![]() Metto subito le mani avanti: io amo alla follia il film con Audrey Hepburn e George Peppard, ho il dvd e l’ho consumato a furia di guardarlo e riguardarlo. Il libro in questo caso è arrivato nella mia vita solo dopo e, cosa che solitamente accade di rado, non ho preferito il romanzo al film. Semplicemente trovo che, per quanto ci siano nel film molte parti chiaramente riprese dal romanzo, quelle eliminate o modificate siano bastate a cambiare la percezione che si ha dei personaggi e della storia in generale. Ma rimaniamo sul romanzo, tema di questo post. Il suo autore, Truman Capote, nato a New Orleans nel 1924 e morto all’età di sessant’anni a Los Angeles, è considerato una delle voci più originali della letteratura americana del Novecento ed è molto noto per essere anche autore di A sangue freddo (1966), romanzo successivo rispetto a Breakfast at Tiffany’s, che vide la luce nel 1958, anno della sua prima pubblicazione. Colazione da Tiffany arriverà in Italia un anno dopo, nel 1959. Nel 1961 verrà realizzato l’omonimo film con Blake Edwards alla regia. A raccontarci la storia come se fosse la trama di uno dei suoi racconti, in questo caso autobiografico, è Paul Varjak, aspirante scrittore squattrinato che diventa vicino di casa della vera protagonista della storia, Holly Golightly, una ragazza dalle mille sfaccettature e contraddizioni, generosa con gli uomini, spesso ferita, ma eternamente bambina. Nel romanzo il personaggio di Holly viene fuori nella sua dirompente bellezza velata di mistero e poesia in mezzo a tante figure maschili che, per quanto molto ben caratterizzate da Capote, perdono fascino rispetto a lei che, se nel romanzo attira come una calamita gli uomini, allo stesso modo assorbe l’attenzione di chi legge. La storia raccontata da Capote, per quanto scritta talmente bene da scivolare via leggera e piacevole, è in realtà molto dura. Ho apprezzato e amato il romanzo, ma in questo caso, e non mi succede quasi mai, la Holly che mi ha rubato il cuore non è quella originale, ma la sua rivisitazione, ammetto edulcorata, della versione cinematografica. Quando si tratta di Audrey Hepburn probabilmente non riesco a rimanere imparziale, o semplicemente amo talmente tanto il finale di quel film meraviglioso (completamente diverso da quello del romanzo) che non riesco proprio a immaginare una Holly Golightly che non sia inzuppata nel suo trench, con il suo Gatto rosso stretto tra le braccia, mentre bacia Paul regalandoci una delle scene più romantiche della storia del cinema di tutti i tempi. A Truman Capote va però il merito di averci regalato pagine di incantevole letteratura senza le quali nessuna delle due, o più, Holly sarebbero mai potute nascere. Come dico sempre: meglio leggere prima il libro e solo dopo guardare il film che ne è derivato, per il semplice motivo che altrimenti la nostra immaginazione risulterà già condizionata da quella di regista, sceneggiatore, costumista, ecc., ma non è sempre possibile dare un ordine alle cose e in questo caso a me è successo di innamorarmi di una Holly che non è propriamente la “mia”, ma le voglio talmente bene che va bene così. E voi cosa ne pensate? Vi è rimasto più nel cuore il film o il romanzo? Di seguito alcune delle mie citazioni preferite tratte dal romanzo: "Portava sempre gli occhiali neri, era sempre in perfetto ordine, c'era un innato buon gusto nella semplicità dei suoi abiti, nei grigi, negli azzurri, nell'opacità dei tessuti che la faceva brillare di luce propria." "...per baciare qualcuno basta piegarsi un po' in avanti." "Bisogna essere sensibili per apprezzarla, bisogna avere una vena di poeta." "E' una piccola seccatura, il fatto che non abbia un nome. Ma io non ho il diritto di darglielo, dovrà aspettare fino a quando non apparterrà a qualcuno." "<Non voglio possedere niente finchè non avrò trovato un posto dove io e le cose faremo un tutto unico. Non so ancora precisamente dove sarà. Ma so com'è.> Sorrise e lasciò cadere il gatto sul pavimento. <E' come da Tiffany> disse. " "Si deve molto a chi ci dà un po' di fiducia." "Queste settimane, che abbracciano la fine di un'estate e il principio di un altro autunno, sono confuse nella mia memoria, forse perchè la nostra comprensione reciproca aveva raggiunto la dolce profondità in cui due persone comunicano più spesso con il silenzio che con le parole." "E, a un tratto, accadde. Mentre guardavo i colori sfumati dei capelli di Holly balenare alla luce rosso-gialla delle foglie, l'amai abbastanza da dimenticare me stesso, le mie disperazioni egoistiche e da essere contento perchè stava per succedere qualcosa che lei pensava felice." "Sì, perchè non può continuare così per sempre. A non sapere che cos'è tuo finchè non lo butti via."
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Febbraio 2020
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