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Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo_Rodari

Apprendista di felicità. Una vita in giardino: raccolta di riflessioni di Pia Pera, tra natura e spunti di serenità

12/11/2019

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Foto"Apprendista di felicità. Una vita in giardino" di Pia Pera, Ponte alle Grazie editore, 2019
In poco più di 200 pagine, Pia Pera racconta, esperienza dopo esperienza nel corso degli anni, la bellezza della vita a contatto con la natura: recensione di "Apprendista di felicità. Una vita in giardino".
E' una sorta di diario, di raccolta di appunti, di riflessioni, di sensazioni che diventano parola scritta quelli presenti nel libro di Pia Pera. Dal 2006 al 2016, dieci anni nei quali la giornalista e scrittrice ha tenuto la sua rubrica per Gardenia, la rivista dedicata ai giardini più importante del panorama italiano di settore. "Apprendista di felicità", questo il nome della rubrica, seguitissima dai lettori, nella quale la scrittrice comunicava emozioni, incontri, pensieri di una donna di città, abituata a ritmi forsennati, che aveva deciso, con tutta la consapevolezza di una decisione radicale, di vivere nel podere di famiglia. Lì, in campagna, aveva creato il suo orto, il suo giardino, la sua esistenza fatta ormai di ritmi più lenti, di contemplazioni più semplici, di sensazioni più spontanee, di immersioni nella natura per trarne tutta la linfa vitale. Quell'energia pura e quella meraviglia contagiosa che raramente riescono a entrare negli animi. Un rifugio, se così possiamo dire, per coltivare non solo la natura circostante, ma anche e soprattutto se stessi. All'insegna del raggiungimento di una serenità tutta diversa da quella cui si aspira generalmente.
"Apprendista di felicità. Una vita in giardino", edito dalla casa editrice Ponte alle Grazie (che ha pubblicato anche gli altri volumi dell'autrice), non è costituito da un discorso unico, non è un romanzo, non è un saggio. E' una raccolta appunto. E, come tale, scorre attraverso pagine di diario, con data e titolo delle riflessioni di quel giorno su un determinato argomento. Si fa leggere con molta calma, si può lasciare facilmente sul comodino per essere ripreso in mano quando se ne ha voglia e scoprire qualcosa di diverso nella prossima esperienza di vita nella natura dell'autrice. Dalla fioritura delle rose a Wislawa Szymborska, dall'esaltazione dei temporali di agosto a Madame de Lafayette, dalle succose more di gelso a Puskin, dai bagni notturni nello stagno a Cechov: la penna di Pia Pera viaggia libera e leggera tra botanica e letteratura. Alla fine del libro, non a caso, è presente un lungo indice bibliografico relativo alle citazioni letterarie emerse sfogliando le pagine. A denotare la perfetta unione di sensazioni personali, di emozioni da trasmettere al lettore e conoscenza approfondita di autori e fonti di irpirazione sempre adeguati alle situazioni.
Un libro perfetto per chi ama i fiori, le sensazioni provenienti dalla natura, il bello ed è alla ricerca di pagine che trasmettano quella pace interiore difficilemente raggiungibile quando si è immersi nella frenesia cittadina della vita quotidiana. Forse un libro un pò di nicchia, ma che potrebbe far bene a chiunque.

Ps. Grazie alla nostra amica Marta per lo scatto.

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ti voglio bene assai, con luciano de crescenzo alla scoperta della storia della musica napoletana

10/9/2019

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Foto"Ti voglio bene assai" di Luciano De Crescenzo, Mondadori 2015
"Ti voglio bene assai", il libro che racconta, con la consueta vena ironica di Luciano De Crescenzo, la storia (e la filosofia) della canzone napoletana, scorrevole e spassoso come nello stile dello scrittore partenopeo. Recensione e citazioni.
Devo essere sincera, ho comprato questo libro principalmente per un motivo: il titolo. Una chiara quanto efficace dichiarazione d'amore, che lo rendeva ideale come regalo (nel mio caso natalizio). Il secondo motivo è stato la simpatia nei confronti di Luciano De Crescenzo, che ho sempre apprezzato molto nelle sue molteplici vesti di attore, regista, scrittore, sceneggiatore, personaggio che ha saputo portare la filosofia e il mito classico a ogni livello, nonché di scrittore dalla penna vivace e colorata.
Edito Mondadori, "Ti voglio bene assai" è stato pubblicato nel 2015 e, in 135 pagine, descrive le canzoni storiche e quelle più conosciute della tradizione musicale napoletana attraverso la chiave degli aneddoti personali dell'autore. Senza tralasciare le leggende o le storie reali che ne sono alla base. 
Di fondo c'è l'amore incondizionato di De Crescenzo per la città natale Napoli che, attraverso le sue contraddizioni e una fervida creatività, ha rappresentato la culla per lo sviluppo della cultura canora italiana nel mondo. E l'autore ci spiega come e perché. Con importanti riferimenti storici che vanno a scomodare re e regine, compositori classici, personaggi autorevoli italiani e non. Fautori della diffusione (consapevole o inconsapevole) della canzone partenopea oltre i ristretti confini cittadini, di quei rioni popolari e non solo in cui nascevano. 
Le canzoni prese in esame da Luciano De Crescenzo sono tante: "'O sole mio", "Torna a Surriento", "Malafemmena", "Era de maggio", "'O surdato 'nnammurato" solo per citarne alcune. Ognuna legata a momenti di vita privata, e poi raccontate e spiegate in singoli capitoletti, per coglierne il significato e l'essenza. Il libro si rivolge sia a un pubblico di lettori amanti e conoscitori della cultura napoletana, sia a semplici curiosi che vogliano conoscere qualcosa in più dell'argomento, potendo contare su traduzioni in lingua italiana delle strofe o dei modi di dire dialettali. L'andamento della scrittura è molto scorrevole e confidenziale, con digressioni personali che fanno sorridere e con uno stile espressivo pieno di personalità, quella riconoscibile, eclettica e geniale del padre di "Bellavista".

