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La moda è fatta per andare fuori moda_Coco Chanel

l'intervista - aldo sacchetti: il giovane artista si racconta dopo il successo dell'uscita del libro "l'alfabeto della moda"

18/4/2019

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FotoAldo Sacchetti a lavoro
Intervista ad Aldo Sacchetti: il giovane e talentuoso illustratore e fashion designer italiano si racconta tra prestigiose collaborazioni e l'uscita del volume "L'alfabeto della moda" di cui ha curato i disegni.
L'abbiamo potuto scoprire (e apprezzare) tramite il suo profilo Instagram. Un giorno, per caso. Un giovane ragazzo quasi sempre con la testa chinata su un foglio da disegno con matita alla mano e sguardo concentrato. Un susseguirsi di immagini che ritraggono le sue creazioni, le sue "creature", frutto del suo estro artistico e della sensibilità creativa che lo ispira. E da allora l'abbiamo seguito sul social, ammirando le sue coloratissime e intense piccole opere su carta.
25 anni, di Reggio Calabria ma trasferitosi a Roma per lavoro. Tra le sue più importanti collaborazioni ci sono colossi della moda come Bulgari e Fendi, oltre a diversi brand in altro ambito, da cui viene convocato come illustratore ad eventi e inaugurazioni in tutta Italia. Partecipa a fiere di settore, con live drawing e painting. Poi l'uscita del volume edito Carocci Editore, "L'alfabeto della moda", scritto dalla talentuosa Sofia Gnoli contenente le sue bellissime illustrazioni. Libro che abbiamo poi preso il libreria e recensito, perché frutto di una interessante collaborazione e di un progetto che ci è piaciuto molto, semplice quanto efficace.
E così perché non proporgli un'intervista? Ci siamo chieste. Parlare di giovani talenti è sempre un piacere, raccontare la loro storia, come sono giunti a coronare i loro sogni nel cassetto, chiedergli cosa si aspettano dal futuro e come vorrebbero veder evolvere il proprio destino. E così, senza tante esitazioni l'abbiamo contattato per proporgli la cosa. Aldo Sacchetti si è dimostrato da subito entusiasta. Appuntamento telefonico, una chiacchierata informale, e tante informazioni e curiosità scaturite. 
​
Ciao Aldo, piacere e grazie per aver accettato la nostra intervista. Quando è nata la tua passione per il disegno e che percorso hai fatto per diventare un illustratore?
<<Il disegno è parte di me, da sempre. Ricordo che da bimbo disegnavo sempre, soprattutto cuori, prova tangibile dell'animo romantico che ancora mi contraddistingue. Ho frequentato il Liceo Classico a Reggio Calabria ma da subito ho sentito forte la passione per il disegno e ho deciso, a studi terminati, di andare a Roma per seguire l'Accademia Internazionale d’Alta Moda “Koefia” e successivamente ho frequentato un Master. La formazione dell'Accademia è stata più specificamente legata al mondo della moda, io invece nutrivo il desiderio di spaziare e continuare a studiare e arricchirmi, motivo per cui mi sono focalizzato anche sul fumetto e sull'illustrazione>>.
Hai potuto contare sul sostegno della famiglia?
<<Mia madre in particolare mi ha sempre supportato, credendo in me profondamente. A lei devo tanto, rappresenta per me un caposaldo, tanto da richiamare la sua figura anche nei miei disegni. Posso dire in generale di essere fortunato perché non sempre si può far affidamento sulla propria famiglia in lavori non proprio "ordinari" come il mio>>.
Quando hai capito che la tua passione sarebbe potuta divenire un vero e proprio lavoro? 
<<Sono ben consapevole che l'illustrazione spesso possa rimanere relegata al puro ambito dell'hobby e della passione "casalinga". Non è un mondo facile. In realtà la svolta l'ho avuta grazie ai social, a Instagram in particolare. E' sulla piattaforma, infatti, che sono stato notato per la prima volta da una persona che ha apprezzato i miei lavori e mi ha coinvolto in un lavoro remunerato. Poi è arrivata una seconda commissione, una terza e da lì mano a mano ho capito che la cosa funzionava. Ho acquisito allo stesso tempo sempre più fiducia. Diciamo che i miei disegni si sono poi fatti strada da soli>>.
