grande passione per il maestro del cinema italiano Federico Fellini, che con il sogno ha dialogato tutta la vita, creando capolavori del cinema di tutti i tempi. Nell'anno del centenario della sua nascita, Pennac porta Federico Fellini in libreria con un volume che fa sua una citazione tratta dal volume "Libro dei sogni" di Federico Fellini, uscito nel 2007 e ristampato in Italia da pochi giorni. "Verso i sei, sette anni, ero convinto che ci fossero due vite, una con gli occhi aperti, l'altra con gli occhi chiusi": questo l'estratto da quel libro che fa da apertura al nuovo volume di Pennac. Il regista, infatti, era solito prendere nota dei suoi sogni (che poi avrebbe trasformato in film) così come lo scrittore francese usa fare ancora oggi. E proprio questo ispira la sua ultima opera. Questo romanzo vuole rappresentare una sorta di viaggio di un uomo attraverso gli elementi della sua vita: il sogno, l’immaginazione, la memoria, a cui si unisce un’amicizia intellettuale per Federico Fellini. Parole scritte in equilibrio tra realtà e sogno, tra fatti di vita vissuta personale e immagini oniriche che fluttuano nell'aria e che influenzano poi il reale. Immaginazione ed esperienze si mescolano creando caos e ordine. Pennac ha conosciuto il grande maestro della macchina da presa attraverso i suoi film, il primo dei quali è stato "Il Bidone" a 20 anni, lasciandolo assolutamente sconvolto. Poi sono venute tante altre pellicole eterne come "Amarcord", "Roma", "Ginger e Fred", "Intervista", che hanno tutte contribuito a suscitare in lui un grande senso di meraviglia e di ammirazione. "La legge del sognatore" è un romanzo giunto un pò per caso alla penna di Pennac, così come un pò per caso è uscito nell'anno della celebrazione dei 100 anni dalla nascita di Fellini. Una coincidenza che si è poi trasformata in un omaggio molto sentito, perché Fellini rappresenta, insieme a Ettore Scola, il suo regista preferito in assoluto. A cui non smette di dire grazie per le ispirazioni profonde che suscita. Trama La legge del sognatore Daniel Pennac è un ragazzino in vacanza con i genitori e un amico e ha in cameretta un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista a sua madre che lavorava a Cinecittà. Quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, inondando prima la sua casa poi tutta la cittadina in cui si trova. Passa il tempo, i due amici sono adulti e si ritrovano nello stesso luogo. Decidono di andare a bagnarsi nel lago frequentato durante le vacanze dell'infanzia e, immergendosi nelle acque gelide, Daniel scopre la cittadina sommersa del sogno di tanti anni prima. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Forse l'influenza di Fellini? Daniel decide quindi di mettere in scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio al grande regista. Ma forse anche questo era un sogno... Infatti, la madre di Daniel, pur ammirando molto i film di Fellini, non ha mai lavorato a Cinecittà. E tutto il resto cos'è e come si spiega? Torino è casa mia, l'originale guida alla città scritta da un torinese innamorato ma obiettivo14/1/2020 ![]() Amate Torino? Non ci siete mai stati e vi incuriosisce molto? Ci siete stati solo una volta, di sfuggita, e non vedete l'ora di tornarci? Bene, il libretto di cui vi parliamo oggi è perfetto per ognuno di voi! Si tratta di una guida alla città, divertente e molto originale, scritta da un torinese, Giuseppe Culicchia, innamorato ma obiettivo nel descrivere la sua città, o meglio, la sua casa. Entriamo! L'impostazione di questa guida alla città di Torino è estremamente originale e divertente. Culicchia, come il titolo stesso precisa chiaramente, vede Torino non come una semplice città, ma come una casa, intesa proprio come luogo amato, pieno di ricordi e di vita, con le sue stanze e i suoi segreti. Ritroviamo quindi tutti i diversi ambienti che caratterizzano le abitazioni per come l'autore li immagina nella sua città. Con questa logica Culicchia imposta i vari capitoli della guida e il suo interessante racconto. A parte la divertentissima Cronologia, che va dal X secolo a. C. fino al 2008, e una breve Intro, i capitoli sono così denominati: L'ingresso; Il corridoio; La cucina; Il salotto; La sala da pranzo; La camera da letto; Lo studio; Il ripostiglio; Il bagno; Il terrazzo; La cantina; Il solaio; Il garage; Quello che manca; Fine; Sotto il tappeto. A metà strada tra il saggio e il racconto, questo libretto anni fa fu per noi, che a Torino abbiamo trascorso qualche anno della nostra vita, una vera e propria scoperta! Si tratta davvero di una guida alla città, con tanto di cartina allegata, come ogni guida che si rispetti, ma ha qualcosa in più: ha il pregio di essere raccontata in maniera del tutto nuova attraverso gli occhi di un torinese innamorato, ma obiettivo, che riesce a trasmettere con ironia, leggerezza e simpatia, il proprio amore per la sua città anche con tono critico e una vena di malinconia (anche verso i torinesi!). Nel 2015, per Laterza, è uscito Torino è casa nostra, una sorta di "episodio 2" che va a completare, attraverso i racconti e le testimonianze di altri torinesi, il quadro della città a dieci anni dall'uscita di Torino è casa mia. Secondo noi imperdibile. Consigliato al 100%. "Questa è una guida a Torino. E Torino è Torino. Non è una città come un'altra." Chi è Giuseppe Culicchia? Classe 1965, torinese doc con origini siciliane. Il padre infatti è stato uno dei tanti italiani che, tra la fine degli anni '40 e i primi anni '50, si spostarono dal Sud al Nord in cerca di fortuna. Torino è casa mia è dedicato proprio al ricordo del padre. Scrittore e traduttore, è stato scoperto da Pier Vittorio Tondelli che pubblicò alcuni suoi racconti nell'antologia Papergang-Under 25. Il suo primo romanzo è Tutti giù per terra (1994), ambientato nella sua Torino, spesso fonte di ispirazione. Davide Ferrario ne ha tratto l'omonimo film interpretato da Valerio Mastandrea. Ultimo romanzo: Il cuore e la tenebra edito da Mondadori (2019). Il caffè alla fine del mondo, cambiare la propria visione della vita con una domanda...si