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La moda è fatta per andare fuori moda_Coco Chanel

100 anni di bauhaus: ecco come la scuola artistica ha influenzato moda e design

28/3/2019

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FotoManifesto esposizione Bauhaus 1932
Nel 1919, a opera dell'architetto Walter Gropius nasceva la Scuola del Bauhaus, tra le più influenti e significative espressioni stilistiche moderne: ecco come ha influito sulla moda e sul design attuali.
Il Bauhaus compie 100 anni, ma è sempre attualissima come corrente artistica e stilistica, tanto da rappresentare una ricca fonte di ispirazione per l'architettura, il design e la moda. Per questo importante anniversario, sono tante le occasioni che ne celebrano il valore artistico, soprattutto in Germania: mostre, retrospettive, avvenimenti durante tutto l'anno, e anche alcuni grandi creativi della moda e del design hanno trovato il modo per omaggiare questa corrente con progetti appositamente studiati. Ma in realtà, il Bauhaus non ha mai abbandonato il modo di progettare e di creare, non solo in occasione del suo centenario.

COME NASCE IL BAUHAUS: ALCUNI CENNI STORICI
Il Bauhaus è stata una Scuola di architettura, arti applicate e design che ha operato in Germania dal 1919 al 1933, nata nella città di Weimar a opera dell'architetto, urbanista e designer Walter Gropius, ricordato come uno dei pilastri del Movimento Moderno in architettura. Il nome deriva dalla parola medievale "bauhutte", che significa "loggia dei muratori". La Scuola, erede delle avanguardie anteguerra, è stata il riferimento per i successivi movimenti di innovazione, e la sua esperienza didattica ha profondamente influito sul metodo di insegnamento tecnico e artistico, arrivando fino ai giorni nostri. La sua maggiore rivoluzione è stata quella di istituire uno stile architettonico che punta a unire arte e tecnologia raccontandole attraverso la semplicità e le linee essenziali. L'interruzione delle attività della scuola si deve all'avvento del nazismo. 
Questa filosofia rivoluzionaria ha sconvolto i confini, all'epoca invalicabili, tra arte e artigianato, creatività e meccanica, poetica e produzione industriale. Ha assecondato un moderno approccio razionalista basato sulla ricerca di forme, linee e superfici nuove, che ha portato alla creazione di pezzi iconici e che ancora oggi sono presi a esempio (pensiamo alla sedia Wassily in tubi metallici e pelle).

IL BAUHAUS E LA MODA
L’esperienza del Bauhaus è stata fondamentale per numerosi motivi e in molteplici settori. Per quanto riguarda il mondo del fashion design, l'eredità è tangibile ancora oggi nei vestiti di star come David Bowie (ricordiamo ad esempio la tuta in Ziggy Stardust) e Lady Gaga, ma le influenze sono evidenti anche sulle passerelle di tanti stilisti, da Yves Saint Laurent ad Alexander Wang a Paul Smith. Gli elementi distintivi sono le silhouette semplici, le linee dritte e pulite, le forme simmetriche e geometriche. Per quanto riguarda i toni, invece, esemplare l'utilizzo dei campi di colore.
Prada e la sua collezione di borse Ouverture 2019
La collezione è stata lanciata con la stagione Resort 2019 ed è chiaramente ispirata alle forme del Bauhaus. Non a caso, infatti, i volumi geometrici sono il frutto della destrutturazione di un semplicissimo rettangolo. Si tratta di una linea di shopper, tote bags e bucket bags dallo stile generale molto essenziale, proposte in formati verticali o orizzontali in mignon, midi e maxi size, capienti e pratiche, con doppi manici, tracolle e fettucce per essere indossate al braccio, da hand-bag o cross-body. Molto minimalisti gli elementi decorativi che, come Scuola insegna, sono basici e poco visibili. Niente fronzoli, ma praticità e linearità. 

