MyClaurette
  • Home
  • MUSICA
  • LIBRI
  • CINEMA-TV
  • MODA-DESIGN
  • VIAGGI-TURISMO
  • CIBO-CUCINA
  • MOSTRE-EVENTI
  • Le interviste di MyC
  • CONTATTACI
    • Chi siamo
    • Contatti

La moda è fatta per andare fuori moda_Coco Chanel

Il ritorno dei pantaloni a zampa: storia di un capo evergreen

27/2/2020

0 Commenti

 
FotoL'attrice Farrah Fawcett
Ciclicamente ritornano. Sono amati ma anche temuti, talvolta completamente snobbati, sono i pantaloni a zampa, di nuovo in voga quest'anno. Li abbiamo abbondantemente visti sulle passerelle come per le strade, stretti sulle cosce e larghi dalle ginocchia in giù. Definiti anche a campana, i pantaloni a zampa per la bella stagione contribuiscono a definire le curve nei punti strategici e ben si abbinano a sandali o décolleté.
In tessuto jeans ma non solo. I pantaloni a zampa (di elefante) rappresentano senza dubbio un capo che ha segnato la storia della moda, a partire dagli anni Sessanta.
Ma prima di comprendere il valore, estetico e sociale, di questo modello di pantalone è necessario sottolineare la diffusione in quel periodo del denim. Un tessuto che con le sue umili origini (ampiamente usato dagli operai negli Stati Uniti d'America per la sua robustezza) ha voluto manifestare tutta la ribellione giovanile, come arma di combattimento di stereotipi preconfezionati, soprattutto per il sesso femminile. Ciò unito al fascino emanato dal magico mondo di Hollywood, tra film western e idoli internazionali come James Dean.
I pantaloni a zampa si devono principalmente alla cultura hippie. Dalla metà degli anni Sessanta, li hanno indossati i figli dei fiori abbinandoli a top con le spalle scoperte, borse con le frange e occhiali da sole dalla montatura rotonda. Hanno rappresentato infatti uno dei principali segni distintivi dello stile hippie. Un movimento che, nato sulla costa occidentale degli Stati Uniti, si è diffuso moltissimo in Europa soprattutto grazie alla musica e ai festival.
Mentre oggi sono un capo quasi esclusivamente femminile, i pantaloni a zampa a quei tempi erano diffusi in egual modo tra uomini e donne, dai cantanti agli attori, dai personaggi più noti alle persone comuni. Erano insomma lo standard assoluto di riferimento per tutti.
Negli anni Settanta li ha poi consacrati a modello evergreen l’attrice e icona di stile, Farrah Fawcett, amatissima nella serie tv "Charlie's Angels", tre donne che sono diventate dei veri riferimenti per lo stile e l'immagine delle ragazze di tutto il mondo. Ad aiutare i pantaloni a zampa a diventare popolari ci hanno pensato anche molti personaggi della musica (si pensi anche a Cher). In questo periodo sono stati anche associati indissolubilmente alla musica disco, e conseguentemente sono passati di moda alla fine degli anni settanta.
Successivamente, nel corso degli anni Ottanta, si sono distaccati del tutto dalla originale natura di ribellione hippie e ad essi sono stati gradualmente preferiti tagli di pantaloni molto attillati, pantacollant e fuseaux.
Verso fine anni Novanta si è infine assistito a un rinnovato interesse della moda nei confronti dei pantaloni a zampa, adattati alle nuove tecnologie dell'industria tessile, per tornare in maniera ciclica dopo qualche tempo di assenza.

0 Commenti

Vogue Italia di gennaio è stato una vera piccola rivoluzione (che speriamo possa diventare grande)

30/1/2020

0 Commenti

 
FotoArtista: Yoshitaka Amano. Modella: Lindsey Wixson. Abito di seta e choker di pelle Gucci
Quello che sta per chiudersi è stato un mese da ricordare per uno dei magazine patinati più famosi di sempre e per il mondo della moda in generale. Per quale motivo? Bè, perché sulle pagine di Vogue Italia, con la creatività e la bellezza che caratterizzano da sempre la storia di questo giornale, si è messa al centro del dibattito una vera e propria presa di coscienza importante da parte di uno dei settori industriali meno sostenibili in assoluto. 
È stato infatti proprio il nostro paese, sotto la guida del direttore Emanuele Farneti, a lanciare l'iniziativa di cui vi raccontiamo in questo post. 

Anzi, ve la facciamo raccontare proprio da lui, attraverso le parole che ha scelto per descrivere la sua idea, del tutto nuova per Vogue, all'interno dell'editoriale del numero di gennaio, che troverete ancora per qualche giorno in edicola:
«Tutte le copertine, e i servizi che vedrete nelle prossime pagine, sono infatti prodotti da artisti che hanno lavorato rinunciando a viaggiare, spedire, inquinare. Sono vere e proprie storie di moda: gli autori sono stati affiancati da stylist, e hanno preso in prestito il volto di donne reali. Ma la sfida era dimostrare che si può, eccezionalmente, raccontare gli abiti senza fotografarli. È una prima volta: Vogue Italia non aveva mai avuto una copertina illustrata e nessun Vogue, da quando esiste la fotografia, ha mai realizzato un numero prescindendone. Otto artisti, notissimi ed emergenti, icone dell’arte e leggende del fumetto, si sono messi alla prova. Ma c’è di più: grazie alla loro generosità, i costi risparmiati per produrre il numero andranno a finanziare un progetto. C’è un luogo a Venezia che la notte resta aperto per gli studenti quando la città spegne le sue luci. È un luogo di arte, di silenzio e di riparo. Si chiama Fondazione Querini Stampalia, è stata gravemente danneggiata dall’acqua alta. Al suo ripristino devolviamo i fondi accantonati. Perché se domani il giornale tornerà alla sua routine produttiva, è bello pensare che qualcosa di questo numero rimanga: un gesto piccolo, però concreto. Come concreto è l’investimento di Condé Nast Italia che, a cominciare da oggi, ha scelto di utilizzare unicamente plastica compostabile per avvolgere la rivista: un costo aggiuntivo, rilevante ma necessario.»

Yoshitaka Amano, Vanessa Beecroft, Gigi Cavenago, Delphine Desane, Milo Manara, Cassi Namoda, David Salle e Paolo Ventura sono gli artisti che hanno prestato il proprio talento alla causa di Vogue Italia rappresentando veri abiti e vere modelle attraverso la propria arte. 
È ben noto e ampiamente dimostrato che l'industria della moda sia una delle meno sostenibili per il nostro pianeta e, come ammette lo stesso direttore di Vogue Italia nel suo editoriale di gennaio, anche i giornali di moda vanno ad aggiungersi in maniera significativa al già pesante fardello che il mondo del fashion porta sulle spalle in termini di responsabilità nei confronti del benessere della Terra. 

Certamente viene piuttosto normale chiedersi: ma cosa sarà cambiato da febbraio in poi dopo questa lodevole e bellissima iniziativa? Vogue Italia tornerà ad essere il giornale di sempre, le conseguenze sull'ambiente dovute dalla normale attività, che lo stesso Farneti ha descritto come «c
entocinquanta persone coinvolte. Una ventina di voli, una decina di treni. Quaranta macchine a disposizione. Sessanta spedizioni internazionali. Almeno dieci ore di luci accese ininterrottamente, alimentate in parte da generatori a benzina. Scarti alimentari dei catering. Plastica per avvolgere gli abiti. Corrente per ricaricare telefoni, macchine fotografiche…» torneranno a impattare negativamente in termini di sostenibilità. 
In realtà però qualcosa è cambiato, eccome. Oltre ad aver dato vita a dei veri e propri gioiellini editoriali, Vogue Italia e il suo direttore hanno messo sotto i riflettori un problema enorme. La presa di coscienza e l'ammissione di quanto grave sia l'impatto che ha un certo tipo di industria, in particolare quella del fast fashion, è un passo fondamentale verso la risoluzione, almeno parziale, di questo grave problema. 
Ci sono parole che ormai sono davvero sulla bocca di tutti... aggettivi come sostenibile,  green, eco sembrano quasi svuotati di senso, ma proprio perché nella maggior parte dei casi vengono pronunciati senza ammissione di colpa. Non è il caso di Vogue Italia, ed è per questo che ci sentiamo di rendere merito a questa iniziativa per il coraggio di mettere nero su bianco, sulle proprie pagine, la propria responsabilità e i primi passi verso una svolta. Una vera piccola rivoluzione che speriamo possa diventare grande.
​
0 Commenti

Come nasce il colore dell'anno? Dal 2000 con Pantone il color of the year definisce trend e stile

23/1/2020

0 Commenti

 
Foto@Pantone Color of the Year
Ormai da 20 anni siamo abituati a conoscere quale sarà il colore dell'anno avvenire, ovvero quello che lo caratterizzerà in termini di trend di stile e di design, di scelte e di abbinamenti. Si tratta di una ricorrenza attesa soprattutto dagli esperti dei settori moda e design nelle diverse declinazioni di impiego, ma della quale parlano molto stampa e media con una risonanza molto elevata.
L'annuncio, che viene dato alla fine dell'anno in corso per il prossimo che sta per iniziare, viene veincolato con tanto di motivazioni, ma ci siamo mai chiesti come nasca l'idea di selezionare un determinato colore dell'anno? Com'è venuta fuori questa ormai consolidata usanza, legata specificamente a un marchio leader mondiale, Pantone? Un’azienda di colori che è con il tempo diventata un vero e proprio fenomeno mediatico e commerciale, un marchio famoso e associato in maniera decisa al Lifestyle.