può?!7/1/2020 ![]() Un libro, un manuale, una riflessione sul senso della propria vita: "Il caffè alla fine del mondo" di John Strelecky a metà tra la crescita personale e la carica motivazionale. Commento e citazioni. Una delle domande più semplici da fare ma più complicate a cui rispondere: sei felice della tua vita? Perchè, se una risposta frettolosa potrebbe rivelarsi altrettanto superficiale, una più pensata potrebbe far emergere aspetti nascosti e non sempre razionali dal valore non scontato. Con le necessarie conseguenze che ne deriverebbero. E così questo piccolo volume scritto da Strelecky e pubblicato da Vallardi nel 2019, con oltre due milioni di copie vendute, rappresenta il tipico libro da comodino da prendere e riprendere tra le mani quando se ne ha voglia e necessità. Ideale per chi desidera riflettere sulla propria esistenza, per chi si trova in un momento cruciale del proprio cammino, per chi ama dialogare in termini psicologici e motivazionali, per tutti coloro che hanno il desiderio di scavare nel profondo della propria vita. Di farsi delle domande esistenziali con la voglia di darsi delle risposte. Quello che accade al protagonista della storia è ciò che potrebbe accadere a ognuno di noi. John va sempre di fretta, è pronto ad affrontare l'ennesima giornata tra nevrosi e superficialità. Attendendo le solite situazioni, assecondando abitudini e routine, agendo come da copione ben noto. Un giorno, però, l'impazienza di attendere che la strada si liberi dal troppo traffico lo costringe a prendere una strada diversa, a scegliere un cammino secondario ignoto, misterioso. John decide di cambiare rotta e di non seguire più le indicazioni del navigatore, seguirà l'istinto per arrivare nel luogo che deve raggiungere, ma qualcosa va diversamente. Si ritroverà in mezzo al nulla, in un caffè che lo cambierà per sempre dal momento in cui ci metterà piede. "Ciao sono John, mi sono perso". "A volte è utile guardare le cose da un punto di vista diverso". "Che ci fai qui?" c'è scritto sul menù del caffè. "Se volgi la domanda dalla seconda persona alla prima...non sarai più la stessa persona". "Mettiamo che uno ponga la domanda e trovi la risposta. E dopo?" "Bè, diciamo che è un traguardo ma anche una sfida". "Quando una persona conosce il motivo per cui esiste, diciamo che ha identificato il suo Scopo di Esistenza". Ho deciso di estrapolare dal libro alcune frasi che potessero farne comprendere il tenore e il senso. Lasciando a voi la curiosità di andare oltre e di scoprire, se interessati, ciò che verrà scoperto e come verrà scoperto nel prosieguo dei fatti e dei ragionamenti. Sicuramente si tratta di un viaggio metaforico che fa emergere quanto un imprevisto apparentemente molto sconveniente possa rivelare poi una direzione inedita e vincente verso la soddisfazione personale. Una riflessione per tenere sempre a mente che solo quando affrontiamo davvero noi stessi riusciamo a raggiungere la meta agognata, e la nostra personale felicità. Il caffè alla fine del mondo è un luogo metaforico ma che esiste realmente in ognuno di noi, in cui rifugiarci per riflettere profondamente, per comprendere e comprenderci, per trovare la forza e il coraggio di analizzare la nostra esistenza e cambiare. Un libricino che funge da sprone ad ascoltare se stessi, che ricorda di ricercare il perchè si è al mondo, il senso profondo del vivere. Che scorre veloce e fluido, molto semplice nella sua profondità di introspezione, spesso dimenticata per inerzia o messa da parte a causa delle distrazioni. ![]() Regalare un libro per Natale a un bambino: quale gesto più adatto per associare gioco, magia, immaginazione, conoscenza? Ecco i consigli della libraia avellinese Consiglia Aquino de L'Angolo delle storie. Se è vero che la passione per la lettura è qualcosa che si consolida via via nel tempo tramite una costante propensione a maneggiare, scegliere e leggere libri, è pur vero che la sperimentazione di questo universo dalle mille possibilità dovrebbe iniziare già da molto piccoli. Sfogliare, toccare e manipolare "la carta" rappresentano infatti attività da proporre a un bimbo già dai 6 mesi in su. E non è mai troppo presto per regalare al bimbo la possibilità di avere una propria libreria, personale e personalizzabile in base alle sue preferenze, che gli consenta di scegliere autonomamente, e quando lo voglia, un libro con cui giocare (e, successivamente, da leggere). Abbiamo parlato di libri per bambini con Consiglia Aquino, alla giuda della libreria avellinese L'Angolo delle storie, che, con passione e instancabile spirito propositivo, da dieci anni offre alla città occasioni di scambio culturale, condivisione e incontro agli amanti del buon leggere. Ma, soprattutto, specializzata com'è nella letteratura per l'infanzia, rende disponibile una gamma infinita di titoli e case editrici specializzati, e organizza laboratori e letture per bambini anche molto piccoli. Quale occasione migliore del Natale, dunque, per parlare di libri per l'infanzia da impacchettare e da far trovare sotto l'albero? E quale migliore "consigliera" di Consiglia, sempre vicina alle famiglie per offrire loro un angolo di esplorazione, di condivisione e di avvicinamento alla lettura. <<Quelli proposti di seguito sono libri di qualità, solo alcuni dei tanti che mi piace avere in libreria cercando solo il meglio per le bambine e i bambini. L'editoria per l'infanzia è la più curata e di libri belli ce ne sono tanti. Peccato che si vendano in particolare i libri pubblicizzati, spesso di scarsissima qualità e anche cari. Il libro dovrebbe essere visto non come strumento per fare soldi, ma come oggetto prezioso e pieno di valore>>. Per i più piccoli, fino a 3 anni "Per avvicinare un bambino piccino alla lettura ci si può servire di libri-gioco, che attraverso suoni o colori stimolano la multisensorialità, oppure di albi illustrati con pagine cartonate ideali per dedicare del tempo alla lettura ad alta voce, per consolidare il rapporto bambino-adulto". In questo caso la proposta di Consiglia Aquino consiste in libri con tutte le caratteristiche giuste per un bambino piccolo: maneggevolezza, sicurezza, stimoli sensoriali ed emozionali. GATTOLIBRO DI NATALE Di Nicoletta Costa. Editore: Gallucci. Nuova uscita. Coloratissimo e dalla grafica accattivante, ideale per bambini da 0 a 2 anni per vivere tutta la magia del Natale a...piccole mani. E' parte della collana dei Gattolibri educativi della Costa. A NANNA, GATTINI! Di Bàrbara Castro Urìo. Editore: Donzelli. Nuova uscita. 