IL BAUHAUS E IL DESIGN
Come già detto, l'insegnamento del Bauhaus è ancora attualissimo e ispira il lavoro di grafici, pubblicitari e architetti, oltre che degli stilisti. Soprattutto relativamente a un modo di progettare fondato su criteri essenziali, senza eccessive decorazioni ma con un’attenzione speciale per la funzione, valori applicati dai docenti di qualsiasi disciplina, dalla falegnameria, alla gioielleria al design. A questi principi, ad esempio, si è allineata la concezione dell'Ikea che arreda le case di mezzo mondo con il suo originale modo di assemblare i mobili e di renderli fruibili in maniera semplice. In occasione del suo centenario, la Scuola tedesca viene inoltre omaggiata da un gruppo di creativi che hanno rivisitato i loghi di famosi brand contemporanei attraverso i suoi tratti distintivi. Il progetto “Haus work”, ideato dalla piattaforma internazionale “99designs”, ha reinventato loghi e scritte di marchi come Netflix, Adidas, Apple, Google, Lego, BMW, BBC, Burger King, Domino’s, Starbucks, WWF e Ferrari con risultati davvero sorprendenti. Anche l'azienda Alessi omaggia il valore storico, artistico e culturale del Bauhaus con alcuni dei progetti prodotti su licenza del Bauhaus Archiv di Berlino: con packaging celebrativo troviamo infatti i Posacenere in acciaio e ottone “90010”, “90046” di Marianne Brandt e il Set per zucchero e crema in acciaio “90042” di Marianne Brandt e Helmut Schulze.

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Personalizzazione! La nuova parola d'ordine della moda e non solo: il centro sei tu

21/3/2019

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Etro e Zara che personalizzano con nome rispettivamente pochette e jeans, ma anche Shampora che produce shampoo e balsamo su misura, ecco qualche esempio di "personalizzazione" nella moda e non solo per studiare il fenomeno.
C'è un'onda anomala che sta sconvolgendo le nostre vite ed è quella della customizzazione, ovvero il desiderio che tutto sia fatto ad hoc, solo per noi. Certamente questa voglia di personalizzazione che sta invadendo tutto e tutti ha preso il via dall'ultima tendenza da parte delle aziende, di moda e non solo, di omaggiare influencer e blogger di particolare successo con capi e accessori realizzati appositamente per loro. Il meccanismo "scatto e posto" si innesca in un attimo! Così anche la condivisione a catena e la diffusione del desiderio.
Un esempio lampante a dimostrazione di ciò è quello delle pochette RSVP che Etro ha fatto realizzare come buste-invito per le star invitate alla propria sfilata durante la Milano Fashion Week.
Bene, le pochette decorate con l'iconica tela Paisley resinata e con il nome degli invitati, giustamente postate e ripostate dai partecipanti sui propri profili social, hanno spopolato talmente da diventare una capsule collection in limited edition personalizzabile con il nome, in rosa o celeste. Sul sito di Etro è andata sold out in pochissimi giorni! 

Ma non è solo questo. Oggi, anche grazie al fiorire di startup innovative e originali, è molto più semplice rispetto a qualche anno fa riuscire a realizzare questo desiderio di personalizzazione. Magari è sempre stato latente dentro di noi, ma senza una nonna o una zia di buon cuore abili con i ferri e la macchina per cucire, rimaneva un sogno nel cassetto. Oggi bastano pochi clic e il gioco è fatto! 
Ho scoperto pochi giorni fa, per esempio, una startup che si chiama Shampora, che permette di realizzare, rispondendo a circa una ventina di semplici quesiti sul tipo di capello e lo stile di vita, shampoo e balsamo su misura per ognuno di noi! E non è finita: c'è anche la possibilità di far scrivere sulla confezione il nome della persona alla quale è destinato quel prodotto. Ottimo anche come idea regalo! Io non li ho ancora testati, ma trovo che il packaging sia molto carino nella sua semplicità e l'idea è assolutamente geniale! Se volete provare, cliccate qui > Shampora e sarete reindirizzati al sito. Io ho effettuato il mio primo ordine pochi giorni fa, è stato semplicissimo. Vi farò sapere poi la mia opinione una volta arrivati e provati i prodotti.
​Dal 27 marzo invece, per celebrare ancora una volta la tendenza denim che si è imposta per questa primavera in arrivo, ci pensa Zara a saziare la nostra voglia di personalizzazione con l'introduzione di un nuovo servizio per i suoi clienti: sarà possibile personalizzare i jeans e una selezione di capi in denim presenti in-store. Unica limitazione: la parola non può contenere più di undici caratteri e potrà essere impressa/ricamata su nove articoli selezionati della linea TRF in denim. Si potrà poi decidere dove posizionare la scritta, con quale font realizzarla e il colore del carattere. Il servizio è offerto senza limiti sul sito di Zara con i normali tempi di attesa degli acquisti on line, sarà invece proposto in esclusiva di pochi punti vendita ed effettuato al momento (a Milano sarà possibile usufruire del servizio nel negozio di Corso Vittorio Emanuele, a Barcellona in quello di Plaza Catalunya, ad Amsterdam in Kalverstraat). 
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Christian Louboutin, come nascono le iconiche "Red Sole shoes" e perché hanno la suola rossa?