Come nasce "il colore dell'anno"?
Il colore dell’anno nasce dal Pantone Color Institute, una divisione di Carlstadt, una società del New Jersey che include un’agenzia di consulting. Esso è selezionato da un gruppo di esperti che gira per il mondo attraverso gli ambiti più disparati: sfilate, fiere, eventi mondani e mete turistiche di grande rilevanza sociale, ma anche collezioni d'arte, artisti emergenti, realtà tecnologiche ed eventi caratterizzanti un determinato periodo. Facendo ciò, si riesce a far emergere le tonalità più in voga e i trend socioeconomici emergenti, selezionando la tonalità in assoluto predominante sia in termini stilistici sia sociali.

Cosa vuol dire "il colore dell'anno" a livello stilistico e sociale?
Il Pantone Color of the Year influenza lo sviluppo dei prodotti e le decisioni in materia di acquisti in svariati settori, tra cui moda, arredamento di interni, design industriale, imballaggio dei prodotti e graphic design. Ma, oltre a indicare il colore più rilevante in termini di moda e trends, riflette anche il clima e l'atmosfera globale che sta caratterizzando la società. Insomma, un colore che racchiude in sè significati e sensazioni percepibili a livello globale, tra vita mondana e vita reale.

0 Commenti

Tendenze moda donna 2020: è tempo di gonne maxi e stivali, alla maniera di "Piccole Donne"

16/1/2020

0 Commenti

 
FotoUn'immagine relativa alle riprese del film "Piccole donne"
Uno dei trend che spopola letteralmente nella moda femminile per questo inverno (ma che si protrarrà anche per le stagioni successive, con le dovute declinazioni in base alle temperature) è senza dubbio la gonna. Meglio lunga. Meglio maxi. Meglio se abbinata agli stivali.
Da pochi giorni è uscita al cinema l'attesissima nuova versione del classico "Piccole donne" e pare proprio che, nonostante di tempo ne sia passato dall'epoca narrata in pellicola, una certa parte di stile sia attualissima.
Parliamo appunto delle gonne lunghe abbinate agli stivali, che in alcune immagini relative alle riprese del film sono gli UGG, caldi, comodi, versatili. Per essere precisi, si potrebbe trattare di un "paradosso temporale", dal momento che l'azienda americana produttrice di queste calzature è nata solo nel 1978, mentre l'ambientazione delle vicende di "Piccole donne" è relativa alla seconda parte dell'Ottocento. Ma l'accostamento che ne è venuto fuori è parecchio azzeccato, tanto da diventare un outifit moda tutto da copiare. Perchè? Anche perchè lo styling delle quattro sorelle March, nonchè di tutto il cast che compone il film, è affidato alla costumista inglese pluripremiata Jacqueline Durran (Oscar per i migliori costumi per "Anna Karenina" nel 2013).
Per riprodurre lo stile del film di Greta Gerwig, basterà indossare una gonna ampia e lunga invernale, da sostituire ai vittoriani abiti interi. C'è solo l'imbarazzo in termini di scelta. Potendo approfittare ancora della stagione dei saldi, i negozi sono pieni di gonne di questo tipo. Ogni brand si è sbizzarrito con le gonne! Ce ne sono di materiali più pesanti, di tessuti leggeri e impalpabili, plissettate e non, a tinta unita oppure più fantasiose, ma l'effetto alla moda di gonna lunga con stivale è assicurato.
Per quanto riguarda la parte superiore dell'outfit, è possibile abbinare un maxipull con cintura in vita, un maglioncino più sagomato, magari con il collo alto, e mantella di lana (proprio come nel film) o un semplice cappotto con sciarpone. Ricordiamo anche quanto vada di moda questo inverno la lana con fantasia a quadri o a quadroni (su sciarpe, cappotti, pantaloni, cappe...), sicuramente molto "vintage".
Insomma, il tempo passa, ma la moda...ciclicamente...torna.