28 pagine cartonate per bambini dai 2 anni circa. Dedicato a un animale amatissimo, il gatto, e qui ce ne sono ben 11, ognuno di un colore, e uno per volta corre nella propria stanzetta a fare la nanna. NINNA NO Di Chiara Carminati, illustrazioni di Massimiliano Tappari. Editore: Lapis. Nuova uscita. 26 pagine cartonate per bambini dagli 0 ai 3 anni. Dodici filastrocche che si possono cantare insieme come ninne nanne, o leggere guardando insieme le immagini correlate, tra espressività ed emozioni. BUONANOTTE, CONIGLIETTO Di Jorge Muhle. Editore: Terre di Mezzo. Anno: 2018. 22 pagine cartonate per bimbi dai 2 anni. Per Coniglietto è ora di andare a dormire. Aiutalo a prepararsi! Un libricino ideale per accompagnare il piccolo nel delicato momento della nanna. BUONGIORNO BABBO NATALE Di Michael Escoffier. Editore: Babalibri. Anno: 2017. 30 pagine cartonate per bambini dai 2 anni. Un libro tra i più divertenti in assoluto su Babbo Natale, che insegna anche a giocare con la propria identità senza temere i pregiudizi. Target + 3 "Proporrei in particolare quelli dedicati all'opera di letteratura per l'infanzia di Gianni Rodari. Quest'anno ne sono usciti di molto interessanti in occasione del centenario della sua nascita. Albi illustrati bellissimi e raccolte con le sue storie e filastrocche. Una riscoperta del suo pensiero, del suo modo di giocare con le parole, con la realtà, sempre particolare, ma limpido e sincero". Tra questi, Consiglia Aquino ci tiene a evidenziare la raccolta "Cento Gianni Rodari. Cento storie e filastrocche. Cento illustratori", tra cui anche la talentuosa illustratrice irpina Gaia Guarino. L'OMINO DI NIENTE Di Gianni Rodari. Illustrazioni: Olimpia Zagnoli. Editore: Emme Edizioni. 32 pagine. C’era una volta un omino di niente. Allora c’era, o non c’era? C’era, ma faceva cose di niente, come incontrare un topo di niente, per niente spaventato dal gatto di niente e goloso di buchi di formaggio, per quanto non sapessero di niente… È una storia un po’ surreale. L’ha scritta Gianni Rodari, l’ha illustrata Olimpia Zagnoli. Non proprio un libro di niente. GIANNI RODARI - LE PIU' BELLE STORIE ILLUSTRATE Di Gianni Rodari. Editore: Einaudi. 240 pagine. Le più belle, divertenti e toccanti storie di Rodari, raccolte in un unico, raffinato volume dal grande formato e dalla copertina sagomata e totalmente laminata argento. Un libro impreziosito dalle magnifiche illustrazioni dei più grandi illustratori italiani contemporanei. Da conservare con gelosia da grandi. LA FRECCIA AZZURRA Di Gianni Rodari. Illustrazioni di Camilla Pintonato. Editore: Einaudi. 160 pagine. La Freccia Azzurra, bellissimo trenino esposto nella vetrina della Befana, cattura lo sguardo del piccolo Francesco, che vende caramelle in un cinema e non avrà mai i soldi per comprarlo. Anche i giocattoli, però, hanno un cuore, e la notte del 6 gennaio salgono sul trenino; iniziano così un avventuroso viaggio per raggiungere i bambini che li desiderano davvero. BAMBINI E BAMBOLE Di Gianni Rodari. Illustrazioni di Gaia Stella. Editore: Emme Edizioni. 32 pagine. C’è un universo perfetto, quello dei giocattoli, dove si muovono bambole che hanno tutto: posatine, scodelline, carrozzine… Nella realtà, invece, molti bambini non hanno proprio niente. Le filastrocche di Gianni Rodari sono così: con grazia e leggerezza vanno dritte al cuore e svelano l’essenza di un mondo che spesso gira alla rovescia. CENTO GIANNI RODARI. CENTO STORIE E FILASTROCCHE. CENTO ILLUSTRATORI Editore: Einaudi. Nuova pubblicazione. Cento sono gli illustratori italiani e stranieri, tra i migliori al mondo, che hanno realizzato una tavola scegliendo la propria favola o filastrocca di Rodari preferita. Per raccontare, interpretare, omaggiare il più grande autore italiano per ragazzi. Una grande raccolta. Target + 6 "Ho selezionato volumi divertenti, ma profondi. Uno in particolare parla di passati difficili e di futuro da conquistare, "Mi chiamo bambino" il titolo. Credo che gli altri siano letture molto piacevoli ed educative. Ho scelto tutte novità e case editrici diverse, per offrire un ampio ventaglio di scelta". IL SECONDO LAVORO DI BABBO NATALE Di Michele D'Ignazio. Editore: Rizzoli. 96 pagine. Per colpa della crisi Babbo Natale è costretto a cercarsi un secondo lavoro. Fosse facile! Il cameriere? No, Babbo Natale è troppo grosso e goffo. L'animatore? Troppo vecchio. L'operatore di call center? Non fa per lui. Ma proprio quando sta per perdere ogni speranza, Babbo Natale trova un mestiere perfetto. BUON NATALE, CANE PUZZONE Di Colas Gutman e Marc Boutavant. Editore: Terre di Mezzo. 72 pagine. Cane Puzzone e il suo fedele amico Spiaccigatto vanno in cerca di una casa che li ospiti. Vengono “ingaggiati” come regalo per un bimbo che però li trova disgustosi, e così finiscono sulla bancarella di un mercatino. Qui conoscono una piccola mendicante che ha perso la sua bambola senza braccia: ci penserà il nostro Cane Puzzone, tonto e goffo ma dal cuore d’oro. MI CHIAMO BAMBINO Di Steve Tasane. Editore: Il Castoro. 152 pagine. I fatti descritti in questa storia sono realmente accaduti a bambini reali in campi profughi altrettanto reali in varie parti del mondo negli ultimi anni. Un libro per una profonda riflessione sull'essere umano, con una dignità da rispettare. Una storia commovente, drammatica, ma dolorosamente vera. NOTTE E NEVE Di Mino Milani. Illustrazioni di Angelo Ruta. Editore: Einaudi. 80 pagine. Il libro descrive l’eroismo di una giovane ragazza, che dà tutta sé stessa per salvare la propria famiglia. Milani svela una pagina emozionante della propria vita attraverso un racconto delicato e toccante. L'ULTIMO REGALO DI BABBO NATALE Di Elvire Murail e Marie-Aude Murail. Illustrazioni di Quentin Blake. Editore: Camelozampa. 