14/3/2019

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FotoDal libro Scarpe! edito da Rizzoli (2010)
Chi non ha mai sentito parlare delle scarpe con la suola rossa di Christian Louboutin? Ecco una breve storia di come è nato il suo mito.
Quante donne farebbero pazzie per un bel paio di scarpe? Certamente non tutte, ma tantissime sì.
Io devo ammettere che rientro nel cliché delle donne ossessionate da questo incredibile oggetto del desiderio. Non necessariamente tacco 12, sia ben chiaro, ma la verità è che le scarpe all'interno di un look fanno tantissimo, possono trasformare un outfit da giorno in un perfetto look da sera in un attimo! Poterle cambiare e adattare alle proprie necessità e al proprio stato d'animo è fondamentale. 
E se queste scarpe fossero le iconiche scarpe dalla suola rossa di Louboutin? Amore a prima vista!
Sì perché Christian Louboutin, anima creativa e manageriale dell'omonimo brand, è tra quelli che hanno segnato il mondo delle calzature di lusso con una firma indelebile.
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Come nascono le scarpe di Christian Louboutin
Classe 1964, parigino, Christian capì subito che il classico percorso scolastico non faceva al caso suo e che seguire la sua naturale attrazione per il mondo circense e dei cabaret lo avrebbe portato nella giusta direzione. In fondo, come lui stesso ha affermato in diverse interviste, lui voleva disegnare scarpe per le showgirl! La sentiva come la sua vocazione naturale. Fece quindi il suo primo praticantato alle Folies Bergères, per poi lavorare con Charles Jordan in Romans. Molto grato a Roger Vivier, che considera suo mentore, nel corso della sua carriera ha collaborato con vari stilisti, come Chloé, Lanvin, Roland Mouret, Diane von Fürstenberg, Alexander McQueen e Victor & Rolf.
Nei primi anni Novanta lanciò la prima linea di calzature a proprio nome. Aprì quindi il suo primo negozio a Parigi e poi quello di New York. Da lì non si è più fermato, ha messo a segno un successo dietro l'altro e ha continuato a disegnare e realizzare scarpe da sogno caratterizzate da tacchi altissimi e design molto femminile, impreziosite spesso da vistose decorazioni come piume, borchie e strass.
Le sue sono scarpe sono estremamente sexy, enfatizzano il collo del piede e l'andatura sinuosa di chi le indossa. 
Nel 2010 Christian Louboutin ha dedicato una sua creazione, uno strepitoso sandalo nero di vernice caratterizzato da una serie di sette fibbiette colorate allacciate ad altrettanti bottoncini chiamato "The Blake", all'attrice Blake Lively, sua grande amica, nonché grande fan della maison, ma la Lively non è l'unica ad amarla follemente.

Perché le scarpe di Christian Louboutin hanno la suola rossa?
La curiosità maggiore relativa alle scarpe Louboutin è il perché della suola rossa, segno distintivo. Si dice il designer abbia visto lo smalto rosso della sua assistente e colorò con quello la prima suola. L'effetto prodotto, a quanto pare, lo entusiasmò. E' lui stesso a spiegare il colore: "È simbolo di eleganza e sensualità, dell'essere felici di essere donne. Ma, soprattutto, la suola rossa delle mie scarpe è come un fazzoletto che una donna elegante lascia cadere se ha visto un uomo che la attrae".

Louboutin e le star del mondo dello spettacolo

Pare che la sua prima cliente fosse stata Carolina di Monaco. Da allora, le scarpe di Louboutin sono state indossate nelle occasioni più esclusive da moltissime celebrità tra le quali Beyoncé, Christina Aguilera (possiede oltre 300 paia di stilettos Louboutin!), Victoria Beckham, Sarah Jessica Parker, Catherine Deneuve, Gwen Stefani, Madonna, Lady Gaga, Kate Moss (che le ha scelte anche per il  giorno del suo matrimonio), Dita Von Teese, Jennifer Lopez (che gli ha reso addirittura omaggio con la canzone intitolata proprio Louboutins); tra gli uomini le ama particolarmente l'artista Mika e come lui tanti altri. 

