![]() Giappone, 1988. Una giovane scrittrice, all'epoca appena ventiquattrenne, scrive il suo primo romanzo, "Kitchen". Forte dell'immediato successo ottenuto in patria, con oltre 60 ristampe nel solo Giappone, Kitchen di Banana Yoshimoto diventa un caso letterario internazionale e nel 1991 arriva anche in Italia edito da Feltrinelli per la collana I Canguri con traduzione e postfazione di Giorgio Amitrano. La prima edizione per la Universale Economica Feltrinelli è del marzo 1993, la mia è la quarantesima edizione, maggio 2014. E' la dimostrazione che Kitchen è un libro che continua ad affascinare tantissimi lettori in Italia e nel mondo. Come mai l'ho acquistato? In tutta sincerità ammetto di essere stata particolarmente attratta dalla copertina, mi piace ancora oggi moltissimo. E poi dal nome dell'autrice, Banana. Dev'essermi sembrata una combinazione di ingredienti perfetta per un libretto intitolato "Cucina" e l'ho comprato. Non me ne sono pentita, tutt'altro. La trama di "Kitchen" Mikage è una giovane ragazza che, dopo la morte della nonna, si ritrova completamente sola, o quasi. Perso qualsiasi legame con la famiglia d'origine, Mikage riesce a trovare conforto nel suo posto del cuore, la cucina. Lei adora le cucine, alla follia! In questa solitudine irrompe però un ragazzo, Yuichi, che la invita ad andare a vivere a casa sua con lui e con sua madre, Eriko, una donna affascinante, solare e piena di vita che Mikage imparerà a conoscere profondamente. In questa ritrovata atmosfera calda e familiare, dove la cucina avrà sempre un posto fondamentale per Mikage, si snoda il racconto che Banana Yoshimoto consegna ai lettori con una grande carica emozionale e con profonda sensibilità e una vena malinconica, a tratti poetica, toccando temi come la solitudine, l'amicizia, l'amore, l'omosessualità e promuovendo un'idea di famiglia non convenzionale. Il libro si compone di due parti: Kitchen e Plenilunio (Kitchen 2) C'è poi Moonlight Shadow, slegato dal resto, un racconto breve che l’autrice presentò come tesi di laurea, molto influenzato dal genere dello “shojo manga”. Citazioni da "Kitchen" "Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene." "Mentre ci davamo appuntamento, guardai dalla finestra. L'aria era color grigio piombo. Le nuvole venivano trascinate via dal vento con una forza incredibile. in questo mondo non c'è posto per le cose tristi. Nessun posto." "Mentre lavavo le tazze udivo, mescolata al rumore dell'acqua, una canzone che Yuichi stava canticchiando. Abbiamo fermato la barca lontano per non disturbare la luna..." "Le persone che vogliono farcela da sole dovrebbero prima di tutto curare qualcosa che cresce. Un bambino, una pianta, che so. Facendolo, si capiscono i propri limiti. E' un punto di partenza." "Diventerò grande, accadranno tante cose e toccherò il fondo molte volte. Soffrirò molte volte e molte volte mi rimetterò in piedi. Non mi lascerò sconfiggere. Non mi lascerò andare. Le cucine dei sogni. Ne avrò infinite. Nell'anima, nella realtà, nei viaggi. Da sola, con tanti altri, in due, in tutti i posti dove vivrò. Sì, ne avrò infinite." "I grandi personaggi nel loro semplice esistere emettono luce e rischiarano lo spirito di chi sta loro accanto. Così, quando si spengono, inevitabilmente scende un'ombra pesante." "E' notte nelle strade. Mentre aspettiamo al semaforo è bello vedere la gente che passa davanti al parabrezza, impiegati, donne, giovani, vecchi, brillare alla luce dei fari. E' l'ora in cui, sotto la cupola fredda e silenziosa della notte, tutti, avvolti in maglioni e cappotti, sono diretti verso un posto caldo, chissà dove." "I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa."
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Febbraio 2020
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