Citazioni da "Ti voglio bene assai"
"L'uomo però sottovaluta il pericolo, credendo di non essere vulnerabile alla tentazione. Si avvicina alla Sirena ma riesce a dirle appena poche parole prima di naufragare. Dunque attenzione! Se vi capita di passare vicino a una Sirena, abbiate il buon senso di tapparvi almeno le orecchie".
"In pratica, l'idea dell'autore è che quando amiamo qualcuno saremmo disposti a tutto. Persino la morte può sembrare più dolce, se preceduta dal bacio della persona desiderata".
"Lo so, a qualcuno potrà sembrare strano, ma a me è sempre piaciuto passeggiare per un qualsiasi vicolo della città, ed essere travolto dall'arcobaleno di colori dei panni stesi ad asciugare sui balconi".
"Il successo di Te voglio bene assaje fu uno dei tre eventi importanti che accaddero a Napoli in quel periodo: gli altri due furono la Ferrovia Napoli-Portici e l'illuminazione a gas delle strade cittadine".
"Era de maggio. Sì, ma poteva essere anche aprile. L'amore non ha stagioni".
"E' passata una vita. Quasi non me ne sono accorto. E ora eccole qua, le mie canzoni. La colonna sonora del mio personale panta rei. Tutto scorre, è proprio vero. I momenti di gioia sembrano scomparire in un soffio come quelli di tristezza. Anche se a volte dipende dal tipo di tristezza".

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La sposa americana, il celebre romanzo di mario soldati per amanti della narrativa classica italiana

3/9/2019

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FotoLa versione originale del 1977 edita Mondadori di "La sposa americana" di Mario Soldati
Una storia di passione adulterina e introspezione psicologica descritta con intensa vena espressiva: ecco info, trama e citazioni del romanzo di Mario Soldati "La sposa americana".
Letto in breve tempo durante le vacanze estive, "La sposa americana" è un romanzo che scorre veloce incuriosendo il lettore con una trama intrigante e un tratto descrittivo molto profondo. Uscito nel 1977, rappresenta uno dei romanzi più celebrati dello scrittore torinese Mario Soldati, molto apprezzato anche da un lettore esigente come Italo Calvino che ha parlato di una “perfezione di costruzione più unica che rara”.
In effetti, ciò che mi ha da subito colpito leggendo il libro è stata proprio la capacità dello scrittore di catapultarti in una dimensione parallela, rendendoti protagonista delle vicende attraverso una descrizione minuziosa e una scrittura molto accattivante. Un romanzo ideale per chi ama la letteratura classica, le trame amorose ben scritte e strutturate, per chi cerca un libro leggero ma intenso allo stesso tempo, che coinvolge senza stancare.
"La sposa americana" ha raggiunto presto un grande successo di critica: tradotto in ben sei lingue, si è aggiudicato il "Premio Napoli" nel 1978 e ha ispirato una pellicola omonima uscita nel 1983 (film diretto da Giovanni Soldati, figlio di Mario, con Stefania Sandrelli nei panni di Anna e musiche di Gino Paoli).

La trama di "La sposa americana"

La storia è incentrata sulle vicende di Edoardo, un italiano che insegna negli Stati Uniti, sposato con Edith, cittadina americana di origini slave, donna energica e inquieta. Tutto sarà messo in discussione a causa della passione adulterina del protagonista per la seducente e sensuale Anna, sua cognata e migliore amica di sua moglie, anche lei di origini italiane. La bella Anna ha sposato il fratello di Edith, ma la relazione scricchiola ben presto con non pochi colpi di scena, e a un certo punto è difficile frenare l'istinto passionale che si scatena tra i due cognati. Tra sentimento, tradimenti, bugie, ragione e istinto, le vicende si intrecciano fino a creare un groviglio di relazioni amorose, psicologiche e culturali diverse. La grande scrittura di Soldati dà anima e corpo alle protagoniste femminili, entrambe emancipate e libere nonostante i vincoli sociali, di cui si sottolinea bene la diversità derivante soprattutto dalla differente provenienza culturale, che dialoga ma non si incontra mai fino in fondo. Molto a fuoco il profilo di Edoardo, dettagliatamente sviluppato a livello psicologico, tra desideri inconfessabili, prontezza d'azione e profondi sensi di colpa.