0 Commenti

MA COSA TI SEI MESSO IN TESTA? INFO E CURIOSITÀ SUI CAPPELLI DA UOMO PIù FAMOSI DELL' ULTIMO SECOLO

9/1/2020

0 Commenti

 
FotoUna pagina d'epoca, molto curiosa, che spiega come fare un Pork Pie Hat.
Oggi facciamo un piccolo viaggio tra i copricapo maschili che hanno segnato l'immaginario e l'estetica dell'ultimo secolo e che ancora oggi sono molto comuni tra gli uomini, ma anche tra le donne. 
Si sa, gli accessori sono importanti, nei look femminili quanto in quelli maschili. La scarpa giusta che aggiunge stile e personalità, il gioiello che arricchisce una mise monocromatica o enfatizza una scelta già vistosa, la pochette o il foulard a dare leggerezza a un completo di lana, per esempio, e poi... il cappello!
Un bel cappello, se ben portato, se indossato con convinzione e personalità, può davvero cambiare tutto. In tanti film, soprattutto in quelli in bianco e nero, quanti attori e quante attrici ci hanno letteralmente paralizzato per il carisma e la sensualità che trasmettevano​​ proprio grazie agli sguardi che sfuggivano dai cappelli a tesa larga o dalle velette?
Vediamo insieme i cappelli da uomo più famosi dell'ultimo secolo: 
  • IL BORSALINO. Orgoglio italiano. Deve il suo nome a Giuseppe Borsalino, suo inventore. Il borsalino è un cappello invernale di feltro soffice. Presenta una tesa stretta (6 cm) e una consistenza rigida. La cupola è a tronco di cono, pizzicottata nella parte anteriore su entrambi i lati. Su tutta la circonferenza lo attraversa una fascetta di stoffa più scura. Adatto a stili impeccabili come quelli dei bellissimi Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. I due hanno recitato insieme in un film del 1970 intitolato proprio Borsalino per via dei cappelli indossati dai due protagonisti. Viene spesso confuso con il cappello fedora. 
  • IL FEDORA. Origini inglesi. Molto simile al borsalino, si distingue dal primo in particolare per le dimensioni della tesa e per la consistenza generale della struttura. Il fedora è morbido, meno impostato e ha la tesa più larga (7.5 - 8 cm). Esempio lampante di quella che viene definita la “Sprezzatura”, cioè l’arte di vestirsi ed atteggiarsi come se si fosse del tutto disinteressati al proprio look. In realtà, c'è molta ricerca per apparire come si appare, niente è lasciato al caso. Frank Sinatra, con quel suo atteggiamento un po' scanzonato e quel suo modo di appoggiarlo sulla testa alla "un po' come viene", non se ne separava mai ed era molto attento a come indossarlo.
  • L'HOMBURG o LOBBIA. Origini tedesche. Anche questo cappello è a prima vista molto simile ai primi due. Si chiama così perché Edoardo d’Inghilterra, figlio della regina Vittoria e futuro Edoardo VII, si trovava a Bad Homburg, in Germania, quando decise di farsi confezionare un nuovo cappello che, divenuto poi famoso, prese appunto il nome di quella località. Viene chiamato anche cappello “alla diplomatica”. In Italia lo conosciamo anche come lobbia legandolo a un altro avvenimento storico: Cristiano Lobbia fu un politico italiano vittima nel 1869 di un’aggressione nella quale l’aggressore gli ammaccò il cappello. Da allora il cappello ha una «ammaccatura» sulla corona che ne è diventata la caratteristica principale. Altro segno distintivo di questo copricapo è l’ala arricciata ai fianchi e rollata, un po’ come quella del cappello a cilindro. La cupola è floscia e morbida così da poterla piegare a mano. 
  • IL TRILBY. In origine destinato alle donne, deve infatti il suo nome alla protagonista di una commedia teatrale di fine Ottocento che, alla prima di un suo spettacolo, indossò un cappello con questa fattura. Il trilby ha una corona più corta, stretta e inclinata rispetto al fedora. Dagli anni Venti in poi divenne popolarissimo anche tra gli uomini. Fu molto utilizzato negli anni Sessanta per un motivo pratico: i tettucci delle auto erano bassi e lo spazio ridotto, occorreva quindi restringere anche il cappello! È a tutti gli effetti un cappello unisex.
  • IL PORK PIE HAT. Cupola piatta e rotondità perfetta, con ala stretta 4.5 cm circa. Deve la sua diffusione a un film del 1971, The French Connection. In questa pellicola lo indossava Gene Hackman. Deve invece il suo strano nome alla somiglianza con una tipica torta inglese fatta di carne di maiale. L'idea del nome per associazione con la torta fu di alcuni musicisti jazz e blues di New Orleans, tra i quali il cappello era molto diffuso.
  • IL PANAMA. Origini ecuadoriane. Inizialmente si chiamava con lo stesso nome della città dove veniva e viene ancora prodotto: “Jipijapa”.  Tradizionalmente questi cappelli venivano realizzati con foglie intrecciate della Carludovica palmata, una pianta simile alla palma. I più rari e costosi possono contare fino a 800 -1000 foglie per cm quadrato. Il nome di Panama si deve a un avvenimento storico: nel 1906 il presidente americano Theodore Roosevelt lo indossò durante la cerimonia di inaugurazione del canale di Panama. In questa occasione il Jipijapa diventerà famoso nel mondo come "panama". Ancora oggi è considerato un accessorio estivo irrinunciabile.
  • LA PAGLIETTA. È un cappello caratterizzato da una cupola dritta e piatta, e dalla falda circolare, rigida e corta. Spesso la cupola è circondata da una fascia di gros grain. Tradizionalmente maschile, dagli anni Venti diventò di uso comune anche tra le donne (fu addirittura adottato come parte dell'uniforme estiva dei collegi femminili britannici). Il suo utilizzo veniva spesso associato allo sport del canottaggio, i gondolieri a Venezia indossano la paglietta. Tra i suoi più fedeli ammiratori personaggi celebri come Maurice Chevalier, Gabriele D'Annunzio, Italo Svevo.  
  • IL CAPPELLO A TESA LARGA. Ma larga larga! Si tratta di un incrocio tra un ampio fedora e un cappello western, anche se è esattamente l'opposto di quello schiacciabile e/o arrotolabile. Caratteristiche principali: molto strutturato e rigido e molto molto largo. Di gran moda negli ultimi anni. Avete presente L'uomo dal cappello giallo, amico della scimmietta George del fortunato cartone Curioso come George? Ecco.  
  • LA COPPOLA. Diffuso un po' in tutto il mondo, spesso utilizzato dalla classe operaia. I materiali usati includono lana, tweed (i più comuni) e cotone. Meno comuni il cuoio e il velluto a coste. L'interno del berretto è generalmente rivestito per un maggior comfort e calore.
  • IL BERRETTO DA BASEBALL. Chi non ne ha mai indossato uno? Il più semplice e meno pretenzioso di tutti i copricapo, il cappellino con visiera. Per fare sport o in viaggio, in spiaggia o in città, tra i giovani e tra gli sportivi è il numero uno! Quello da baseball nello specifico è morbido, ma con una visiera più importante dello standard cui siamo abituati oggi. È spesso dotato di velcro o elastico sul retro per adattarsi a tutte le taglie.
  • IL BEANIE o ZUCCOTTO. Il più semplice e pratico dei copricapo invernali. Realizzato in lana o cashmere, tiene la testa ben al caldo fasciandola completamente. Per chi ama i capelli in piega perfetta non è certamente l'ideale. È noto anche come zuccotto, da non confondere però con lo zucchetto, che identifica invece la papalina che usano il papa (bianca), i cardinali (porpora) e i vescovi (viola). 
Come detto all'inizio, ormai la distinzione di genere non ha più molto senso. Questi cappelli, nati per un pubblico maschile (ad eccezione del trilby), sono poi diventati praticamente unisex.
Proprio pochi giorni fa, per esempio, è stata Kate Middleton a sfoggiare un elegante look dominato da un bellissimo cappello fedora.
Si sa, il Regno Unito è la patria del cappello!

0 Commenti

Come nasce la tradizione della calza della Befana? Ecco un pò di storia

2/1/2020

0 Commenti

 
Foto
A cosa si deve l'origine legata all'usanza della calza della Befana il 6 gennaio? Dolci doni tra storia e leggenda.
Il 6 gennaio grandi e piccini aspettano la consegna della calza della Befana, tradizione dalle origini molto antiche che segna la fine del periodo delle festività natalizie. Siamo talmente abituati a ricevere e regalare questo piccolo dono che non ci chiediamo nemmeno da dove possa provenire una tale usanza. Diamo per scontata la sua esistenza e magari stenteremmo a credere che le sue origini siano molto più remote di quanto si possa immaginare. Prima della raffigurazione della simpatica vecchina vestita di stracci, esisteva già il rito delle calze, motivo di attesa di qualcosa di buono.
La tradizione vuole che questo rituale fosse inserito nelle celebrazioni tipiche di alcune civiltà in occasione del solstizio d'inverno, quando gradualmente le luci avanzano sempre di più sull'ombra. Vincendola e donando maggiore prosperità e l'impulso alla rinascita della natura e dei suoi frutti. Questo evento, se nelle civiltà nordiche veniva celebrato con l'abbellimento di abeti e scambio di doni, nell’antica Roma pare fosse festeggiato con le calze. La tradizione si farebbe risalire a Numa Pompilio, uno dei sette re di Roma, che si tramanda usasse appendere una grande calza all’interno di una caverna, tra il solstizio d’inverno e i primi giorni di gennaio. Secondo una leggenda popolare, infatti, di tanto in tanto una ninfa avrebbe potuto riempire questa specie di sacca con bramati doni della natura.
Se parliamo invece della calza della Befana così come la si conosce oggi, essa dovrebbe invece rappresentare un adattamento del Cristianesimo a un’usanza pagana precedente. Una leggenda ne rimanda le origini al XII secolo e unisce il ruolo dei Re Magi alla figura di una sconosciuta e povera vecchina. In base alla narrazione popolare, lungo il cammino che li conduceva da Gesù, i Re Magi chiesero indicazioni a una donna anziana, la quale però si rifiutò di ascoltare il loro racconto, non credendo alla nascita del Salvatore. Dopo pochi giorni, però, la vecchina si pentì del proprio comportamento sprezzante e, per farsi perdonare, decise di passare casa per casa per regalare doni e dolciumi ai bambini, nella speranza che uno di essi fosse Gesù. L’anziana era purtroppo molto povera, tanto da essere vestita con abiti rattoppati e scarpre rotte, motivo per cui gli abitanti del luogo decisero di appendere calze e scarponcini nuovi per ripagarla dei suoi sforzi. La vecchina però preferì riempire quelle calzature piuttosto che farle proprie, dando prova di un comportamento ormai divenuto altruista e intriso di bontà.
Da quella tradizione semplice, ormai di tempo ne è trascorso. E non c'è bimbo (ma sono tantissimi anche gli adulti) che non aspetti di trovare sull'albero di Natale, appesa al caminetto o in un luogo preciso della propria casa, la propria calza. Piena di dolci, di un giochino, creata a tema, contenente un libro o qualsiasi cosa si desideri. Immancabile il 6 gennaio, oggi come in passato.