Novità uomo Louboutin 2019
A proposito di uomini, l'ultimissima novità firmata Christian Louboutin sono le sneakers maschili chiamate Run Loubi Run. Seguono la tendenza delle già affermate ugly sneakers, ancora protagoniste (ahimè) della moda 2019, e hanno l'immancabile suola rossa, marchio di fabbrica del brand e oggi rivendicato con soddisfazione ancora più grande visto che finalmente, dopo anni di diatribe in tribunale, è arrivata di recente la sentenza definitiva che stabilisce che la suola rossa è ad uso esclusivo della maison Louboutin in quanto identificativa del marchio. 

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Barbie compie 60 anni: la storia della bambola più amata al mondo, dalle origini a musa di stilisti e designers

7/3/2019

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FotoLa prima Barbie comparve alla New York Toy Fair, era il 9 marzo 1959
A marzo 2019 Barbie compie 60 anni. A vederla non si direbbe, impegnata com'è a declinarsi in mille vesti diverse e impegnata nelle più disparate attività. E' allo stesso tempo astronauta, chef, pizzaiola, stilista, veterinaria, chimica, calciatrice, pompiere, imprenditrice, artista, surfista, fotografa seguendo il motto "Puoi essere tutto ciò che desideri".
"You can be Anything": su queste parole si poggiano le basi della creazione di questo vero e proprio mito. "Tutto il mio pensiero intorno a Barbie si basava sull'idea che, attraverso la bambola, le bambine potessero essere tutto ciò che desideravano. Barbie ha sempre rappresentato la possibilità di scegliere per le donne", ecco il pensiero della creatrice di Barbie, Ruth Handler (dal sito ufficiale della bambola).

Ma come nasce Barbie? Qual è la sua storia?
1958, città di Willow nel Wisconsin (USA). Ruth Handler è mamma di due bimbi e moglie del co-fondatore della casa di giocattoli Mattel. Osservando sua figlia giocare con delle bambole fatte di cartone, la donna si rese conto di quanto fosse spontaneo per una bambina attribuire ruoli da adulti ad esse, facendo far loro compiti e azioni da grandi in una mondo nel quale il mercato delle bambole era costituito solo da bambolotti neonati. Anche un altro aspetto colpì Ruth. Si rese conto che mentre suo figlio poteva calarsi in tanti ruoli, diversificando i suoi giochi, ciò che era naturalmente riservato alla bambina era il ruolo di mamma, giocare a fare la mammina. Fu così che la donna ebbe l'intuizione di creare una bambola dalle sembianze adulte, suggerendo subito la cosa al marito  Elliot, inizialmente riluttante. Ruth non si fermò, rielaborò l'idea della bambola tedesca "Bild Lilli" e progettò così la prima Barbie (chiamandola Barbara come sua figlia) insieme all'ingegnere Jack Ryan. 
Era il 9 marzo 1959 quando la bambola esordì sul mercato. Era vestita con un costume da bagno zebrato, aveva la pelle chiara e nella doppia versione capelli mori e biondi legati con la coda. Ben 350.000 pezzi furono venduti solo nel primo anno. L'amore con il suo eterno fidanzato, Ken (chiamato così dal nome del figlio degli Handler, Kenneth) nacque invece nel 1961 su un set televisivo. 

Se inizialmente Barbie era soprattutto la ragazza che incarnava la bellezza classica americana (magrissima, biondissima, fashionissima, madre premurosa, moglie fedele, convenzionale e conservatrice), gradualmente si è giunti alle declinazioni più diverse, per offrire alle bambine ampia scelta tra bellezze e ruoli sociali a disposizione delle più fantastiche storie da inventare. Non sono mai mancate, infatti, le controversie legate a questa bambola. Stereotipo di una bellezza impossibile e lontana dalla realtà, giudicata anche pericolosa nelle mani di bambine ancora immature e vulnerabili. Accadde così, ad esempio, che nel 1997 il bacino delle Barbie fosse rimodellato divenendo più ampio. Fino a giungere a tempi più recenti, che vedono Barbie riflettere sempre di più il mondo contemporaneo e le sue diversità infinite. Si parla quindi di nuove tipologie di corpo (curvy, tall e petite), ma anche di colore della pelle, di consistenza e forma dei capelli, e di oltre 200 carriere svolte dalla super bambola, molte delle quali relegate in passato al solo genere maschile.
Il mondo della moda e del design non poteva rimanere al di fuori di questo grande fenomeno. Barbie è la musa di artisti e designer in tutto il mondo, da Lagerfeld a Louboutin, da Moschino a Monique Lhuillier. L'ultima stilista ad aver pensato a Barbie è Patrizia Pepe che per il sessantesimo anniversario ha presentato a Pitti Bimbo una capsule collection di mini capi dedicati proprio alla bambola.

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