32 pagine. Julien è troppo grande per credere ancora a Babbo Natale. Ma visto che i suoi non parlano d’altro, gli scrive, chiedendo una console per videogiochi. La mattina di Natale però scopre, accanto al suo regalo, una piccola locomotiva. Nessuno sa da dove arrivi. Forse… Babbo Natale si è sbagliato? Julien potrà tenere Juliette (così l’ha chiamata) o il Natale successivo la dovrà restituire? Un tenero racconto sulla magia del Natale e sul desiderio di rimanere bambini. ![]() Nessun uomo è un'isola; ogni libro è un mondo. Tre anni fa fu questa frase, scritta sul retro di copertina, a convincermi che avrei voluto leggere questo libro. Faceva parte della promozione TEA Tandem, ovvero due libri a 15 euro. Ne scelsi un altro (si trattava di Il profumo scritto da Patrick Süskind) e li portai a casa entrambi. Lo lessi in treno, all'interno ho trovato il biglietto che usavo come segnalibro: Firenze - Buonconvento, nel 2016 vivevo in Toscana. Ho deciso di rileggerlo e di consigliarvelo, magari anche come "libro sotto l'albero". La misura della felicità Il titolo originale è The Storied Life of A.J. Fikry. In effetti il protagonista della storia è proprio lui, A.J. Fikry, unico libraio su una piccola isola sperduta il quale, dopo aver perso la moglie a causa di un incidente stradale, perde anche l'entusiasmo nel proprio lavoro, che aveva sempre amato e condiviso con sua moglie, e di conseguenza svuota di senso la sua intera esistenza. A dare uno scossone e una svolta a questa situazione di malessere e di grave mancanza arriva, del tutto inaspettatamente, una bambina, Maya. A.J. Fikry diventerà il suo papà adottivo e Maya crescerà circondata dall'amore e... dai libri ovviamente! Un po' come il filo dell'aquilone rappresentato sulla copertina della versione italiana, pubblicata per la prima volta dalla casa editrice Nord nel 2014, il filo che tiene insieme la storia e gli eventi raccontati è l'amore sconfinato di un padre per la propria figlia che si dichiara e si manifesta attraverso l'amore, anche questo sconfinato, per la lettura. Anzi, non soltanto per la lettura, ma per i libri e per tutto il mondo reale, fatto di persone, luoghi, emozioni, contatti, relazioni che nascono e ruotano intorno a un oggetto semplice, tanto semplice da riuscire a smuovere interi mondi, interiori e non solo. Nessun uomo è un'isola; ogni libro è un mondo. La misura della felicità è un romanzo tenero, commovente e pieno di ottimismo. Si legge tutto d'un fiato, perché la storia è originale e ben strutturata e lo stile di Gabrielle è pulito, lineare, piacevole. È l'ideale per gli amanti dei libri e delle librerie. Divertenti e utili anche i consigli di lettura che A.J. Fikry dispensa a Maya e che valgono per tutti noi. Segnano l'apertura di ogni nuovo capitolo. Chi è Gabrielle Zevin L'autrice di questo romanzo è una ragazza newyorkese, laureata in lettere ad Harvard. Oggi è scrittrice e autrice cinematografica, vive a Los Angeles. Nel 2007, per la sceneggiatura di Conversations with Other Women (con Aaron Eckhart e Helena Bonham Carter nel cast) è stata nominata agli Independent Spirit Awards, i prestigiosi premi per il cinema indipendente americano. Entrato nella classifica del «New York Times» grazie al passaparola dei lettori, La misura della felicità è stato tradotto in più di trenta lingue vendendo milioni di copie in tutto il mondo. Ha scritto anche libri per ragazzi. Per saperne di più: gabriellezevin.com/ Citazioni da La misura della felicità:
![]() È veramente tempo di dire Basta! A ricordarcelo a gran voce e con argomentazioni e dati inconfutabili, per coloro ai quali non bastasse l'evidenza, è Lilli Gruber e noi l'abbiamo incontrata durante l'ultima serata di BookCity a Milano proprio in occasione della presentazione del suo ultimo libro. Scopriamolo insieme e guardiamo in faccia la sconfortante situazione che ancora oggi persiste nell'evolutissima civiltà 4.0 Chi è Lilli Gruber tutti lo sanno. Giornalista, scrittrice e conduttrice di Otto e mezzo, programma di approfondimento giornalistico in onda ogni sera su La7. Però forse non tutti sanno che è stata la prima donna ad aver condotto un Tg sulle reti nazionali in prima serata e che dal 1988 è stata inviata per la Rai sui fronti di guerra seguendo anche eventi internazionali che hanno segnato la storia come, ad esempio, la caduta del Muro di Berlino nel 1989 che viene raccontato anche nel libro Quei giorni a Berlino (1990) scritto con Paolo Borella seguito poi nel 2009 da Ritorno a Berlino. Ho avuto il piacere di conoscerla di persona durante la presentazione di Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone che si è tenuta a Milano presso la sede del Corriere della Sera nella serata conclusiva di BookCity, iniziativa che a Milano ogni anno, da otto anni, si pone l'obiettivo di promuovere la lettura, il mondo dell'editoria e degli autori con eventi diffusi in città. Se nello schermo può apparire un po' algida, tolta quella sottile barriera al plasma Lilli Gruber è invece una donna molto simpatica, alla mano, cordialissima ed estremamente disponibile con il proprio pubblico. Divertente insieme al suo collega e amico Beppe Severgnini che le faceva da spalla. È anche una donna forte, sicura di sé, convinta e convincente. Gli argomenti di cui tratta nel suo ultimo libro, oggetto di questo post, in realtà dovrebbero essere chiari a tutti. Mi verrebbe da dire che in questa evolutissima società, che aspira alla Società 5.0, non dovrebbe neppure esserci il bisogno di scrivere ancora di argomenti del genere, così superati, così retrogradi. E invece è assolutamente necessario. Anzi, è urgente. Le donne sono ancora oggi, e con frequenza crescente, oggetto di minacce, di violenza verbale, fisica e psicologica, a casa, in famiglia, sul posto di lavoro, sui mezzi pubblici. Sottopagate, non occupate, con la scusa della maternità imminente; ma ci ci può sentire mortificate perché si vuole e si può dare la vita? È