​Non fosse andata bene, hai mai pensato a un "piano B"?
<<Con il carattere deciso che mi ritrovo, non ho mai pensato a un'alternativa a quello che amo fare. Forse avrei intrapreso un nuovo corso di studi. Per un periodo ho anche fatto qualche altro lavoro, ma la sensazione che provavo era quella di togliere tempo a quello volevo realmente fare. Come se qualcosa di interiore mi richiamasse all'ordine dalle "distrazioni". Sono spinto da una passione molto forte che, insieme alla costanza, con il tempo portano i risultati sperati>>.
Parliamo del tuo rapporto con il disegno: quanto vale l' "allenamento" per un disegnatore?
<<La mano di un disegnatore va sempre allenata: più disegni più sai disegnare e hai idee. Ma di questo non mi posso proprio lamentare. La mia non è mai ferma. Ora il lavoro si è molto intensificato, disegno tantissimo per commissioni. Mi manca infatti il tempo per creare qualcosa di fantasia, che soddisfi semplicemente la mia ispirazione insomma. Non a caso porto sempre con me, ovunque vada, un blocco degli schizzi, matita, gomma pane e il mio set di acquerelli>>.
Da cosa trai ispirazione per le tue illustrazioni?
<<Ho già parlato di mia madre, che porto sempre con me anche nelle creazioni. Il mio background espressivo comprende i disegni di Walt Disney (la mia infanzia e il mio eterno amore), le ispirazioni provenienti dal teatro, dal cinema (Tim Burton e Paul Thomas Anderson nello specifico) e dalla moda (adoro lo stile bon-ton di Valentino). Ovviamente, quando mi viene commissionato un lavoro, studio ciò che vuole il cliente, mi faccio descrivere il mondo che deve essere rappresentato, declinando il mio stile distintivo alle richieste specifiche. In modo da risultare sempre riconoscibile, ma seguendo le necessità del singolo lavoro>>.
Ciò che ci ha colpito subito guardando i tuoi disegni raffiguranti le figure femminili sono gli occhi molto grandi. E' una cosa voluta?
<<Il motivo penso sia inconscio. Ho sempre pensato che gli occhi rappresentino la parte più importante di una persona. Tramite essi riesco ad andare oltre il semplice bozzetto di moda, riuscendo a dargli un'anima. Calco molto l'espressività per dare vita a ciò che il tratto di matita rappresenta sul foglio bianco>>.
​Passiamo ora al libro, uscito il mese scorso in tutte le librerie italiane, "L'alfabeto della moda" (edito Carocci), scritto da Sofia Gnoli, storica della moda e illustre giornalista di settore (collabora, come esperta di moda contemporanea, con Il Venerdì e con La Repubblica), e illustrato da te. Sei riuscito a guadagnarti una prestigiosa pubblicazione editoriale a soli 25 anni, una bella soddisfazione. Com'è nato il progetto?
<<Io e Sofia ci siamo conosciuti quando frequentavo l'Accademia, seguendo il suo corso di Storia della moda. Da subito c'è stato feeling reciproco. Io la seguivo molto appassionatamente, attirato dalla sua immensa cultura e dal suo carisma. L'ho seguita anche come assistente. Finché un giorno mi coinvolse nel progetto del libro come illustratore delle parole di questo alfabeto della moda da lei argomentate. Ci abbiamo lavorato poco meno di un anno e ora giriamo insieme per le presentazioni. Una donna straordinaria dalla quale c'è solo da imparare>>.
Quali sono ora i tuoi impegni e i progetti futuri?
<<La collaborazione con Fendi è attualmente quella più strutturata, va avanti da oltre un anno. L'ultimo evento a cui ho presenziato c'è stato il 3-4 aprile. In programma ho un progetto molto interessante nel settore della moda del quale però mantengo ancora il riserbo. Il mio obiettivo sarebbe quello di divenire un riferimento per diversi brand>>.
Per concludere, Aldo, cosa ti diresti in questo momento della tua vita?
<<Dico a me stesso di credere sempre di più nelle mie capacità, di procedere fiducioso lungo la mia strada, di guardare avanti. Non mi faccio alcun complimento, sarebbe solo un traguardo compiacersi>>.