Citazioni da "La sposa americana"
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"In gioventù tutti, uomini e donne, cercano di contrastare dentro il loro animo ogni nuova sincera simpatia: quasi la mettono alla prova, anche a costo di soffocarla sul nascere. È un istinto di prudenza e di difesa".
"Una divinità suprema dispone delle nostre esistenze, le intreccia, le organizza, e la mia storia sarebbe molto diversa se il Caso, calcolando con estrema precisione le frazioni di secondo, non l'avesse voluta come è". 
"Tutta la vita è un dono misterioso. Misurarlo mi sembra un'empietà".
"Il vero amore cominciava. Erano i suoi inganni sottili, antichi più del sole: aspira al potere assoluto; manovra paziente, cauto, scaltro; finge di rispettare la nostra intima democrazia; allo stesso tempo ci tortura, nascondendosi così bene nella persona da noi amata che accusiamo lei della crudeltà di lui, il tiranno che invece è dentro di noi, anche se ce ne accorgiamo soltanto troppo tardi, disperati, quando non può più farci male".

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" La MOSSA DEL CAVALLO ", uno dei romanzi più brillanti di Andrea Camilleri

18/6/2019

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FotoAlcuni libri di Andrea Camilleri dalla mia libreria
Letture in corso... La mossa del cavallo, pubblicato per la prima volta da Rizzoli nel 1999, è uno tra i più brillanti romanzi di Andrea Calogero Camilleri.
Scrittore infaticabile ma anche regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore, Camilleri ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Certamente per tutti noi è più semplicemente il "papà" del commissario Montalbano. 
​Non so se sia capitato anche a qualcuno di voi, ma io questa mattina mi sono alzata con il pensiero di accertarmi sulle sue condizioni di salute. La notizia diramata ieri sull'arresto cardiaco che ha colpito il "papà" di Montalbano mi ha scosso non poco. Nato a settembre del 1925, Camilleri si avvia verso la conclusione del suo 94esimo anno di età. Nonostante l'età avanzata e la cecità che l'ha colpito, ha però sempre dimostrato, anche recentemente, grandissima lucidità e capacità di analisi. Il suo è quindi il classico caso per cui, pur trattandosi di una persona anziana, non ci si riesce ad abituare facilmente all'idea che possa vacillare fino a non riprendersi più. Molto presente in tv, non soltanto indirettamente vestendo i panni del suo famoso Commissario interpretato da Zingaretti, ma mettendoci la faccia egli stesso introducendo i capitoli della serie ed essendo protagonista della serata mandata in onda lo scorso 5 marzo dalla Rai per lo spettacolo teatrale "Conversazione su Tiresia". 

Ricordiamo che Camilleri ha vinto diversi premi tra i quali: Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura - Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol 2015.
Ma passiamo al suo libro, che sto piacevolmente leggendo in questi giorni...
"La mossa del cavallo", ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto a Barrafranca (Enna) nel XIX secolo, è un interessante romanzo poliziesco di Camilleri del 1999, divenuto anche film tv nel 2018 ("La mossa del cavallo - C'era una volta Vigata") con protagonista Michele Riondino. Come sua abitudine, Camilleri prende spunto da fatti realmente accaduti, o sommamente raccontati, per una trama di prim'ordine. Un giallo sicuramente reso vivace dalle vicende che narra, ma soprattutto dai pittoreschi personaggi coinvolti e dall'uso del dialetto siciliano. Un elemento, quest'ultimo, che da un lato potrebbe destabilizzare, ma dall'altro inevitabilmente immerge il lettore nel reale e profondo contesto della Sicilia antica raccontata, tra vicende di sopraffazione, ingiustizie, rivalità, tradimenti.
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La trama
"La mossa del cavallo" narra le vicende di Giovanni Bovara, un vigatese cresciuto a Genova, inviato nella sua terra d'origine come ispettore capo ai mulini in seguito all'uccisione dei suoi due predecessori. Fin dal suo arrivo, Bovara cercherà di denunciare la tremenda corruzione dei suoi sotto ispettori e per questo motivo si troverà coinvolto in una vicenda dalla quale tenterà di tirarsi fuori facendo finta di giocare una partita a scacchi. Il suo agire intralcerà e metterà a rischio il "sistema" creato ad arte dal capomafia don Cocò Afflitto.