0 Commenti

Come nasce l'usanza di fare l'albero di Natale? Design, moda, decoro, ma anche una lunga storia

19/12/2019

0 Commenti

 
FotoL'albero del Rockefeller Center di New York
La storia dell'albero di Natale: dai rami di ulivo decorati dell'Antica Grecia al simbolo d'eccellenza del Natale nel mondo, l'albero del Rockefeller Center di New York.
Nella versione classica oppure in una veste moderna, in formato mini o altissimo, verde, bianco o colorato, con le lucine già installate, musicale, con il trenino che gira intorno, monotematico oppure ricco di addobbi fantasiosi, prezioso o spartano: di alberi di Natale ce ne sono le varianti più diverse. Sicuramente il gusto personale gioca un ruolo predominante nella creazione del proprio albero, così come le proprie scelte in fatto di design. L'albero di Natale è una delle tradizioni più diffuse al mondo per celebrare la festività per eccellenza, un simbolo pagano che però racchiude in sè non solo estetica, non solo tendenza, non solo apparenza e sfarzo, ma anche una tradizione molto antica. Un'usanza che nasce dal passato più remoto e che si è lentamente diffusa nei Paesi cattolici, per via della sua diffusione maggiore in terra protestante e legata a riti pagani.
L'Antica Grecia
Per essere proprio precisi, la storia del decoro di un "albero" può partire già dall'Antica Grecia (e poi dai Romani), che usavano decorare rami di ulivo o di alloro in occasione di feste religiose. Abbelliti con ghirlande di lana e con frutti invernali, questi rami venivano preparati due volte nel corso dell'anno: in primavera per richiedere un tempo favorevole ai raccolti e in autunno per ringraziare dei doni che la terra aveva offerto. Dedicati alle divinità, venivano portati di casa in casa dai più piccini che intonavano canzoni e ricevevano in cambio doni.
I Celti
L’usanza è poi giunta nell’Europa nord-occidentale, dove venivano decorate piante tipiche del luogo, quasi sempre i sempreverdi, ma è più comune l’idea che furono i Celti a dar vita alla tradizione dell’albero addobbato come lo intendiamo noi. Si trattava di un sempreverde per celebrare il solstizio d’inverno, festeggiato nella data del 25 dicembre.
Il Medioevo
Durante il Medioevo, sempre nel Nord Europa, la notte della vigilia, sui sagrati delle chiese si mettevano in scena i Misteri di Adamo ed Eva: un albero, che con il passare del tempo sarà sempre un abete (per la sua valenza magica di sempreverde), rappresentava l’albero del peccato originale, simbolo della caduta degli uomini. Celebrando la nascita di Gesù, il salvatore dell’intera umanità, quell’albero diventava simbolo di perdono e di riconciliazione. Inizialmente addobbato solo con mele, si arricchì con il passare del tempo di decorazioni sempre più diverse.
La diffusione nei Paesi Anglosassoni
L'usanza dell'albero decorato è rimasta a lungo all'interno dei territori del Nord Europa, giudicata dai Paesi del Cattolicesimo tradizione tipicamente protestante, se non addirittura pagana. Per giungere poi un pò ovunque nel mondo occidentale per emulazione e dalla maggiore graduale globalizzazione di usi e costumi. Dalla Gran Bretagna, la tradizione si diffuse con una certa velocità nei vari Paesi anglosassoni, negli Stati Uniti d'America soprattutto. Oggi, l’albero eretto ogni anno al Rockefeller Center di New York è forse il simbolo mondiale del Natale. Maestoso, luminoso, ricco e abbellito con elementi sempre caratteristici e diversi. L’attrazione più visitata della Grande Mela durante le festività natalizie la cui accensione è un vero e proprio evento. Fin dal 1933: era stato appena inaugurato l’edificio principale del Rockefeller Center,  il 30 Rockefeller Plaza. Ma fu durante la Grande Depressione, due anni prima, che venne piantato dagli operai il primo alberello di Natale proprio il quel luogo, per creare unione e conservare una tradizione dei Paesi europei di origine.

0 Commenti

I test di MyC - Addobbiamoci per Natale: scopri quanto spirito natalizio c'è nel tuo look!

28/11/2019

0 Commenti

 
Foto"Il Grinch" di Ron Howard (2000) con Jim Carrey
Sei più un tipo da "maglioncino natalizio e cerchietto da renna", un tipo da "Natale mi piace, ma meglio addosso agli altri" oppure un tipo da "quando arriva l'estate"? Scoprilo con il nostro simpatico test.

Ti basterà solo qualche minuto per rispondere alle nostre domande e per capire quanta voglia c'è in te di "addobbarti" per le feste natalizie. Fai il test segnando su un foglio le risposte A, B e C. Poi vai in fondo e controlla il tuo profilo.

        1. E' novembre ma le vetrine sono già piene di proposte natalizie. Tu cosa fai/pensi:
A. Entro nei miei negozi preferiti per acquistare qualcosa da mettere nelle feste
B. Do uno sguardo e comincio a pensare a qualche regalo utile 
C. Che ansia! Ma manca ancora un mese!

         2. Quando finisci di decorare l'albero di Natale solitamente cosa fai/pensi?:
A. Addobbo il resto della casa
B. Mi faccio un selfie
C. Ci siamo tolti il pensiero

        3. Quando vedi i primi panettoni al supermercato a novembre, la tua faccia è:
A. Eccitata
B. Curiosa
C. Perplessa
       
        4. Qual è la parola che definisce il Natale per te?

A. Atmosfera
B. Famiglia
C. Vacanze

        5. Puoi scegliere un regalo sotto l'albero da scartare, quale scegli:
A. Scatola grande, carta natalizia e chiudi pacco di Babbo Natale
B. Scatola piccola, carta elegante monocolore e bigliettino di auguri
C. Busta di una marca riconoscibile, qualsiasi sia la grandezza e il bigliettino

       6. Cosa metteresti fuori alla porta di casa per augurare Buon Natale?
A. Una creazione fatta in casa con tanta passione
B. Una ghirlanda di elevato valore artigianale
C. Un simbolico addobbo natalizio degli anni scorsi

       7. Quale accessorio sceglieresti per celebrare il 25 dicembre?
A. Maglione natalizio di lana, rosso o con figura natalizia
B. Cerchietto da renna, come gli altri al tavolo
C. Qualsiasi accessorio mi venga proposto, ma solo per scattare un selfie di gruppo

      8. Quali oggetti di design sceglieresti tra questi per addobbare la tavola di Natale?
A. Un centrotavola fatto a mano da me e segnaposti correlati
B. Albero di Natale formato mini dal design ricercato
C. Un oggetto natalizio regalato da un parente o da un buon amico qualche anno fa

      9. Quando devi scegliere il regalo giusto per la persona del cuore, cosa fai?
A. Continuo a girare e a rigirare negozi e vetrine finché non trovo quello giusto
B. Le chiedo cosa le piacerebbe
C. Cerco idee su internet

      10. Qual è la parte preferita del Natale?
A. Vivere l'atmosfera lasciandomi avvolgere da luci, colori e canzoni
B. Spacchettare i regali
C. Uscire con gli amici e godermi il relax

Se hai più risposte A: MAGLIONCINO NATALIZIO E CERCHIETTO DA RENNA TUTTA LA VITA!
Sei una persona che proprio non riesce a fare a meno di vestirsi a tema per il Natale: oltre al classico addobbo della casa e della tavola, ti piace "addobbare" anche te stesso e magari anche il resto della famiglia. Maglioncini a tema, vestiti o papillon rossi, cappellini da Babbo Natale, orecchie da elfo, cerchietto da renna, insomma, ami alla follia il Natale e non resisti alla tentazione di essere parte attiva della festa! Ti piace cimentarti nella creazione di oggetti a tema natalizio per la casa oppure da proporre come regalo. Il tuo look per il Natale è pieno di gioia e richiama il fanciullino che è in te!

Se hai più risposte B: NATALE MI PIACE, MA MEGLIO ADDOSSO AGLI ALTRI
Ami il Natale, ci mancherebbe, ma diciamo che non preferisci viverlo da protagonista. Guardi con simpatia chi si veste o addobba casa in maniera più festaiola di te, senza però farti avvolgere dal vortice del Natale in modo prepotente. Ti piace preparare l'albero di Natale o il Presepe, esporre qualche simbolo natalizio, ma senza eccedere. Preferisci osservare il Natale degli altri e addosso agli agli altri più che renderlo parte della tua casa e del tuo stile. Il tuo look per il Natale è festaiolo, elegante, ma non a tema: al massimo un accessorio da indossare se ti viene offerto!