Per ammirare le sue creazioni: Aldo Sacchetti su Instagram

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Alla scoperta della redazione milanese di vogue italia reinterpretata da 8 straordinari designer e architetti

11/4/2019

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FotoDettaglio dell'ufficio del direttore di Vogue Italia, Emanuele Farneti, rivisitato da David Raffoul e Nicolas Moussallem.
La redazione di Vogue Italia durante la Settimana del Salone del Mobile di Milano è uno scrigno di design e fantastiche sorprese: scopriamola insieme durante la mia visita!
Può una normale redazione, seppur importantissima, trasformarsi da luogo di lavoro in bianco/grigio a incredibile dimensione quasi magica piena di colore e bellezza? La risposta è... Sì! Se si tratta della redazione di Vogue Italia durante la Settimana del Salone del Mobile di Milano. 
Vogue è, come noto, una delle più prestigiose e autorevoli riviste del mondo della moda, dal 1909 edita da Condé Nast.
La sede italiana della redazione si trova al numero 5 di Piazzale Cadorna, zona centralissima di Milano. E' lì che sono andata due giorni fa per l'evento Life in Vogue#2, alla sua seconda edizione quest'anno dopo il successo del 2018.
Una decina di minuti di attesa, trascorsi nel bellissimo cortile del palazzo nel quale era presente una installazione luminosa firmata Nemo Lighting, main partner dell’evento, che sembrava suggerire che le nuvole fossero cadute dal cielo;  poi siamo saliti al terzo piano sbirciando al secondo la redazione di Vanity Fair (sempre del gruppo Condé Nast). 
A eccezione dell'area dedicata al Guardaroba (The Fashion Closet), che è stato riproposto per completezza di informazione essendo il cuore pulsante delle riviste di moda, ma che per ovvi motivi logistici e di spazio si trova in realtà in Via dei Missaglia, quello che si trova una volta arrivati al terzo piano è un insieme di ambienti, esattamente quelli che normalmente ospitano gli addetti ai lavori della redazione. La particolarità dell'evento è che gli spazi sono stati completamente svuotati in meno di 48 ore per dare il via alla rivisitazione e alla totale trasformazione delle stanze, nell'aspetto e nell'essenza, da parte di otto illustri menti creative, designer e architetti, di fama mondiale.
David Raffoul e Nicolas Moussallem sono due designer di Beirut che, forti delle loro precedenti esperienze, nel 2011 hanno poi fondato il loro studio. Abilissimi nel mixare estetiche dal gusto retro con elementi futuristici e contemporanei, hanno rivisitato l'ufficio del direttore di Vogue Italia, Emanuele Farneti, con l'intento di conferire allo spazio la dimensione di un ambiente domestico. 
Pierre-Marie Agin, conosciuto come Pierre Marie, giovane talento delle arti decorative e della grafica, si autodefinisce un "artista - ornamentalista". Oltre ad aver ricoperto le pareti del corridoio e degli ambienti comuni con una magnifica carta da parati dai colori pastello e dai motivi ipnotici, ha messo la propria firma nella Vogue Talents room, devo ammettere una delle mie preferite. Si ritrovano all'interno tutti i tratti distintivi dello stile del designer francese:  colori decisi e vivaci, motivi barocchi e influenza esotica. Riferimenti chiari anche al Futurismo e a Memphis, movimenti artistici italiani cari a Pierre Marie e riportati dall'artista come affettuoso omaggio alla città di Milano. 
Ana Kraš è una designer nata a Belgrado ma basata a New York. Nel corso della sua carriera ha sperimentato diversi campi spaziando molto, dalla fotografia alla pittura, dalla scultura alle collaborazioni con il mondo della moda. Si è occupata di dare nuova vita all'ufficio del direttore creativo. Protagonista assoluta una particolare sfumatura di grigio da lei definita “warm grey” intervallata da delicati tocchi di colore.
Massimiliano Locatelli, uno dei fondatori nel 1993 del famoso studio milanese, ha ripensato la Meeting Room con l'idea di portare all'interno della stanza il mondo che c'è fuori e lo ha fatto attraverso una serie di tavoli di marmo proveniente da diverse parti del mondo caratterizzati da toni cangianti di verde quasi a voler riprodurre il verde del vicino Parco Sempione. Tutti gli elementi di arredo scelti sono modulabili e realizzati con materiali sostenibili. Fa da sfondo un LED wall sul quale vengono proiettate immagini che riconducono all'universo di Vogue Italia.   
storagemilano sono dal 2002 Barbara Ghidoni, Marco Donati e Michele Pasini. A loro il compito di interpretare The Newsroom Office. La stanza, che normalmente è un ambiente unico, è stato suddiviso in due parti distinte a rappresentare due facce della stessa medaglia: una simmetrica, elegante e rigorosa nel suo ordine impeccabile (dominata dall'ottone, materiale amato fin quasi all'ossessione da Ghidoni/Donati/Pasini) e l'altra invasa dalla natura e apparentemente caotica. A rendere ancora più suggestivo questo ambiente naturale, i rumori e i suoni di sottofondo: un mix di cinguettii di uccelli e traffico. Come spiegano gli architetti: "Tutti abbiamo bisogno, per creare, del nostro spazio di ispirazione e di organizzazione. La natura è la dimensione che ci permette di ricaricare la mente, ci ricongiunge alle nostre radici. Se apparentemente può sembrare il posto più disordinato, si rivela in realtà il più perfetto e affascinante."
Rafael De Cardenas / Architecture at large dal 2006 lavora con il suo studio di design multisciplinare a New York per clienti da tutto il mondo. La stanza che ha ripensato Rafael è quella del Photo Editor e l'ispirazione va ben oltre lo spazio e il tempo esplorando l'universo nel 2039 e immaginando una sorta di convivenza con un asteroide. Un dettaglio sul tavolo (che vedrete in foto) fa ben comprendere che la fonte di ispirazione è Ultima Thule, asteroide scoperto nel 2014 che il 1° gennaio di quest'anno è stato oggetto di un sorvolo ravvicinato avvenuto con successo da parte della sonda spaziale New Horizons della NASA. Sul tavolo, in una teca di vetro, anche uno "space beetle", immaginato come l'unico abitante di Ultima Thule.
Jonathan Anderson, dal 2013 direttore creativo di Loewe (brand spagnolo di moda appartenente al gruppo LVMH) ha invece rivoluzionato l'ufficio del Fashion Editor. La sua firma si vede nell'utilizzo di elementi classici appartenenti alla tradizione britannica caratterizzati da un deciso tocco contemporaneo e minimalista. La sua interpretazione racconta la rottura che egli vede tra ciò che di solito  uno spazio lavorativo è e come lui ritiene ci si dovrebbe poter sentire vivendolo: felici, a proprio agio, comodi. Jonathan ha immaginato il direttore moda mentre lavora, seduto sul pavimento di morbida moquette, mentre osserva il quadro (ad altezza occhi per lui che è seduto) e la natura fuori. 
Studio Proba è stato fondato dalla designer tedesca Alex Proba nel 2013 e si trova a New York. A questo atelier multidisciplinare focalizzato sulla grafica e sull'artwork,  il compito di rivisitare la Break room in maniera divertente e colorata. All'interno anche un distributore automatico che, oltre a fornire patatine San Carlo (sponsor dell'evento) distribuisce anche oggetti di design (tra i quali pezzi iconici di Alessi) personalizzati dallo Studio.
A fare da filo conduttore tra tutti gli ambienti, unici nel loro genere per fonti di ispirazione, colori e stile, la presenza di magnifiche lampade iconiche, progettate da grandi creativi come Le Corbusier, Vico Magistretti e Franco Albini. 