Citazioni

 "Una cosa è sapìri comu si chiama una pirsòna e una cosa è sapìri cu è".
"Di parole un fiume, di fatti carestia".
"Con animo cristiano era sempre pronto a prestare dinaro ai bisognevoli e doppo, con animo pagano, si faceva tornare narrè il doppio e macari il triplo di quello che aveva sborsato".

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romanzo in bianco e nero, ispirazioni cinematografiche, amore e guerra nel libro di delia morea

21/5/2019

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FotoIl nuovo libro di Delia Morea, "Romanzo in bianco e nero" edito Avagliano Editore
Candidato al Premio Strega 2019, il nuovo libro di Delia Morea, "Romanzo in bianco e nero" edito Avagliano Editore, è un omaggio della scrittrice al cinema neorealistico italiano, tra sogni, guerra e ricordi di una vita che non sempre offre ciò che dovrebbe.
Sono reduce dalla presentazione odierna del nuovo libro di Delia Morea, "Romanzo in bianco e nero", e devo dire che ne sono rimasta particolarmente colpita. A partire dalla scrittrice stessa, un vero scrigno di aneddoti, un pozzo pieno di cultura cinematografica oltre che teatrale, una penna scorrevole e coinvolgente. La Morea (già autrice di due libri molto interessanti, "Quelli che c'erano" e "Una terra imperfetta") ci catapulta questa volta nei duri anni della seconda guerra mondiale, lasciando proseguire la storia fino al 1975. Le vicende hanno inizio in un'Italia lacerata dal conflitto, precisamente nella Roma del 1939, dai toni cupi ma anche spensierati che una fortunata élite di giovani borghesi si trova a vivere. Il filo conduttore più evidente, approcciandosi al testo, è senza dubbio quello cinematografico (non a caso il titolo del libro riprende i colori delle pellicole di un tempo, uno dei tre protagonisti principali si chiama Marcello - evidente omaggio a Marcello Mastroianni -, le ambientazioni stesse ricreate e la narrazione rievocano film del cinema neorealista italiano). Insomma, è inevitabile immergersi in un'atmosfera che gli amanti del cinema e dei grandi registi e attori di un tempo non hanno mai dimenticato, continuando a restarne affascinati. C'è poi il tema della grande guerra, colpevole di aver cambiato (in molti casi in maniera irreversibile) molte esistenze, sia di quanti sono partiti, iniettandosi il dolore nelle vene, sia di coloro che sono rimasti, nell'attesa angosciante di un ritorno. E c'è ancora il racconto del tempo, di quel tempo che passa, che scorre veloce, che dovrebbe trascorrere in maniera diversa, offrire opportunità e ricordi felici invece di lasciare quell'amaro in bocca di occasioni perse per cause sulle quali è impossibile agire. E il racconto dell'amore, di una storia d'amore che vive di momenti di intensa armonia, ma anche di distacchi e perdite. 
Molto bello l'omaggio a Michelangelo Antonioni ad apertura del romanzo: "Io non so com'è la realtà...ci sfugge, mente di continuo. Io diffido sempre di ciò che vedo, di ciò che un'immagine ci mostra, perché immagino ciò che c'è al di là: e ciò che c'è dietro un'immagine non si sa".

La trama di "Romanzo in bianco e nero"
Il libro narra una storia di amore e di amicizia sullo sfondo di una Roma tormentata da accadimenti storici fondamentali. Protagonisti i cugini Marcello e Carlo, e la giovane ebrea Rachele, le cui vicende si snodano in due epoche specifiche: gli anni della Seconda Guerra Mondiale e quelli "di Piombo", i Settanta, entrambi periodi molto duri e significativi che avvolgono in un metaforico “bianco e nero” il nastro della storia italiana. I protagonisti sono alle prese con i sogni di un avvenire importante, ricco di aspettative, sono espressione di un ambiente borghese che può sognare in grande, ma poi nella condizione di chi vede infrangere le speranze e i progetti. I capitoli del libro si susseguono alternando il prima e il dopo, connotati dalle date diverse. Un romanzo che potrebbe fungere anche da inno alla gioventù, degli anni migliori della propria vita, che trascorrono mentre vengono vissuti e non sempre goduti. Nel binomio epocale degli anni Settanta, vivaci e frenetici come la gioventù, e degli anni della Guerra, complice di un inevitabile ripiegamento su se stessi, di immobilità e vita non vissuta. Il prologo e l'epilogo sono affidati a un unico personaggio, Marcello, che con la sua voce anziana, apre e chiude il romanzo come cala un sipario al teatro. 

