![]() Letture in corso… Il viaggio dell'elefante, romanzo breve pubblicato in Portogallo nel 2008 e in Italia l'anno successivo, del narratore, poeta e drammaturgo portoghese José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Con in testa il Portogallo, meta delle mie prossime vacanze estive, e in libreria un romanzo di José Saramago la scelta su quale lettura portare a farmi compagnia nei miei viaggi in treno è stata immediata: diamo una seconda possibilità a Il viaggio dell'elefante! Così ho pensato pochi giorni fa e ormai sono alle battute finali. Ho ricevuto questo libro in regalo ormai dieci anni fa, ma al primo approccio non mi entusiasmò e lo abbandonai dopo le prime due o tre pagine. La causa di quell'abbandono fu la stessa che oggi mi porta a considerarlo un romanzo originale, si tratta della tecnica narrativa che Saramago utilizza, un flusso di pensieri che finiscono sulla pagina senza interruzioni, in maniera del tutto spontanea. Non ci sono le maiuscole, niente capoversi, la punteggiatura è quasi del tutto assente, presente solo dove strettamente necessario. Mancano le virgolette a segnare i dialoghi, ci sono solo poche virgole e punti fermi. Il racconto è talmente preciso e chiaro nella testa dell'autore, io narrante, che la lettura, oggi, procede piacevole, leggera e continua. Dieci anni fa invece mi annoiava, confondeva e disorientava. Uno degli aspetti più interessanti della lettura è proprio questo, che uno stesso libro, a distanza di anni, può avere effetti del tutto nuovi e inaspettati. La trama di questo breve romanzo è tutta nel titolo: si parla del viaggio di un elefante. Non un elefante qualsiasi però: si tratta di Salomone, elefante indiano di proprietà del sovrano del Portogallo e dell'Algarve, João III, e di sua moglie, Caterina d'Austria. Siamo a metà del XVI secolo. I due decidono di regalare Salomone all'arciduca Massimiliano, reggente di Spagna. E' così che cominciano i preparativi per il viaggio del pachiderma che, con grande carovana al seguito, partirà da Lisbona alla volta di Valladolid per poi rimettersi in marcia verso la destinazione finale, Vienna, passando per Genova, Verona, Padova e Innsbruck. Il viaggio diventa per Saramago l'occasione per fare le dovute riflessioni sui comportamenti umani, sulle ipocrisie e i giochi di ruolo delle classi sociali coinvolte. Ruota quindi tutto intorno a una carovana di persone e animali? Sì, ma quanto può essere incredibile un viaggio?
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Febbraio 2020
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