Se hai più risposte C: QUANDO ARRIVA L'ESTATE?
Diciamo che non tutti amano alla follia in Natale, e forse tu sei uno di questi. Non preferisci le situazioni caotiche, gli obblighi e le situazioni formali che la Festa per eccellenza porta con sè. E quindi scegli di vivere questi momenti con un trasporto comunque sempre controllato. Le cose positive di tutta la situazione sono soprattutto godersi qualche giorno di vacanza, un'uscita in più e ricavare qualche regalo che ti possa piacere. Per il resto il pensiero è rivolto alla stagione estiva, al countdown che porta al caldo e al sole. Il tuo look per il Natale è quello quotidiano, anche elegante, ma senza riferimenti alla festa. Unica eccezione: un selfie di gruppo con filtro a tema Natale!

0 Commenti

La moda che non ha età: Joan Collins protagonista della campagna natalizia di Valentino e altre muse over 70

21/11/2019

0 Commenti

 
Foto
A 86 anni l'attrice statunitense Joan Collins è il volto della campagna natalizia della maison Valentino. Ma come lei Iris Apfel, Benedetta Barzini, Twiggy, e tante altre donne over 70 continuano a ispirare la moda.
La tendenza in fatto di moda è attualmente quella di lavorare molto sull'inclusione. Troviamo non a caso donne con fisici molto diversi su passerelle e riviste patinate, dalle taglie curvy a un'età non più giovanissima, e voglia di mostrare con orgoglio imperfezioni fisiche, capelli lasciati al loro colore naturale, limitazioni che diventano punti di forza e differenze che rendono uniche. Nonostante sia doveroso sottolineare che non siamo ancora pienamente pronti ad "accettare" qualcosa che va oltre il solito sterotipo, è allo stesso tempo importante evidenziale le iniziative che si muovono nella direzione dell'inclusione. Qui approfondiamo il tema dell'"Age Diversity" nel mondo del fashion, ovvero di come l'età delle modelle e delle testimonial di moda sia diventata più fluida, fino ad arrivare a volti anche ultra novantenni.
Avevamo già dedicato un articolo alla mitica Iris Apfel, che all'età di 97 anni è ancora modella, creatrice di tendenze ed è divenuta anche una bambola Barbie di grande appeal per collezionisti e non.
Ultima in ordine temporale, che sta facendo parlare di sè, è Joan Collins, volto e testimonial d'eccezione del marchio Valentino. Con un abito lungo in pizzo rosso, tiara in testa a collier di diamanti, stile che ricorda molto i look sofisticati della star di "Dynasty", Joan Collins è la protagonista della campagna natalizia. Diretto da Barbara Anastacio e ambientato in una lussuosa villa londinese, il cortometraggio è diviso in tre capitoli e segue la storia di un gruppo di amici riuniti in una serata di festa non molto entusiasmante. Sarà proprio Joan Collins a movimentare l'atmosfera con musica, balli e tanti regali firmati Valentino. L'attrice, che lo scorso maggio ha compiuto 86 anni, diviene quindi un'elegante maestra di feste e una "Mamma Natale" che riesce a portare magia e buonumore a giovani un pò ingrigiti nell'animo.
Ricordiamo poi anche la sempre bellissima Benedetta Barzini, classe 1943, tra le prime top model italiane a spopolare in tutto il mondo. Con sguardo sereno rilascia dichiarazioni "Preferisco la vecchiaia", mostrando orgogliosa le sue rughe anche nel mondo super patinato di campagne e riviste di moda. Basta guardarla negli scatti di Gucci, fiera ed elegante con i suoi capelli grigi e una bellezza che mostra il trascorrere del tempo come Natura vuole.
C'è poi anche una 74enne incantevole che solo un paio di mesi fa aveva prestato il volto per l'Oréal Paris, alla Paris Fashion Week, l'attrice inglese Helen Mirren. Luminosa e spumeggiante con la sua chioma bianca al vento e un viso percorso da rughe che nulla tolgono al suo fascino.
Sulle ultime passerelle abbiamo visto sfilare anche tanti altri illustri esempi di donne non più giovanissime, come la neo settantenne Twiggy, avvolta dal suo fascino etereo e immortale. Ma non sono mancati anche volti sconosciuti a calcare i palcoscenici di moda, persone "normali" con "qualche anno in più" scelti ad esempio da Margherita Missoni per le sue sfilate.
Impossibile non chiudere questa breve rassegna con un'attrice italianissima e bellissima: Sofia Loren, ormai signora di 85 anni, che continua a condurre una vita densa di impegni professionali come testimonial. Ultimamente l'abbiamo vista nelle campagne di Barilla e di MCS Crociere, ma solo tre anni fa è stata la musa ispiratrice degli spot e delle sfilate di Dolce e Gabbana.

0 Commenti

Calendari dell'Avvento Beauty 2019: ecco i 10 più belli per farsi coccolare aspettando il Natale

14/11/2019

0 Commenti

 
Foto
Quali sono i calendari dell'Avvento 2019 più accattivanti? Perfetti come idee regalo, ecco alcune proposte ricercate nel design e nella composizione dei prodotti, per un Natale ancora più dolce.
Il Natale è anche e soprattutto attesa. Sì, perchè quando poi arriva, sopraggiunge anche l'angoscia che quel periodo dell'anno molto atteso e amato stia ormai volgendo al termine. "L'attesa del piacere è essa stessa il piacere", come diceva G. E. Lessing.  E ci troviamo d'accordo con questo concetto. Per questo amiamo molto l'idea di avere ogni anno un calendario dell'Avvento. Quello scrigno, più o meno prezioso non importa, che consente di "scartare" e scoprire giorno dopo giorno, dall'1 al 24 dicembre, un regalino che regala quella piacevole sensazione di sopresa che fa tornare un pò bambini. Ce ne sono di ogni tipologia e per ogni tasca, per fortuna. In molti casi vengono costruiti manualmente e regalati, per chi ha il tempo, la capacità e la creatività per farli. E vengono riempiti secondo i gusti più disparati: dolciumi, piccoli accessori, saponi profumati, bigliettini che contengono pensieri. Insomma, spazio alla fantasia. Oggi invece parliamo dei calendari dell'Avvento a tema beauty, che sono forse anche i più amati dalle donne in particolare perchè condensano 24 piccoli piaceri per la bellezza e la cura disè. E sicuramente il mercato è molto predisposto a rispondere a questa domanda, offrendone una gran quantità in termini di scelta. Dai marchi più lussuosi a quelli più economici.
In edizione limitata, con best seller, mini size e taglie di vendita, sono un oggetto cult che spopola. Il merito principale secondo il nostro parere? Le grafiche accantivanti, natalizie, colorate e sempre molto curate, e il design, che li rende dei veri oggetti di arredamento in molti casi. Bellissimi da tenere esposti su un mobile.

Ecco alcuni dei Calendari dell'Avvento Beauty più belli del 2019

Calendario dell'Avvento L'Erbolario
Prodotti 100% italiani, naturali, di un'azienda che ha fatto del rispetto dell'ambiente, degli animali e della persona che utilizza i suoi prodotti il punto di forza di tanti anni di attività di successo. L'Erbolario propone un calendario dell'Avvento dal design molto minimalista e dalla grafica che richiama colori e soggetti delicatamente invernali. Nessun eccesso, molta eleganza e 24 sorprese che vanno dalle creme corpo, ai bagnoschiuma, al profumo, alla saponetta in fragranze floreali e sempre diverse.
Costa: 49,00 euro

Foto
@lerbolario
Calendario dell'Avvento L'Occitane en Provence
Dalla metà degli anni Settanta tra i maggiori rivenditori internazionali di prodotti per il corpo, il viso, i profumi e la casa. L'azienda francese propone due diverse possibilità di calendario dell'Avvento. Il Classic, che propone tutti i best seller del marchio in mini size, e il Premium, con tutti i prodotti più ricercati e una speciale attenzione allo skin care. A livello di desing, più lineare il primo e legato ad ambientazioni dell'inverno, con chiusura a libro con fiocco, più articolato il secondo, con cassettini che si sfilano e uno stile più natalizio.
Classic costa: 49,00 euro
Premium costa: 99,00 euro