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milano design week 2019: gli appuntamenti da non perdere al salone del mobile e al fuorisalone

4/4/2019

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FotoLocandina Salone del Mobile di Milano 2019
Da martedì 9 fino a domenica 14 aprile 2019 torna a Milano il consueto appuntamento con la tanto attesa Design Week. Numerose iniziative ed eventi diffusi animano tutta la città per il Salone del Mobile e il Fuorisalone.
- 5 giorni! Il conto alla rovescia per l'inizio della Design Week 2019 sta per concludersi. Finalmente ci siamo: Salone Internazionale del Mobile e Fuorisalone metteranno in moto l'energia che animerà Milano nei prossimi giorni di aprile e che sicuramente si protrarrà ben oltre la fine degli eventi in programma.

COS'E' IL SALONE DEL MOBILE?
Dalla sua prima edizione, nel 1961, è oggi l’evento fieristico punto di riferimento a livello mondiale nel settore del design e dell’arredamento. Connubio perfetto tra business e cultura, si propone ogni anno come evento ideale nel quale presentare ai visitatori che sempre accorrono numerosi, prodotti di alta qualità nei quali estetica, funzionalità e ricerca dei materiali e dei procedimenti realizzativi sono sempre più rivolti all'innovazione e al futuro. 
Il Salone Internazionale del Mobile accontenta proprio tutti, è infatti suddiviso nelle tre tipologie stilistiche Classico, Design e Lusso.
Il 2019, anno dispari, sarà l'anno delle biennali Euroluce e Workplace3.0. L'anno prossimo e in generale negli anni pari sarà invece possibile visitare EuroCucina /FTK (Technology For the Kitchen) e Salone Internazionale del Bagno. 
Qualche dato sulla scorsa edizione, tenutasi dal 12 al 17 aprile:
1.841 espositori (il 27% dei quali dall'estero) su un'area espositiva dedicata di oltre 200.000 metri quadrati per 434.509 visitatori. 
​
COS'E' IL FUORISALONE?
Ormai da oltre trent'anni, dai famosi anni della "Milano da bere", è il nome che si usa per definire l'insieme degli eventi sparsi in diverse zone di Milano che avvengono appunto "fuori" proprio mentre al polo fieristico, oggi è quello di Rho, si svolge il Salone Internazionale del Mobile. Col passare degli anni i settori che si sono lasciati coinvolgere sono sempre più numerosi, quindi non solo design, ma anche più in generale il mondo dell'arte e del food, per esempio.
Tutta la città può partecipare attivamente e contribuire all'energia che il Salone del Mobile innesca. 