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Myclaurette al salone del libro di torino: la nostra esperienza e i libri acquistati

14/5/2019

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FotoShopping al Salone Internazionale del Libro di Torino
Anche MyClaurette presente al Salone Internazionale del Libro di Torino 2019! Ecco un breve resoconto della giornata, gli incontri e lo shopping fatto.
Partecipare sabato scorso al Salone del Libro di Torino è stato bellissimo. A parte un po' di disorganizzazione nella gestione dei visitatori all'ingresso, devo dire che ho trovato un evento nel complesso ben strutturato e molto ricco. Ricco soprattutto di frizzante energia, voglia di conoscenza e condivisione. Sentirsi parte di un mondo culturale in fermento, trovarsi in mezzo a chi scrive, a chi disegna, a chi pubblica, a chi divulga conoscenza è una carica di entusiasmo e speranza che fa bene al cuore. E' stato estremamente interessante, tra le altre cose, ascoltare l'intervento di Luis Sepùlveda nel corso dell'incontro dal titolo La letteratura latinoamericana non esiste a cura di Encuentro in collaborazione con Instituto Cervantes; intravedere Alberto Angela nello spazio Rai che più che un divulgatore sembrava una rockstar per quanto il pubblico fosse in visibilio; scattarsi un selfie con Pif, che stimo molto e del quale apprezzo il pensiero e il lavoro; grande emozione mi ha suscitato poi incontrare Umberto Guidoni, astronauta, astrofisico e scrittore italiano che ha partecipato a due missioni NASA a bordo dello Space Shuttle. Letteralmente un uomo venuto dalle stelle! 
Noi di MyClaurette siamo quindi molto contente che quest'anno il Salone Internazionale del Libro di Torino, che ha chiuso ieri la sua 32esima edizione, abbia fatto registrare ben 148.000 presenze superando del 3% l'edizione 2018.  Ovviamente, abbiamo fatto acquisti!

Ecco quattro libri scelti al Salone che approfondiremo appena possibile nella nostra rubrica dedicata:
  • Doris, la ragazza misto seta di Irmgard Keun_L'Orma Editore
Doris è giovane, vive in provincia, si innamora spesso e sogna in grande. E a sognare non l'ha imparato nell'oscurità delle notti, ma nel buio delle sale cinematografiche. <La mia vita è come un film, ed è così che la voglio scrivere> annota nelle pagine che compongono questo incalzante romanzo di Irmgard Keun. 
  • Eleganza fascista, la moda dagli anni Venti alla fine della guerra di Sofia Gnoli_Carocci editore Sfere
Storia, moda, donne e regime sono gli ingredienti principali di questo libro che, attraverso documenti inediti, rare immagini di archivio e testimonianze orali, ripercorre la storia della moda italiana a partire dai primi anni Venti fino al suo grande riconoscimento internazionale dopo la Seconda guerra mondiale. 
  • La mossa del cavallo di Andrea Camilleri_Sellerio editore Pelermo
Il romanzo (pubblicato la prima volta da Rizzoli, nel 1999) è una combinazione di mosse ingegnose: una macchina scenografica a scacchiera. La vicenda si svolge tra Montelusa e Vigàta, nell'autunno del 1877: ai tempi della Sinistra storica al governo, e dei malumori contro il mantenimento dell'odiosa tassa sul macinato. 
  • La guida Lonely Planet sul Portogallo
​Facendo il countdown per il prossimo viaggio...

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che animale sei? il romanzo-favola di paola mastrocola

7/5/2019

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FotoLa mia edizione di Che animale sei? Storia di una pennuta di Paola Mastrocola_Edizione Mondolibri su licenza Ugo Guanda Editore_189 pp.
Che animale sei? di Paola Mastrocola è un tenero invito a scoprire il mondo con lo sguardo curioso di una piccola anatra che non sa di essere un'anatra. La recensione.
L'autrice

Gli esordi di Paola Mastrocola, torinese classe 1956, risalgono a ormai 19 anni fa. L'anno che lei stessa indica come il principio della Mastrocola scrittrice è appunto il 2000 quando La gallina volante si aggiudica il Premio Selezione Campiello. Nel 2001 il suo Palline di pane, romanzo edito da Guanda, sua casa editrice per circa dodici anni, arriverà tra i finalisti al Premio Strega. Nel 2004 vince il Super Campiello con il romanzo Una casa nel bosco e pubblica anche il saggio intitolato La scuola raccontata al mio cane nel quale esprime, forte della sua esperienza da docente, tutto il suo disappunto per le riforme scolastiche approvate in quegli anni accendendo molte polemiche. Nel 2005 arriva Che animale sei?, sempre edito da Guanda, il "romanzo-favola" con il quale ho conosciuto Paola Mastrocola e del quale vi voglio raccontare qui. La produzione di Paola Mastrocola negli anni è stata proficua, io ho apprezzato molto anche Più lontana della luna, romanzo del 2007, e L'amore prima di noi (2016). Ultimo nato, Leone, romanzo del 2018, per me ancora da scoprire.