una contraddizione in termini! E si potrebbe andare avanti con un elenco infinito, di episodi raccontati, provati e controprovati avvenuti anche in ambienti considerati immuni da un tale indicibile e inqualificabile abominio. A questa urgenza ha risposto Lilli Gruber, da sempre attivissima e combattiva nelle battaglie in favore dei diritti delle donne. Dati alla mano, con esperienze di vita vissuta, episodi di vita politica italiana e internazionale, dà prova del fatto che non si può stare tranquilli. La nostra società è intrisa, è fortemente pervasa, è attraversata profondamente da un machismo galoppante, che purtroppo ha tra le mani il potere e che non sembra volersi fermare. Eppure la soluzione esiste e non si chiama "femminismo", ma "alleanza" tra quelli che Lilli Gruber definisce "uomini di buona volontà" e le donne. Perché in fondo si tratta solamente di GIUSTIZIA. Bisogna che anche le donne abbiano accesso alle famose "stanze dei bottoni". Ogni occasione negata alle donne, che risultano essere mediamente più preparate degli uomini in pressoché tutti i campi, è un'occasione mancata di sviluppo, di emancipazione, di crescita e di buona salute per la nostra società e per il nostro pianeta. Lilli Gruber racconta che mentre preparava un imminente trasloco con il marito Jacques... ...Nella sera di giugno, dimentichiamo gli scatoloni e ci mettiamo a discutere. Individuando tre <v> al cuore della questione - volgarità, violenza, visibilità - che sono il risultato di una virilità impotente. Ci aspetta una lunga estate calda. (pag. 14) Lascio a voi scoprire, come sto facendo io, cosa nascondono queste tre <v>. È un libro diretto, pieno di dati e prove provate, piacevolissimo alla lettura, chiarissimo e sincero. Edito da Solferino per la collana i Solferini. Durante la promozione del suo libro la Gruber ripete sempre questa frase: "Attenzione perché i diritti acquisiti non sono acquisiti per sempre". È un'affermazione forte, che fa paura, ma è estremamente attuale. Me la sono sentita rimbombare nella testa tutta la sera e anche il giorno dopo, ma deve far riflettere e scatenare una reazione in ognuno di noi. Una reazione che sa di consapevolezza e di coraggio. Bisogna dire Basta! ![]() Sette favole tratte da "Favole al telefono", raccolte nel libro "Favole illustrate di Gianni Rodari", il volume di Edizioni EL ideale per leggere a un bimbo le opere del maggiore autore di letteratura per l'infanzia. Dal 23 ottobre 2019, e per un anno intero, si svolgono i festeggiamenti in onore di Gianni Rodari, scrittore lombardo nato il 23 ottobre 1920 e tra le penne più autorevoli di ogni tempo in tema di scrittura rivolta ai bambini. Morto molto giovane, a soli 59 anni, ha rivolto la sua carriera professionale al delicato compito di avvicinare le giovani generazioni alla lettura e alla cultura in senso lato. Dando loro la spinta a credere sempre nell'amore per la creatività e nella forza della fantasia. A 40 anni inizia la sua carriera da scrittore grazie alla casa editrice Einaudi con cui pubblica il suo primo libro “Filastrocca in cielo e in terra”. Nel 1970 vince il Premio Andersen, il più importante riconoscimento per la letteratura dell'infanzia che lo rende famoso in tutto il mondo e un percorso inarrestabile che lo consacra tra le personalità di spicco della letteratura per l'infanzia. In questo post vogliamo porre l'attenzione su un libro, sperimentato con la piccola Arianna, che dallo scaffale di casa lo prende e lo posa, lo osserva e lo "legge" a modo suo, attratta già dalla copertina. "Favole illustrate di Gianni Rodari" di Edizioni EL è un libricino ideale per avvicinare i più piccoli alla scrittura di Rodari. Tattile la copertina che, accarezzata con le dita, si presenta come di velluto, a conferire quella sensazione di prato e di natura espressa dal colore verde e dalle illustrazioni. I testi del libro sono tratti da "Favole al telefono" (libro che raccoglie ben 70 fiabe ed è datato 1962) e consistono in sette favole egregiamente rappresentate in termini grafici e artistici: Il palazzo di gelato (illustrato da Anna Curti), Il topo che mangiava i gatti (illustrato da Anna Laura Cantone), Le scimmie in viaggio (illustrato da Francesco Zito), Alice casca in mare (illustrato da Nicoletta Costa), Il Paese senza punta (illustrato da Andrea Castellani), A giocare col bastone (illustrato da Anna Laura Cantone), A comprare la città di Stoccolma (illustrato da Barbara Cantini). Il formato maneggevole, le punte arrotondate, il carattere della scrittura in corsivo grande e chiaro, le illustrazioni a tutta pagina e molto colorate rendono il libro adatto alla lettura a bambini anche molto piccoli. Oltre a essere un bel volume da libreria a qualsiasi età. Per la fruizione autonoma da parte del bambino, invece, è consigliabile dall'età di 5-6 anni. ![]() In poco più di 200 pagine, Pia Pera racconta, esperienza dopo esperienza nel corso degli anni, la bellezza della vita a contatto con la natura: recensione di "Apprendista di felicità. Una vita in giardino". E' una sorta di diario, di raccolta di appunti, di riflessioni, di sensazioni che diventano parola scritta quelli presenti nel libro di Pia Pera. Dal 2006 al 2016, dieci anni nei quali la giornalista e scrittrice ha tenuto la sua rubrica per Gardenia, la rivista dedicata ai giardini più importante del panorama italiano di settore. "Apprendista di felicità", questo il nome della rubrica, seguitissima dai lettori, nella quale la scrittrice comunicava emozioni, incontri, pensieri di una donna di città, abituata a ritmi forsennati, che aveva deciso, con tutta la consapevolezza di una decisione radicale, di vivere nel podere di famiglia. Lì, in campagna, aveva creato il suo orto, il suo giardino, la sua esistenza fatta ormai di ritmi più lenti, di contemplazioni più semplici, di sensazioni più spontanee, di immersioni nella natura per trarne tutta la linfa vitale. Quell'energia pura e quella meraviglia contagiosa che raramente riescono a entrare negli animi. Un rifugio, se così possiamo dire, per coltivare non solo la natura circostante, ma