Calendario dell'Avvento Yves Rocher
Sempre dalla Francia il calendario dell'Avvento firmato Yver Rocher. Molto diffuso sul territorio tramite un forte franchising, l'azienda sposa i principi di naturalezza e rispetto per l'ambiente nelle sue produzioni, con linee molto delicate ed essenziali. Lo stesso che si riscontra nel suo calendario dell'Avvento, nei toni del verde, del bianco e del bordeaux. Molto sobrio, si apre a libro e contiene 24 profumate sorprese dell'ampia gamma di prodotti proposti.
Costa: 49,95 euro
Foto
@yvesrocher
Calendario dell'Avvento Douglas
La nota catena di profumerie ha proposto per questo inverno due calendari dell'Avvento, per lei (anche in versione Deluxe) e per lui. Entrambi strutturati come tre scatole che si aprono e si chiudono tramite un nastro, contengono sia mini size di prodotti per la cura del corpo sia piccoli accessori per la beauty routine. Non paiono particolarmente natalizi a livello di grafiche e scelta dei colori, ma conservano lo stile semplice ed efficace che è alla filosofia del marchio.
Costano: 39,95 euro e 24,95 euro.
Calendario dell'Avvento Sephora
Ecco un'altra grande catena di profumerie diffusa a livello nazionale. Sephora propone due modelli di calendario dell'Avvento: il Favorites in edizione limitata, ovvero una selezione del meglio dei brand di cui l'escusiva di vendita tra cui Zoeva, Huda Beauty, Too Faced e Pixi Beauty; e il Frosted Party, ovvero prodotti a marchio Sephora in una confezione deliziosa e divertente, anche per ragazzine.
Favorites costa: 89,90 euro
Frosted Party costa: 39,90 euro
Calendario dell'Avvento MAC
E' a forma di stella il calendario dell'Avvento firmato MAC. Divertente il gioco delle aperture, sparse nella parte centrale e anche lungo le cinque punte, design ricercato per colori molto neutri (nero e dorato). Comprende tutto il necessario per un perfetto make up, dai rossetti a ombretti, cipria, mascara. Insomma, ideale per chi ama make up e skincare del marchio professionale canadese in un'alternanza di full e mini size.
Costa: 149,00 euro
Foto
@mac
Calendario dell'Avvento Kiko
Completamente rosso con stelline scintillanti lo scatolo con apertura a scorrimento laterale proposto da Kiko per celebrare l'Avvento. Il marchio italiano, che vanta numerosi punti vendita lungo tutta la Penisola ed è molto amato per una grande varietà di prodotti a prezzi contenuti, propone i suoi must have in formato mini per vivere con gioia una "Magical Holiday".
Costa: 29,99 euro
Foto
@kiko
Calendario dell'Avvento Kiehl's
Porta la firma della graphic designer finlandese Janine Rewell, il calendario dell'Avvento Kiehl's, molto interessante a livello di ideazione grafica e cromatica. Esso contiene 22 minitaglie di prodotti beauty e due prodotti in formato intero. Acquistandolo, si sostiene anche una buona causa: la Onlus Progetto Heal, per aiutare la ricerca in campo neuro-oncologico pediatrico.
Costa: 79,00 euro
Foto
@kiehl's
Calendario dell'Avvento Lush
L'azienda anglosassone, in piena coerenza con i suoi principi dello zero spreco, della sostenibilità e della naturalezza dei prodotti che offre, propone un calendario dell'Avvento molto esclusivo. Realizzato con materiali riciclati e riutilizzabili, la scatola coloratissima include 3 cassetti con 24 scomparti per profumatissime sorprese. Ogni calendario è un pezzo unico e numerato realizzato a mano nel Regno Unito.
Costa: 250,00 euro

Foto
@lush
Calendario dell'Avvento Lancome
Uno scatolo rigido con apertura a libro che racchiude 24 diverse scatoline, in colori glitterati oro, argento, e poi bianco e fucsia. Ecco il calendario dell'Avvento targato Lancome. Sicuramente prezioso nel contenuto ed elegante nel confezionamento, comprende una selezione tra le tante proposte di profumi, creme e della linea di make up della nota azienda francese.
Costa: 108,00 euro
Foto
@lancome
0 Commenti

Anfibi e Combat Boot: ecco le scarpe dell'autunno inverno 2019-2020. come abbinarli?

7/11/2019

0 Commenti

 
FotoUn paio di Dr Martens neri
Le scarpe della stagione, declinabili per ogni occasione, sono senza dubbio gli anfibi. Ecco come torna di moda una calzatura iconica degli anni Novanta e 5 modi per indossarli.
Ve li ricordate i magnifici Dr Martens che hanno letteralmente spopolato soprattutto nella seconda metà degni anni Novanta? Una scarpa che ha segnato una generazione e che poi ha continuato a vivere nonostante un fisiologico calo nei gusti che inevitabilmente cambiano prendendo nuove direzioni. Ma in generale, quel periodo ha visto un grandissimo utilizzo di anfibi, di qualsiasi marca fossero, ma meglio se neri, classici anfibi o Combat Boot, da portare dal mattino alla sera.
Bene, nonostante non siano mai scomparsi totalmente dai look femminili, questa stagione autunnale-invernale tornano in maniera prepotente. Resistenti, versatili, alla moda, anche glamour se si vuole...gli anfibi hanno molte più potenzialità di quanto si possa immaginare, abbinandosi alla perfezione anche mise più bon ton e romantiche. Da indossare con i collant (e anche in questo caso ce ne sono tantissime varianti) o senza, per le più temerarie.
Hai un paio di anfibi? Ecco quanti modi ci sono per indossarli!
  • Anfibi con jeans e maxi cappotto
Ecco il look più classico e perfetto per il giorno. Anfibi neri o colorati per chi ama osare, jeans (ce ne sono di tantissimi modelli alla moda questo inverno, ma meglio a vita alta), maglioncino monocolore a collo alto aderente da mettere dentro al jeans con la cintura in vita oppure bello largo, e cappotto over size, anche a quadroni. Borsa a mano grande o zainetto, per completare il look.
  • Anfibi con abitino a quadri
Nostalgica dello stile intramontabile di "Friends", "Beverly Hills 90210" and company? Di quell'immagine decisamente "Nineties"? Perchè non provare ad abbinare un paio di anfibi neri con un abitino corto e aderente a quadri. Smanicato, con una camicia bianca da indossare sotto, e una borsa nera taglia mini. Come capospalla, una giacca di ecopelle oppure un cappotto corto. Sono mise perfette per uscite di giorno e per serate casual.
  • Anfibi con gonna in tulle e giacca taglio maschile
Romantica ma senza eccessi. Ecco un mix che unisce alla perfezione animo rock, animo romantico e animo mascolino. Anfibio nero, una gonna in tulle magari di un colore chiaro o dorato, maglia o canotta e sopra una giacca nera dal taglio maschile molto di tendenza in questo periodo. Una piccola tracolla e qualche accessorio nei capelli, al collo o alle orecchie sarebbero il tocco finale perfetto.
  • Anfibio con abito romantico e cappottino
Ecco una buona soluzione per le serate invernali. Di abitini girando per i negozi ce ne sono per ogni gusto, più basici, floreali o con fiocchi e maniche a palloncino. In molti casi in perfetto stile Kate Middleton, bon ton e leggeri. Perfetti se raggiungono almeno il ginocchio, scendendo sul polpaccio, e molto belli abbinati ad anfibi neri, con borsa a tracolla preziosa, cappottino lungo e cappello.
  • Anfibio con giacca in ecopelle e gonna
Un altro abbinamento, per chi ha un animo più rock, è l'anfibio nero con la giacca di ecopelle nera, il classico chiodo molto presente in questa stagione. Ideale con gonna fantasia e dolcevita nero. Anche in questo caso, come borsa andrebbe bene uno zainetto oppure una borsa a mano taglia maxi.

E tu, che abbinamento preferisci per indossare un paio di anfibi?

0 Commenti

Dolcetto o Scherzetto? 5 OGGETTI DI DESIGN A TEMA HALLOWEEN

31/10/2019

0 Commenti

 
Foto
Il mondo della creatività e del design riesce a trasformare ogni piccolo dettaglio in oggetti grandiosi, curiosi, che danno colore e brio alla nostra vita.
In occasione di questo 31 ottobre e della festa di Halloween, scopriamo 5 oggetti di design che ci riportano a questa ricorrenza in passato così dibattuta ma che sembra ormai essere entrata a pieno titolo anche nel nostro calendario delle festività degne di nota.
Eccoli descritti brevemente e scorri fino in fondo per vedere le foto relative!