Che animale sei? Storia di una pennuta
Protagonista di questo piccolo libro è una piccola anatra che non sa di essere un'anatra. Non avendola mai conosciuta, crede che sua mamma sia una pantofola e con questa inizia il suo cammino alla scoperta del mondo. Il primo dei 28 brevissimi capitoli che compongono le avventure della protagonista del romanzo è appunto intitolato Al caldo di una pantofola di pelo. Nel corso del suo viaggio di scoperta del mondo, tra disavventure e picchi di felicità, la piccola anatra riuscirà a trovare il coraggio di prendere consapevolezza della realtà e separarsi dall'amata pantofola che aveva rappresentato un posto sicuro dove sentirsi protetta. Incontrerà molti personaggi che le faranno comprendere, tra le altre cose, la sua vera identità e il valore dell'amicizia. Questo romanzo-favola di Paola Mastrocola ha il grande pregio di essere una piacevolissima lettura. Si può leggere ai bambini, ma sarebbe interessante che quegli stessi bambini, una volta cresciuti, lo rileggessero da adulti, coglierebbero senz'altro nuove sfumature, molto profonde, filtrate attraverso gli occhi e le esperienze di una vita più matura. Nella sua apparente semplicità, che passa dallo stile di scrittura alla caratterizzazione dei personaggi che popolano la storia, Che animale sei? è caratterizzato da una eccezionale profondità di contenuti raccontati con la leggerezza e lo sguardo incantato, curioso e, a tratti ingenuo, che solo i bambini sanno avere con tale spiccata intensità.
Il libro è arricchito dai bei disegni di Franco Matticchio, illustratore e pittore nato a Varese nel 1957 che, tra le altre cose, ha collaborato per anni con la storica rivista di fumetti e satira linus. 
Nel 2008 è stato poi pubblicato il sequel intitolato E se covano i lupi, in cui il tema centrale è quello delicato e magico dell'attesa.

 Citazioni dal libro
"Ci misero un po' a capirsi, perchè a volte non basta parlarsi per capirsi".
"La osservava lavorare e, più la osservava, più la pensava. E più la pensava, più gli veniva di osservarla. E lei, più si sentiva osservata, più ci dava dentro a scavare".
"C'è un momento in cui i pensieri bisogna fermarli. Perchè ne vengono troppi e si accavallano. Proprio come i cavalli: se tu li fai partire tutti insieme, poi si mettono uno sull'altro e infatti si dice: si accavallano. I cavalli. Ma anche i pensieri i possono accavallare. Mi si sono accavallati i pensieri, si dice. Si dice? Sì, si può dire, perchè no?"
"Per fortuna a un certo punto viene sempre la notte e così per un po' copre tutto".
"...le idee vengono sempre, le persone invece alle volte se ne vanno, soprattutto le persone un po' speciali che magari hai appena incontrato e non vorresti che andassero via mai più, le legheresti al tuo braccio con un cordino, come si fa con i palloncini, ma anche i palloncini poi se ne vanno, volano via e tu rimani con il tuo stupido cordino al braccio e cosa te ne fai, guardi il palloncino che se ne va in alto e poi non lo vedi neanche più, e chissà quanti milioni di palloncini ci sono in cielo, tutti i palloncini che abbiamo perso, che idioti!, cosa stavamo facendo quando li abbiamo persi, cosa avremmo potuto fare per non perderli mai..."
"E' sempre così, ce la prendiamo solo con chi ci vuol bene".
"L'unica era aspettare. Lucio aveva saputo da poco che la coda, se te la spezzano, poi ti può ricrescere. Ci vuole solo tempo. Lo aveva saputo da poco e gli era cambiata la vita: di colpo era diventato grande. Forse diventare grande è solo quest: sapere che la coda ti può ricrescere".

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Novità in libreria: "L'alfabeto della moda" di sofia gnoli con illustrazioni di Aldo Sacchetti

2/4/2019

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FotoL'alfabeto della moda_1a edizione marzo 2019_di Sofia Gnoli con illustrazioni di Aldo Sacchetti_Carocci editore
E' da pochi giorni in libreria "L'alfabeto della moda", scritto da Sofia Gnoli e illustrato da Aldo Sacchetti, edito da Carocci editore per la collana Sfere extra. 208 pp, 14 euro.