anche e soprattutto se stessi. All'insegna del raggiungimento di una serenità tutta diversa da quella cui si aspira generalmente. "Apprendista di felicità. Una vita in giardino", edito dalla casa editrice Ponte alle Grazie (che ha pubblicato anche gli altri volumi dell'autrice), non è costituito da un discorso unico, non è un romanzo, non è un saggio. E' una raccolta appunto. E, come tale, scorre attraverso pagine di diario, con data e titolo delle riflessioni di quel giorno su un determinato argomento. Si fa leggere con molta calma, si può lasciare facilmente sul comodino per essere ripreso in mano quando se ne ha voglia e scoprire qualcosa di diverso nella prossima esperienza di vita nella natura dell'autrice. Dalla fioritura delle rose a Wislawa Szymborska, dall'esaltazione dei temporali di agosto a Madame de Lafayette, dalle succose more di gelso a Puskin, dai bagni notturni nello stagno a Cechov: la penna di Pia Pera viaggia libera e leggera tra botanica e letteratura. Alla fine del libro, non a caso, è presente un lungo indice bibliografico relativo alle citazioni letterarie emerse sfogliando le pagine. A denotare la perfetta unione di sensazioni personali, di emozioni da trasmettere al lettore e conoscenza approfondita di autori e fonti di irpirazione sempre adeguati alle situazioni. Un libro perfetto per chi ama i fiori, le sensazioni provenienti dalla natura, il bello ed è alla ricerca di pagine che trasmettano quella pace interiore difficilemente raggiungibile quando si è immersi nella frenesia cittadina della vita quotidiana. Forse un libro un pò di nicchia, ma che potrebbe far bene a chiunque. Ps. Grazie alla nostra amica Marta per lo scatto. ![]() Cos'è la fantasia? In questo piccolo libro Bruno Munari ci accompagna alla scoperta della fantasia, dell'invenzione, della creatività, dell'immaginazione, le facoltà umane più misteriose e affascinanti, declinandole nel campo della comunicazione visiva. Ecco a voi Fantasia! Ho comprato questo libretto esattamente 10 anni fa. Ogni volta che lo riprendo in mano e comincio a sfogliarlo mi sembra di aprire uno scrigno pieno di chiavi. Sì, proprio delle chiavi, tante chiavi! Cosa c'è di più prezioso di qualcosa, o meglio di qualcuno, che, con la porta della curiosità sempre aperta, e con estrema chiarezza, competenza, passione ed esperienza, ti permette di accedere a nuovi mondi nei quali poterti esprimere liberamente? Per me questo è Fantasia di Bruno Munari, un preziosissimo scrigno pieno di strane, bellissime chiavi. Chi è Bruno Munari? Bruno Munari nacque nel 1907 a Milano, città nella quale svolse la sua brillante attività di artista, designer e scrittore e nella quale si spense nel 1998 all'età di 91 anni. Le sue opere e la sua ricerca nel campo della comunicazione visiva lo hanno fatto entrare a pieno titolo fra i massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo a livello internazionale. Oltre a Fantasia ha scritto molti altri libri. La produzione editoriale di Munari va dal 1929 fino all'anno della sua morte e comprende opere di varia natura: saggi tecnici, manuali, ma anche raccolte di poesie, libri "artistici"; libri dedicati all'infanzia e testi scolastici, libri-opuscolo pubblicitari per varie aziende, nonché lo studio e la realizzazione di illustrazioni, fotografie, sopraccoperte, copertine tra le quali ricordiamo, per citarne alcune, quelle per le opere di Gianni Rodari e Nico Orengo. Una produzione vasta ed eterogenea che spazia e si allarga tra i diversi codici della comunicazione visiva e non. A fare da fil rouge in tutta la produzione di Bruno Munari è l'impulso sperimentale, il motore che lo spinge a esplorare forme di espressione insolite e innovative. Ed ecco che nascono per esempio i Libri illeggibili, così definiti perché senza testo, e altre incredibili opere che portano la sua firma. Fantasia Con questo piccolo libro, pubblicato per la prima volta nel 1977 per la collana Universale Laterza, Munari prova a rispondere a questa domanda: è possibile capire come funzionano facoltà umane come la fantasia, l'invenzione, la creatività, l'immaginazione nelle comunicazioni visive? E che relazione hanno con l'intelligenza e la memoria? Per farlo comincia dando delle definizioni, che lui stesso considera estremamente aperte e migliorabili, alle parole. Le quattro definizioni dalle quali parte il ragionamento attorno al tema sono: Fantasia: Tutto ciò che prima non c'era anche se irrealizzabile. Invenzione: Tutto ciò che prima non c'era ma esclusivamente pratico e senza problemi estetici. Creatività: Tutto ciò che prima non c'era ma realizzabile in modo essenziale e globale. Immaginazione: La fantasia l'invenzione la creatività pensano, l'immaginazione vede. E poi: come si stimola la creatività? E come si può allenare la mente ad essere più elastica e più pronta? In merito a questi ultimi due punti in particolare, Bruno Munari ha dato un contributo preziosissimo in ambito pedagogico con l'ideazione di giochi didattici e laboratori volti a dare quanto più spazio possibile alla libera interpretazione dei bambini, svincolandoli da schemi e modelli imposti dal mondo adulto. Il libro approfondisce bene questo argomento e propone alcuni giochi creativi. Nel breve e a mio parere interessantissimo video che troverete alla fine di questo post, è proprio Munari a illustrare come gli è venuta l'idea di comporre (e dico comporre e non semplicemente scrivere perché Fantasia è ricchissimo di immagini, illustrazioni, segni, simboli) un libro sulla Fantasia. Come dice lui, spiega proprio il "metodo progettuale per progettare un libro" e fa luce su concetti che sembrano astratti e senza forma, ma in realtà sono molto più "visibili" di quanto si possa credere. A me ha aperto un mondo, anzi, tanti mondi. Citazioni da Fantasia di Bruno Munari
