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Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo_Rodari

Gli occhiali d'oro, romanzo breve di Giorgio Bassani e piccolo gioiello della letteratura italiana

26/3/2019

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FotoLa mia edizione de Gli occhiali d'oro di Giorgio Bassani nella collana Classici moderni Oscar Mondadori
L'opera certamente più famosa di Giorgio Bassani è "Il giardino dei Finzi-Contini", romanzo del 1962 dal quale è stato tratto anche un bel film diretto da Vittorio De Sica nel 1971. C'è però un romanzo breve scritto qualche anno prima, nel 1958, intitolato "Gli occhiali d'oro", ingiustamente sottovalutato, che merita di essere approfondito. 

Giorgio Bassani (1916 - 2000)
Giorgio Bassani è un autore di origini ebraiche nato a Bologna nel 1916 da una famiglia dell'alta borghesia originaria di Ferrara, città spesso protagonista delle sue opere, nella quale Giorgio visse e compì i propri studi fino al 1934, anno in cui si iscrisse alla facoltà di lettere di Bologna. Per le sue origini, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, subì una serie di persecuzioni che colpirono anche la sua famiglia (molti dei suoi familiari rimasti a Ferrara finirono nei campi di sterminio di Buchenwald). Giorgio Bassani però seppe reagire al brusco cambiamento di rotta della propria condizione, da uomo libero e agiato a perseguitato, svolgendo attività di propaganda antifascista. Arrestato nel 1942, rimase in carcere fino alla caduta del Fascismo per poi tornare a dedicarsi finalmente, da uomo libero, alla scrittura, all'insegnamento e all'attività editoriale. 
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Gli occhiali d'oro (1958)
Protagonista de Gli occhiali d'oro è Athos Fadigati, un medico veneziano di successo che si trasferisce da Venezia a Ferrara, città nella quale svolge la propria professione con soddisfazione godendo della stima dell'alta borghesia locale. Ben presto però, la reputazione del medico viene compromessa dal pettegolezzo che comincia a circolare in città riguardo la sua presunta omosessualità.
A far precipitare la situazione una relazione che Fadigati instaura durante una vacanza estiva con un giovane, Eraldo Deliliers, il prototipo della sfrontatezza e della negatività.
La voce narrante del romanzo è quella di un ragazzo, giovane intellettuale di origini ebraiche, che fa parte della compagnia di Deliliers e che nel corso del racconto porterà a compimento un personale percorso di crescita interiore e di consapevolezza sui temi dell'emarginazione e della solitudine che, per diverse ragioni, possono toccare la vita di ognuno di noi. Finirà col vedersi sempre più simile e sempre più vicino al povero Fadigati con il quale sentirà di condividere, per ragioni diverse, la solitudine in un mondo che giudica e si rifiuta di conoscere. 
Non mi dilungo oltre sulla trama, spero di avervi incuriosito quel tanto che basta a farvi venire voglia di leggere il libro. E' un romanzo breve scritto con estrema eleganza e garbo. Un'opera che meriterebbe molto più del successo ottenuto fin'ora. Un piccolo gioiello della nostra letteratura.
I temi toccati sono delicati e attualissimi. Bassani parla di omosessualità, di emarginazione, di discriminazione, di antisemitismo, di solitudine, di quanto possa fare male quella ristretta e mediocre mentalità di provincia che tende ad additare chiunque non si muova all'interno di convenzioni sociali arretrate e chiuse. Sono tutti temi ancora oggi aperti, sui quali è bene riflettere e aprire la mente, sempre un po' di più, nell'ottica del rispetto delle diversità e delle unicità perchè siamo tutti, nessuno escluso, diversi e unici.
Io ho amato moltissimo questo romanzo; il mio momento preferito è quello in cui Bassani descrive l'incontro che il dottor Fadigati, ormai provato dalle accuse contro di lui, e il giovane che fa da voce narrante, anche lui messo alla prova dal suo essere ebreo, fanno con una cagnolina durante una passeggiata serale... un momento poetico bellissimo.
Anche da Gli occhiali d'oro è stato tratto un film, nel 1987, diretto da Giuliano Montaldo con musiche di Ennio Morricone. Troviamo un bravissimo Philippe Noiret nei panni del dottor Athos Fadigati, e poi Rupert Everett, Stefania Sandrelli, Valeria Golino, insomma un grande cast per un film che ha riscosso un bel successo sia di pubblico sia di critica.

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