Da giovedì scorso, 28 marzo, è disponibile in libreria e negli e-shop un nuovo interessante libro dedicato alle parole della moda. La sua autrice, Sofia Gnoli,  insegna all'Università La Sapienza di Roma, è una affermata storica della moda e giornalista e collabora con Il Venerdì di Repubblica, La Repubblica e Vogue Italia. Già autrice di altri libri sul tema come Eleganza Fascista. La moda dagli anni Venti alla fine della Guerra  (2017) e Moda. Dalla nascita della haute couture a oggi (uscito nel 2012, oggi alla sua ottava ristampa), anche questi editi dalla Carocci, ha recentemente collaborato con il Victoria and Albert Museum di Londra per la mostra The Glamour of Italian Fashion 1945-2014. 
Il titolo dell'opera potrebbe far pensare a una sorta di elenco di termini tecnici e di settore che poco hanno a che fare con il racconto, ma invece è proprio il racconto l'elemento fondante di questo libro. Le lettere dell'alfabeto, seppur accuratamente riferite a capi,  accessori e stili che sono tappe fondamentali nella storia della moda, sono in realtà lo spunto per l'autrice per raccontare in modo molto interessante aneddoti e riferimenti che vanno dal mondo del cinema a quello editoriale, musicale, cinematografico, artistico e ovviamente, a quello più propriamente legato agli stilisti e al mondo delle passerelle. Sofia Gnoli delinea quindi un percorso piacevolissimo e molto divertente nel quale incontriamo stelle del cinema come Catherine Deneuve e Audrey Hepburn, ma anche personaggi della musica particolarmente eclettici come David Bowie e Iggy Pop, e poi pensatori come Gabriele D'Annunzio e firme della moda come Coco Chanel, Yves Saint Laurent. Passando per i cappellini fluo della regina Elisabetta, facciamo amicizia quindi con veri e propri pilastri che hanno lasciato la propria firma indelebile nella storia della moda. Sofia Gnoli lo fa in un modo così gioviale che leggendo L'alfabeto della moda si ha come la sensazione che sia proprio Katharine Hepburn a suggerirci all'orecchio uno dei suoi preziosi consigli su come indossare i pantaloni.
 
 
A dare colore e forma alle parole scelte dall'autrice, un brillante illustratore, Aldo Sacchetti.
Calabrese di origini, dopo il liceo classico decide di assecondare la propria passione per il disegno figurativo continuando la sua formazione presso l’Accademia Internazionale d’Alta Moda “Koefia” di Roma. Il suo stile è particolarissimo e fortemente riconoscibile. Le sue figure, seppur esili nelle forme, contengono una grande personalità nello sguardo. Oltre che nella fisicità, è negli occhi infatti, che tradiscono spesso un atteggiamento altezzoso, sofisticato e a mio parere anche un bel po' noir, che ritrovo la firma di Aldo Sacchetti. Bellissima poi la tecnica coloristica, leggera e acquerellata, a conferire ancora più eleganza alle illustrazioni.
I suoi disegni rappresentano, con la stessa ironia che la Gnoli mette nei testi, la bellezza e il lato più spumeggiante e "frivolo" di termini che si potrebbe far fatica a rappresentare. Ed è così che parole come "rete", "quadri", "tailleur", "uniforme" diventano sinuose e avvolgenti grazie al talento e alla passione di Aldo Sacchetti. Tratti eleganti, illustrazioni meravigliose e originalissime. Giustamente presenti anche sulla bellissima copertina, danno un grandissimo valore aggiunto a questo interessante progetto editoriale che potrebbe trovar posto, a mio parere, non soltanto nelle librerie degli appassionati di moda.    

Di seguito il link al sito dell'editore dove, in questo momento, il libro è disponibile a 11,90 euro >  L'alfabeto della moda 

Per chi invece volesse fare un piccolo viaggio nella storia della moda italiana con l'autrice del volumetto di cui abbiamo parlato, vi segnalo una serie di video interessanti che ho trovato su youtube e che Sofia Gnoli ha realizzato con Società Dante Alighieri. Vi lascio il link al video introduttivo dal quale poi potete arrivare facilmente ai successivi > Sofia Gnoli - Introduzione - Storia della moda italiana - Le Pillole della Dante

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Gli occhiali d'oro, romanzo breve di Giorgio Bassani e piccolo gioiello della letteratura italiana

26/3/2019

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FotoLa mia edizione de Gli occhiali d'oro di Giorgio Bassani nella collana Classici moderni Oscar Mondadori
L'opera certamente più famosa di Giorgio Bassani è "Il giardino dei Finzi-Contini", romanzo del 1962 dal quale è stato tratto anche un bel film diretto da Vittorio De Sica nel 1971. C'è però un romanzo breve scritto qualche anno prima, nel 1958, intitolato "Gli occhiali d'oro", ingiustamente sottovalutato, che merita di essere approfondito. 