![]() Una chicca in libreria per gli amanti delle illustrazioni: info e curiosità su "Un pò di Parigi" di Sempé. Presentarvi e consigliarvi questo libro è per me davvero semplicissimo, direi doveroso. Io adoro Parigi, ho trascorso in questa meravigliosa città un breve periodo della mia vita e spesso mi manca. Grazie a questo libro mi sembra di ritornare là, nella versione migliore e forse "antica" di una città certamente romantica, come la si definisce spesso, ma anche, e dal mio punto di vista soprattutto, intima e dolce, a tratti riservata, a tratti austera, sempre e comunque bellissima. Questo libro mi è stato regalato dal mio fidanzato di allora e non faccio fatica a credere che averlo ricevuto abbia inciso almeno in parte sulla mia scelta di sposarlo... scherzi a parte, al tempo non ci fu regalo più indovinato, ed è sempre gratificante, quando si riceve un regalo, scoprire che è stato pensato appositamente per te e che non avresti potuto desiderare nulla di meglio. Per chi come me ama follemente Parigi e le illustrazioni è il libro perfetto! "Un po' di Parigi, cento disegni e una conversazione" raccoglie infatti le tavole di Sempé dedicate alla Ville Lumière. Le prime tre pagine del volume, che ne conta in tutto 128, sono invece dedicate a una breve conversazione tra Sempé e Carmine Donzelli. Donzelli è anche la casa editrice che ha pubblicato questa bellissima raccolta di disegni oltre ad aver pubblicato in Italia il monello più famoso di Francia, "Il Piccolo Nicolas", ideato da Sempé insieme a Goscinny. Di Sempé Donzelli ha pubblicato anche "Il segreto di Monsieur Taburin" (2011) e "Sempé a New York" (2011). L’unicità e la bellezza delle illustrazioni di Sempé stanno soprattutto nella sua capacità di conferire personalità a ogni singolo personaggio che popola le sue tavole. Da quelle più fitte e affollate a quelle più minimali, sono tutte veramente abitate ed è divertentissimo scrutare le espressioni e gli umori dei parigini che troverete in queste pagine. Nei disegni di Sempé c’è vita, movimento; ci sono pensieri, relazioni; c’è la più colorata umanità. Chi è Sempé? Francese di Bordeaux, classe 1932, innamorato di Parigi, Jean-Jacques Sempé è uno degli illustratori e autori di fumetti più famosi al mondo. Le sue illustrazioni sono apparse su autorevoli riviste e giornali, come Paris-Match e il The New Yorker. Dopo aver sperimentato i mestieri più disparati, ha poi dedicato la sua vita al disegno raggiungendo con l'ironia del suo tratto più di trenta Paesi del mondo. ![]() "Mediterraneo" di Armin Greder edito Orecchio Acerbo Editore: l'incontro presso L'angolo delle Storie ad Avellino. Info sul libro. "Mediterraneo". Quando le immagini parlano, esprimono e funzionano più di mille parole. Evocando sentimenti ed emozioni, trasportando il lettore, o osservatore che dir si voglia, in una dimensione diversa. In un altrove che però, purtroppo, è molto più vicino di quanto si creda. Geograficamente è il Mediterraneo, una distesa di mare che accoglie e abbandona, unisce e separa. Ecco il titolo del libro illustrato di Armin Greder, edito da Orecchio Acerbo Editore, presentato ad Avellino domenica 20 ottobre, presso la libreria specializzata in pubblicazioni per bambini e ragazzi L'angolo delle Storie. Un appuntamento che ha visto quest'isola felice, culturale e creativa della città campana, gremita di persone interessate a incontrare il visionario fumettista, graphic designer e illustratore svizzero Armin Greder, presente ad Avellino insieme a Paolo Cesari di Orecchio Acerbo Editore. "Mediterraneo" è un albo illustrato che fa del tratto drammatico ed altamente espressivo di Greder sia da testo sia da trama. Nessuna storia scritta con le parole, solo disegni. Una sola frase introduttiva al libro e niente più parole. Superflue, se si legge l'intensità evocativa risultante dalle illustrazioni (che si invita a guardare dal vivo, sfogliando delicatamente e attentamente il libro). "Dopo aver finito di annegare, il suo corpo scivolava lentamente verso il fondo, lì dove i pesci lo aspettavano". Le parole si riducono a questo. E alla sentita postfazione del giornalista e scrittore Alessandro Leogrande (<<Alla fine di questo libro il confine fra il mondo di qua e il mondo di là appare più incerto>>). Poi sono i tratti delle matite, i grigi, i neri, i bianchi, pochi blu, gialli e i chiaroscuri, a parlare. Per narrare la fragilità dell'esistenza umana e la mancanza di umanità che offusca la mente e serra il cuore. Un libro che affronta il delicato tema dell'immigrazione e delle morti in mare. Dalla postfazione: <<Il racconto di Armin Greder recupera dal mare i tanti fili che legano quell’enorme cumulo di corpi privi di vita costantemente allontanato dal nostro sguardo, a noi, a tutti noi, alle nostre vite e alle nostre coscienze. A iniziare dai pesci che di quei corpi si cibano e che poi – a loro volta pescati – finiscono sulle nostre tavole>>. E' stato un onore e un piacere poter assistere a una presentazione di questa portata e farne un breve resoconto. Molto intensi gli interventi di Cesari e dello stesso Greder, che hanno affrontato tematiche difficili e delicate come l'immigrazione, la morte, il viaggio e hanno presentato "Mediterraneo", di cui erano presenti in libreria le tavole originali, che è parte della trilogia che comprende anche "L'isola" e "Gli stranieri". Quando si parla di migranti si parla in genere di numeri, non di persone con una propria dignità e una identità definita. E' importante sottolineare come Greder abbia invece tolto dall'anonimato tanti morti innocenti con la sua opera artistica presso il cimitero di Lampedusa. Lo ha fatto creando sulle tombe delle illustrazioni e, come sottolineava proprio Cesari, accade sempre più spesso che le persone che giungono presso l'isola vengano portate ad ammirare i disegni di Armin. Un modo questo anche per ricordare e rendere omaggio ai migranti morti e lì seppelliti, che altrimenti rimarrebbero completamente lasciati nell'oblio. Già nei primi anni Duemila Greder con Orecchio Acerbo Editore uscì con "L'isola", un libro contro la xenofobia e il razzismo. Un prodotto editoriale andato in ristampa perchè richiesto soprattutto nelle scuole a titolo didattico educativo. E qui Cesari ricorda un aneddoto: <<Quando partimmo con le ristampe chiesi ad Armin: sei felice? E lui mi rispose di no, perchè se