La Wooden Hand - HAY
Ricorda tantissimo The Thing, ovvero la simpatica quanto inquietante Mano della Famiglia Addams. Realizzata in legno Samak, è uno degli oggetti più iconici dell'azienda danese HAY, nata nel 2002.  La Wooden Hand viene utilizzato molto negli istituti d’arte per studiare le varie posizioni delle mani e le ombre. È infatti dotata di falangi mobili e polso snodabile. In casa può essere utilizzata per puro scopo decorativo o fungere da portapenne, porta gioielli e anelli o qualsiasi altra cosa si possa "tenere in mano".

La Valentine - Sottsass e King per Olivetti

Un oggetto che ha davvero fatto la storia. La Olivetti Valentine è una delle tante macchine da scrivere prodotte da Olivetti, ma la prima a poter essere comodamente trasportata senza necessità di avere una custodia. La particolarità che ha reso questo prodotto famoso in tutto il mondo e che la fa ricordare come una delle più grandi icone del design industriale è che era essa stessa valigetta.
Il progetto del 1968 di Ettore Sottsass e Perry A. King prevedeva infatti che la parte posteriore della macchina fungesse da "chiusura" della valigetta, comprensiva della maniglia, mentre l'unica parte esterna era un guscio-scatola, in ABS (un polimero termoplastico), ben fissato alla macchina grazie a due sicure di gomma laterali capace di proteggerla da qualsiasi colpo. Messa in produzione nel 1969, l'anno successivo si aggiudicò il Premio Compasso d'Oro. Conosciuta in Italia come la rossa portatile, vista dall'alto fa pensare a uno scheletro... 

Il Juicy Salif - Philippe Starck per Alessi​​
A prima vista sembra un grandissimo e spaventoso ragno e invece... è dal 1994 uno degli spremiagrumi più famosi al mondo. Si tratta di Juicy Salif, vero oggetto iconico, simbolo della produzione di Philippe Starck, designer francese tra i più acclamati del momento,  ma anche di Alessi stessa. E pensare che questo spremiagrumi, tanto rivoluzionario nell'aspetto quanto pratico e funzionale, fu disegnato da Starck su una tovaglietta da pizzeria mentre era in vacanza al mare in Italia. Realizzato in fusione di alluminio, compie 25 anni quest'anno. 

Lo Splash - Mustard
La giovane azienda Mustard, basata a Londra con uffici anche a New York, propone sul proprio sito di e-commerce dedicato a simpatici e originali oggetti per il mondo tech, home e lifestyle (justmustard.com), Splash, nella variante poggia mestolo (o porta oggetti) e tagliere (o piano d'appoggio). Splash potrebbe essere una grande macchia di pomodoro o... di sangue!   

La Bird Lamp - Marcantonio per Seletti
La serie di lampade Bird Lamp di Seletti, azienda storica mantovana, dipende da come la guardi. Potrebbe far pensare agli uccelli delle fiabe ma anche a quelli che popolano spesso film di genere horror o thriller, come Il corvo di Alex Proyas o Gli uccelli di Alfred Hitchcock... Disponibili in due colori (bianco e nero) e in tre diverse posizioni, nelle versioni per interno e outdoor, sono realizzati in resina. Il design è di Marcantonio Raimondi Malerba che in un'intervista per Rolling Stone alla domanda "Esiste un animale che non faresti mai? Perché lo odi o magari ne hai la fobia." ha risposto: "Guarda, dopo che fai l’uomo puoi fare qualsiasi cosa." (Se siete curiosi, trovate tutta l'intervista cliccando > QUI.)

Buon Halloween a tutti.

0 Commenti

MODA DONNA AUTUNNO-INVERNO A TUTTO JEANS: E TU, CHE MODELLO PREFERISCI?

24/10/2019

0 Commenti

 
FotoIllustrazioni di jeans dal libro "Ma come ti vesti?" di Carla Gozzi ed Enzo Miccio - Rizzoli
Sicuramente una certezza della stagione fredda sono i jeans. Strappati, a zampa, a vita alta, larghi o dritti: ce n'è per ogni gusto e fisico. Ecco la carrellata di quelli più alla moda in questa stagione.
Il jeans è un capo versatile, giovanile, comodo e che si combina in un'inifinità di modi diversi. L'unica accortezza è la scelta del tipo più consono al proprio fisico, potendo contare su una grande gamma di modelli. A seconda del modello, appunto, e del colore il jeans si presta a occasioni diverse, cambiando completamente il look generale. Il colore del tessuto denim spazia dal blu scurissimo (blue black) fino ad arrivare a nuance di azzurro acquerellato (denim bleached). Ma usatissimi sono anche i jeans neri e quelli bianchi.
Quali sono i modelli più di moda per la stagione autunno-inverno 2019-2020? Scopriamo insieme di cosa si tratta e come si abbinano al meglio.

Jeans a vita alta
Un modello che sta letteralmente spopolando. Da portare con o senza cinturina a seconda di come calzano. Ricordano molto i mitici anni Settanta, le Charlie's Angels solo per citare un esempio: femminili, avvolgenti e sofisticati. Come indossarli? La vita delineata è il loro punto forte, dunque assolutamente da non nascondere ma da esaltare. Quindi via libera a top, maglie, lupetti aderenti o camicie morbide infilate. Al di sopra, come capospalla, perchè non provare un cardigan oversize oppure un cappotto di lana con la cintura in vita. Per quanto riguarda le scarpe, perfette le décolleté o i sandali alti, ma anche le sneakers evergreen. Un loro grande pregio è che allungano visivamente di diversi centimetri la statura e le gambe. Modello skinny, bootcut, a zampa o carrot cut sono tutti belli.

Jeans a zampa
Sempre rimanendo in tema Seventies, ecco il grande ritorno dei jeans a zampa. Chi ne conserva un paio in armadio potrà ridargli finalmente vita, senza avere paura di creare un effetto démodé. In caso contrario non sarà difficile trovarne un bel esemplare in giro per i negozi. Questo modello si porta sia con la scarpa alta sia con quella bassa, ma attenzione che potrebbe rendere un pò tozza l'immagine generale. Come indossare i jeans svasati? Con i maxi cappotti in pelliccia sintetica, un pullover e magari una cintura sottile per sottolineare il punto vita e allungare la figura.

Jeans strappati
Sicuramente ognuno di noi avrà visto portare con disinvoltura un paio di jeans strappati. Alle ginocchia, ad esempio. Tagli netti sulla lunghezza del pantalone, oppure con un orlo molto sfrangiato. E spopola soprattutto tra i personaggi famosi, che hanno diffuso la moda a tutti i livelli. Per chi ama questo capo, però, sarebbe il caso di abbinarlo con altri indumenti e con accessori ragionati e magari un pò più lineari e basici. Con un blazer oversize accompagnato da una cintura impreziosita e un paio di stivaletti con il tacco, ad esempio, sarebbe un abbinamento perfetto. Diciamo che il rischio è creare una figura trasandata. Quindi è importante pensare bene all'effetto finale che si vuole creare.

Jeans ampi
Larghi, molto larghi, meglio se a vita alta, a ricordare la moda anni Novanta. Ecco i jeans che stanno spopolando in autunno. Il look potrebbe ricordare molto quello delle ragazze di Friends, con pull molto ampi, oppure con giacca in ecopelle e mocassini, oppure ballerine e sneakers. Diciamo che spesso sono modelli corti alla caviglia, che si vede rimanendo per lo più scoperta. Si tratta di jeans che non evidenziano le forme femminili, per cui si potrebbe puntare su accessori un pò più evidenti o su un trucco o un'acconciatura più accattivanti.

Jeans dritti alla caviglia
Questo è l'anno delle taglie maxi nell'abbigliamento femminile. Cappotti, piumini, blazer, maglioni, t-shirt: insomma, tutto ciò che veste la parte superiore è preferibile che sia over. A delineare la figura solo le cinture che tornano prepotenti al punto vita. Quindi in questi casi ampio spazio ai jeans dritti alla caviglia, classicissimi e sempre presenti nell'armadio.

Jeans neri
Torna di moda il jeans nero, da sempre in seconda posizione rispetto al classico blue jeans. La cosa interessante è che questo colore è perfetto per situazioni anche più formali, quando si voglia evitare un tailleur troppo classico. I jeans neri sono perfetti alleati durante la stagione autunnale e invernale. Di mattina con maglioncino colorato, scarpa bassa e piumino, la sera con camicia, giacca, scarpa alta e cappotto. Insomma, abbinabile sempre e comunque.