Giorgio Bassani (1916 - 2000)
Giorgio Bassani è un autore di origini ebraiche nato a Bologna nel 1916 da una famiglia dell'alta borghesia originaria di Ferrara, città spesso protagonista delle sue opere, nella quale Giorgio visse e compì i propri studi fino al 1934, anno in cui si iscrisse alla facoltà di lettere di Bologna. Per le sue origini, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, subì una serie di persecuzioni che colpirono anche la sua famiglia (molti dei suoi familiari rimasti a Ferrara finirono nei campi di sterminio di Buchenwald). Giorgio Bassani però seppe reagire al brusco cambiamento di rotta della propria condizione, da uomo libero e agiato a perseguitato, svolgendo attività di propaganda antifascista. Arrestato nel 1942, rimase in carcere fino alla caduta del Fascismo per poi tornare a dedicarsi finalmente, da uomo libero, alla scrittura, all'insegnamento e all'attività editoriale. 
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Gli occhiali d'oro (1958)
Protagonista de Gli occhiali d'oro è Athos Fadigati, un medico veneziano di successo che si trasferisce da Venezia a Ferrara, città nella quale svolge la propria professione con soddisfazione godendo della stima dell'alta borghesia locale. Ben presto però, la reputazione del medico viene compromessa dal pettegolezzo che comincia a circolare in città riguardo la sua presunta omosessualità.
A far precipitare la situazione una relazione che Fadigati instaura durante una vacanza estiva con un giovane, Eraldo Deliliers, il prototipo della sfrontatezza e della negatività.
La voce narrante del romanzo è quella di un ragazzo, giovane intellettuale di origini ebraiche, che fa parte della compagnia di Deliliers e che nel corso del racconto porterà a compimento un personale percorso di crescita interiore e di consapevolezza sui temi dell'emarginazione e della solitudine che, per diverse ragioni, possono toccare la vita di ognuno di noi. Finirà col vedersi sempre più simile e sempre più vicino al povero Fadigati con il quale sentirà di condividere, per ragioni diverse, la solitudine in un mondo che giudica e si rifiuta di conoscere. 
Non mi dilungo oltre sulla trama, spero di avervi incuriosito quel tanto che basta a farvi venire voglia di leggere il libro. E' un romanzo breve scritto con estrema eleganza e garbo. Un'opera che meriterebbe molto più del successo ottenuto fin'ora. Un piccolo gioiello della nostra letteratura.
I temi toccati sono delicati e attualissimi. Bassani parla di omosessualità, di emarginazione, di discriminazione, di antisemitismo, di solitudine, di quanto possa fare male quella ristretta e mediocre mentalità di provincia che tende ad additare chiunque non si muova all'interno di convenzioni sociali arretrate e chiuse. Sono tutti temi ancora oggi aperti, sui quali è bene riflettere e aprire la mente, sempre un po' di più, nell'ottica del rispetto delle diversità e delle unicità perchè siamo tutti, nessuno escluso, diversi e unici.
Io ho amato moltissimo questo romanzo; il mio momento preferito è quello in cui Bassani descrive l'incontro che il dottor Fadigati, ormai provato dalle accuse contro di lui, e il giovane che fa da voce narrante, anche lui messo alla prova dal suo essere ebreo, fanno con una cagnolina durante una passeggiata serale... un momento poetico bellissimo.
Anche da Gli occhiali d'oro è stato tratto un film, nel 1987, diretto da Giuliano Montaldo con musiche di Ennio Morricone. Troviamo un bravissimo Philippe Noiret nei panni del dottor Athos Fadigati, e poi Rupert Everett, Stefania Sandrelli, Valeria Golino, insomma un grande cast per un film che ha riscosso un bel successo sia di pubblico sia di critica.

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alessandro baricco e il suo novecento

29/1/2019

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Apro la rubrica dedicata ai libri con uno dei miei preferiti: Novecento di Alessandro Baricco, anno 1994.
​Poche pagine, un libro dal peso materiale inconsistente, ma di grande peso in senso metaforico.
L’ho letto la prima volta al liceo, la mia insegnante di italiano, che stimavo molto, ci propose un compito sicuramente di non facile esecuzione, ma certamente molto stimolante: avremmo dovuto scrivere, in uno dei nostri compiti in classe, un tema in cui facevamo un parallelismo tra il libro Novecento, la sua versione eseguita sotto forma di opera teatrale e la sua trasposizione in chiave cinematografica, meglio nota come La leggenda del pianista sull’Oceano, meraviglioso film di Giuseppe Tornatore del 1998, con le musiche di Ennio Morricone.
Naturalmente leggemmo il libro, che nasce proprio come monologo teatrale, andammo a teatro e guardammo il film. Bene, il mio tema andò alla grande! Ero talmente entusiasta di tutto quanto, che credo di averne scritto con un tale trasporto per cui anche se la mia professoressa mi avesse odiato, ma per fortuna non era così, non avrebbe potuto esimersi dal premiarmi e darmi la giusta ricompensa.
Avrei moltissima voglia di rileggere quel tema oggi, chissà quale sarebbe il mio parere in merito, di sicuro mi farebbe tenerezza e mi riempirebbe di orgoglio. E’ un vero peccato che i temi di italiano debbano rimanere agli atti della scuola per poi finire al macero, ma tant’è. In fondo non tutto ciò che viene distrutto scompare, chi più di Novecento e del suo Virginian può insegnarcelo? Poesia.

Consiglio: Non perdetevi PlayNovecento su Spotify, dove letteratura e musica si incontrano. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Baricco, voce narrante della sua stessa storia, e Alessio Bertallot, che ha scelto la musica, dando vita a qualcosa che è molto più di una playlist.
E’ una notevole esperienza. ​

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