Salone Internazionale del Mobile + Fuorisalone = Design Week!
Cosa non perdersi di questa edizione alle porte 
che quest'anno avrà come temi centrali la sostenibilità, l'equilibrio e gli stili di vita sani: 
Se avrete la possibilità di girare Milano in questi giorni di Design Week troverete certamente cose interessantissime anche senza aver messo giù un programma, ma visto che le proposte sono davvero tantissime, cerchiamo di fare un punto della situazione per individuare le zone più coinvolte e ricche di iniziative.
Le zone con la più alta concentrazione di mostre, eventi culturali, feste e aperitivi sono:
Tortona, qui ha iniziato a battere il cuore del Fuorisalone e ancora oggi è il quartiere simbolo della Settimana dedicata al Design, tra le numerose iniziative che avranno luogo qui segnaliamo l'inaugurazione dello spazio Armani/Silos con la prima mostra dedicata all'architettura: The Challenge ripercorre le tappe della carriera di Tadao Ando, architetto giapponese, classe 1941, tra i più noti a livello internazionale, attraverso le sue realizzazioni più rappresentative. Troverete progetti con schizzi, modelli originali, disegni tecnici, taccuini e fotografie, video installazioni. Dal 9 aprile fino al 28 luglio.
Brera e il suo Orto Botanico scenario perfetto per The Circulation Garden, installazione firmata dallo studio Carlo Ratti in collaborazione con Eni, ha la particolare caratteristica di essere stata realizzata con un materiale organico chiamato micelio, per cui al termine dell'esposizione potrà essere smantellata e riutilizzata come fertilizzante.
Quartiere Isola - Farini e la sua Fabbrica del Vapore dove andrà in scena Tierra Viva by Floristeria dal 9 al 14 aprile. Di giorno ci saranno esposizioni, eventi mercato, workshop, iniziative artistiche e culturali; di sera eventi musicali e live performance dal sound contemporaneo e ricercato: dalla cumbia-jazz al global drum 'n bass, dalla musica elettronica al sonido amazzonico. Un modo originale per attivare scambi di idee e riflessioni intorno al tema della terra e della sostenibilità. Sempre in Isola, La Stecca 3.0, incubatore d'arte progettato da Stefano Boeri nel quale troverete numerose installazioni tra le quali il primo bar realizzato interamente in stampa 3D.
Porta Romana: lunedì 8 aprile alle 20.00 sarà inaugurato anche il Parenti District Art & Design, progetto grazie al quale il Teatro Franco Parenti e gli adiacenti Bagni Misteriosi si propongono di riportare nei circuiti del Fuorisalone il quartiere di Porta Romana dopo anni di assenza. Ci saranno quindi installazioni, mostre, performance, laboratori, talk, cinema e happening per accendere una sinergia del tutto nuova tra le arti performative e il mondo dell’arte e del design. Da non perdere!
E poi Lambrate, quartiere cittadino riqualificato e dal 2000 polo di attrazione per molte iniziative. Diventato ormai iconico il rooftop di Via Ventura 15 dal quale è possibile godere di un particolare skyline, quest'anno lo spazio ospiterà Panoramix, una rassegna di eventi tra arte, design, musica e cibo. Il rooftop sarà aperto al pubblico dalla mattina fino a tarda sera con performance, dj-set e musica dal vivo.
Moltissime poi le mostre del Distretto delle 5 vie che ha organizzato anche la tradizionale e festosa Parata del Design Pride prevista quest'anno per mercoledì 10 aprile. Si tratta di un allegro corteo, a cura del brand italiano Seletti, animato da carri, musica, balli e performance. Si parte alle 18.00 da piazza Castello (angolo via Minghetti) per arrivare in piazza Affari dove avrà luogo un party all'ombra del famoso dito medio di Cattelan.
Ultima segnalazione importante, la sede centrale dell'Università Statale di Milano in Via Festa del Perdono 7 (zona centralissima), che merita ogni anno una visita. 
Un consiglio utile: se avete già in mente eventi ai quali tenete particolarmente, informatevi prima e fatevi inserire eventualmente nelle liste. Inutile dirvi che Milano in questo particolare periodo dell'anno è ancora più vivace e full of people!

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