questo tema è ancora così attuale dopo tanti anni dalla pubblicazione, ciò è un vero problema>>. Anche "Mediterraneo" è un libro adatto ai ragazzi, già dalle scuole medie. Basta solo saperlo presentare. Si vuole annullare l'idea di separazione. Come Greder ha affermato durante uno dei suoi interventi nell'incontro avellinese: <<Il mondo è molto più ampio del piccolo luogo nel quale ognuno vive. Io ad esempio, appena ho potuto, ho subito iniziato a guardare con curiosità e rispetto a quel mondo che mi circondava. E viaggiare insegna a guardare le cose diversamente. Dopo un viaggio si ritorna a casa propria cambiati, diversi. Questo insegna a comprenderlo meglio>>. Al lavoro di Armin Greder sono state dedicate numerose mostre personali e collettive dalla Germania al Giappone, diversi sono stati anche i riconoscimenti che ha ottenuto. Nel 2018 il suo "Mediterraneo" ha vinto il premio Scelte di Classe - Leggere in circolo: <<E’ una protesta, come tutti i miei libri. Una protesta che non voleva parole>>. ![]() Cosa sono gli albi illustrati? Perchè sono importanti? Che ruolo ha la lettura nella vita di un bambino? Ne ha parlato l'editrice di Babalibri Francesca Archinto, ospite presso la libreria L'angolo delle storie di Avellino. Mercoledì 9 ottobre si è svolto un incontro molto interessante presso la libreria L'angolo delle storie di Avellino, specializzata in letteratura per l'infanzia delle migliori case editrici esistenti. E' intervenuta Francesca Archinto di Babalibri, che ha presentato agli intervenuti il valore degli albi illustrati e della lettura, già a partire dalla tenera età. La Archinto rappresenta la casa editrice milanese Babalibri, nata nel 1999 in coedizione con L'école des Loisirs, prestigiosa casa editrice francese specializzata in letteratura per l’infanzia. Babalibri propone al mercato italiano autori di calibro internazionale e titoli la cui cifra è la ricchezza iconografica, l’immediatezza dei testi, la capacità di accompagnare i bambini nella loro crescita emotiva, cognitiva, sociale. Questa filosofia ha portato alla casa editrice l’assegnazione di premi importanti: Andersen, Nati per Leggere, la Microeditoria di qualità e molti altri. Obiettivo fondante di Babalibri è anche quello di lavorare a stretto contatto con scuole, biblioteche, librerie attraverso un’articolata attività di promozione alla lettura. Non a caso la Archinto è solita girare i luoghi del leggere sparsi sul territorio italiano per diffondere la giusta conoscenza della letteratura infantile tra maestri, librai e genitori. Ho avuto la fortuna di riuscire a partecipare all'incontro e ho piacere a condividere l'esperienza vissuta. Di seguito gli appunti che ho preso durante la presentazione di Francesca Archinto. Leggere al bambino è importante, già dai 6-8 mesi Attualmente la lettura per l'infanzia ha subìto una piacevole impennata. Si sta dedicando sempre maggiore attenzione a questo aspetto didattico e ludico e negli ultimi anni il mercato ha preso una piega espansiva molto forte, con un incremento netto di case editrici emergenti specializzate. La cosa che fa più piacere è che si tratta di produzioni editorialI adatte anche a bambini molto piccoli, a partire dai 6-8 mesi. Non è mai troppo presto per iniziare a incuriosire alla lettura un bebè. Come detto dalla Archinto: <<Sono certa che quando si usano parole giuste a un bimbo anche piccolissimo e immagini che abbracciano il suo modo di sentire, abbiamo catturato la sua attenzione. I genitori talvolta si scoraggiano, ma mai tirarsi indietro. La lettura non potrà far del male. Mal che vada il bimbo distoglierà l'attenzione o andrà via>>. L'importanza del libro "giusto" Il pubblico infantile è molto esigente e non si accontenta. Il rischio infatti è offrire libri che non interessino. Si rovinerebbe così la predisposizione infantile alla lettura. E' giusto fornire dunque del materiale intelligente e adatto all'età, su cui far sperimentare. La letteratura per l'infanzia è molto più complessa e ragionata di quanto si possa pensare. C'è l'errata concezione che ciò che riguarda un bambino molto piccolo sia di semplice utilizzo, di facile realizzazione. Così non è, perchè al contrario di quanto molti possano pensare, il bambino piccolo è un utente molto complesso. E' dunque importante scegliere accuratamente il libro da offrire al proprio bambino, in base alla coerenza grafica e testuale. Cos'è l'albo illustrato: immagine e testo L'albo illustrato è una tipologia di prodotto editoriale talvolta giudicata banale. Usa il doppio linguaggio del testo e dell'immagine che devono dialogare raccontando una sola e unica storia. I bambini infatti chiedono onestà. Ci deve essere assoluta coerenza tra immagini e testo. Il bambino cerca intorno a sè conferme e certezze dei suoi pensieri. Si forma gradualmente la sua visione del mondo. Esplorandolo anche attraverso i libri. Essi rappresentano uno strumento fondamentale per accompagnare il piccolo nella crescita e nella maturazione. Come leggere un libro ai bambini Il modo di leggere è fondamentale per aiutare il bambino a decodificare e a decifrare la storia e il narrato. Non solo immagini semplificate e chiarezza del testo sono componenti importanti nella lettura, ma anche l'empatia che si riesce a creare. Così come leggiamo un libro, così riusciamo a modulare le emozioni di un bambino. Talvolta per fretta, talvolta per dimenticanza, i libri vengono sì letti ai bambini, ma senza la giusta carica espressiva ed emozionale. In maniera "piatta" insomma. Il tono della voce è modulabile non a caso. Per offrire quella caratterizzazione delle situazioni che si narrano, per far entrare il bambino in pieno contatto con ciò che ascolta e per accrescere le sue capacità espressive e astrattive. Alcuni libri Babalibri proposti da Francesca Archinto durante l'incontro (che approfondiremo nel corso dei prossimi martedì): L'uccellino fa. Io vado. Le mani di papà. Aiuto arriva il lupo! Che rabbia. Chi è il più forte. Nel paese dei mostri selvaggi. Pluf. Piccolo blu e piccolo giallo. |
ArchiviO
Febbraio 2020
Categorie
Tutto
|