0 Commenti

MALEFICENT 2: COME NASCE IL LOOK DI MALEFICA? QUANDO LA MODA INCONTRA IL CINEMA

17/10/2019

0 Commenti

 
FotoAngelina Jolie nei panni di Malefica
E' il brand inglese Ralph & Russo il creatore dell'abito simbolo indossato sul grande schermo da Angelina Jolie per impersonare la malvagia Disney più amata e ammirata. Ecco come nasce lo stile Malefica.
A cinque anni dal successo di "Maleficent", strepitosa realizzazione Disney che ha consacrato Angelina Jolie nelle vesti perfette di strega Disney affascinante e glamour, da oggi 17 ottobre torna al cinema il sequel del film ispirato al cartone del 1959 "La bella addormentata nel bosco".
In "Maleficent 2: Signora del male", la storia si concentra sul rapporto complesso e profondo tra la dolce Aurora e la perfida Malefica, nel momento in cui la fanciulla viene chiesta in sposa dal principe Filippo. Sempre protagonista, nel bene e nel male, la creatura alata piena di fascino straordinario e di elementi estetici davvero interessanti. Non a caso il look di Malefica è frutto di una lunga lavorazione e risultato di una fase ideativa e creativa complessa. A colpire già a primo sguardo, il makeover pensato dal beauty artist Paul Gooch e gli abiti realizzati da Ellen Mirojnick, per un'immagine totale davvero sorprendente e credibile. La costumista ha voluto interpretare, attraverso gli abiti di scena, tutto il misticismo di un’epoca a cavallo tra Medioevo e Rinascimento nel regno fiabesco di Ulstead.
Dietro l'immagine austera di Malefica c'è però anche la creatività di Ralph & Russo. Il brand di moda inglese ha lavorato insieme alla Disney per realizzare un costume capace di raccontare l'oscurità intrinseca del personaggio, anche grazie alle lavorazioni artigianali caratteristiche dell'Haute Couture. Si tratta di un abito molto rappresentativo del film, quello della svolta, dell’evoluzione interiore del personaggio di Malefica. Il risultato è frutto di una serie di tecniche, tra cui il taglio laser e la pittura a mano. Nel video, qui sotto, viene raccontata tutta la maestria degli artigiani che hanno realizzato questo vestito. Il costume nasce da una combinazione di tecniche che dal rendering digitale passano al taglio al laser, fino all’utilizzo di una particolarissima pittura a mano. L’abito è stato infatti assemblato seguendo una precisa serie di fasi creative, per ottenere un aspetto dark e sensuale, dall’effetto nude.

Di seguito un video dal canale Youtube ufficiale di Ralph & Russo che mostra alcune fasi creative.

Leggi anche:
Maleficent 2 e tutti gli altri film in uscita giovedì 17 ottobre 2019

0 Commenti

TENDENZE MODA DONNA PER L'AUTUNNO: oversize, moda green, borse mini, animalier...E TU, COSA NE PENSI?

10/10/2019

0 Commenti

 
FotoDettaglio da una vetrina di Zara
Parole d'ordine: tagli ampi, giacche da "rocker", collant che catturano lo sguardo, borse formato mini, moda ecosostenibile. Ecco alcuni dei trend più amati per questo autunno 2019.
All'inizio di una nuova stagione, esperti di moda, riviste patinate e portali web di settore inevitabilmente fanno la loro analisi relativa alle nuove tendenze che caratterizzano il periodo. "Must have", "capi immancabili nel guardaroba", "mai-più-senza" e via dicendo spopolano tra i titoli di moda. Abbiamo fatto una sintesi delle tendenze più diffuse e maggiormente caratterizzanti la stagione autunnale. Voi siete d'accordo? Se sì, in quale capo (o filosofia di abbigliamento) vi rispecchiate di più?

Blazer oversize
Preferibilmente a scacchi, è il capospalla più amato e versatile. Stop a tagli attillati che definiscono la silhouette e via libera alle giacche con misure molto abbondanti, perfette da abbinare ai pantaloni. Comodo da utilizzare anche in modalità "trench", stretto in vita con una cintura, abbinato a mini gonna o shorts e t-shirt. Un capo poliedrico con abbottonatura monopetto o rigoroso doppiopetto e proposto in numerose varianti di colori, motivi e ricami.

Cappotti, piumini e cappe (oversize)
Abbiamo capito che la misura dei capispalla, ma non solo, è il formato maxi. L'offerta del mercato della moda è infatti piena di cappotti, cappe ma anche piumini ampi, che non vanno più a sagomare la figura. Tutto XL, morbidissimi e dal fitting oversize: così li hanno mostrati gli stilisti sulle passerelle.

Giacca in ecopelle "rocker"
Rock chic: la giacca biker in pelle corta è l'emblema rock di oggi e di ieri da abbinare a una t-shirt e un pantalone elegante da tailleur. La giacca di pelle (ormai divenuta ecopelle) è tra quelle più fashion della stagione, utilizzabile dalla mattina alla sera a seconda di come la si combina. Si trova nella proposta classica, semplice ed essenziale, ma anche ricoperta di borchie o arricchita di frange.

Abitini leggeri stampe e colori
Le vetrine sono piene di abiti morbidi dallo stile bon ton e nelle stampe più disparate, senza eccessi, ispirati agli outfit della duchessa Kate Middleton. Ideali da abbinare alle décolleté, per la sera e per occasioni formali, ma soprattutto a stivaletti bassi, fino a metà polpaccio. Accessori prettamente monocolore.

Cintura a vita alta
Per contrastare con i tagli oversize, la tendenza è quella di giocare sugli effetti largo-stretto. Si definisce in questo modo solo il punto vita lasciando le misure sovrabbondanti di cardigan o abiti caratterizzati anche da maniche a palloncino.

Mini bag
Le borse formato maxi lasciano il posto alle mini-bag. Ovviamente meno comode e poco pratiche, la concezione della borsa è più quella di un accessorio che impreziosisce il look totale, un gioiellino insomma, che quella di svolgere una funzione contenitiva. Il vantaggio però c'è: portate a tracolla non appesantiscono, né l'outifit né la silhouette.

Collant (meglio se con loghi o lettere)
Grandi protagonisti dell'autunno, i collant. Se ne vedono in tantissime  proposte: con grafiche macro, con pizzi, fiori, pois, animalier. Ma anche in versione "logomania", con loghi e lettere oppure come tela bianca per frasi d’amore. Immancabile l’ispirazione al tema della luce con modelli metallizzati oppure vere e proprie calze gioiello con sfarzosi micro cristalli.

Nuance arcobaleno
La stagione fredda si tinge di colori forti e forti contrasti. Mix and match dal sapore di azzardo, nuance vivacissime e tinte arcobaleno nella sua versione più brillante di sempre. Dai piumini, ai cardigan over, a borse e accessori.

Animalier
Sempre attuale un pezzo "jungle print" nel guardaroba. Dettagli leopardati saranno sempre molto presenti, ma le stampe animalier saranno anche altre, e piuttosto inedite. Spazio a tigrato e zebrato, da saper gestire al meglio per evitare esagerazioni.

Moda ecosostenibile (anche nel settore "bridal")
La sostenibilità diviene la nuova frontiera dell'industria dell'abbigliamento. Sempre più brand abbandonano pelle, pellicce e filati animali per i tessuti sintetici. L'ondata della filosofia "Green" ripensa la moda in chiave ecologica. La sostenibilità contagia anche il "wedding": si sperimentano nuovi matriali all'interno degli atelier di mezzo mondo, sia piccoli artigianali sia grandi aziende internazionali. L'abito da sposa eco-friendly, infatti, è un nuovo protagonista di un settore, quello del “bridal fashion”, che nel 2020 raggiungerà un valore globale di 80 miliardi di dollari, secondo stime di Global Industry Analysts.

0 Commenti
<<Precedente

    ArchiviO

    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019

    Categorie

    Tutto
    Design
    Fiere
    Idee Regalo
    Moda
    Personaggi
    Test Della Personalità

    Feed RSS

​HOME         CHI SIAMO         ​CONTATTI
Copyright MyClaurette 2019 - All Rights Reserved
  • Home
  • MUSICA
  • LIBRI
  • CINEMA-TV
  • MODA-DESIGN
  • VIAGGI-TURISMO
  • CIBO-CUCINA
  • MOSTRE-EVENTI
  • Le interviste di MyC
  • CONTATTACI
    • Chi siamo
    • Contatti