![]() In Campania in provincia di Salerno, precisamente nell'assolato e panoramico Cilento, si trovano le vestigia di due grandi città dell’antichità, Paestum e Velia, testimonianza tangibile non solo della rilevanza culturale dell’area ma anche dell’evoluzione umana dall’epoca preistorica fino al Medioevo. Già dichiarato Riserva della Biosfera dall’UNESCO nel 1997, il Parco Naturale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è stato insignito nel 1998 anche del riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità, insieme alle aree archeologiche di Paestum e di Velia e alla Certosa di Padula. Il grande Parco, che si estende complessivamente su una superficie di circa 200.000 ettari, racchiude numerosi tesori naturalistici, artistici e storici che rendono l’intera area uno dei luoghi più ricchi di siti turistici di tutto il meridione. Dalle bellezze paesaggistiche marine di Castellabate, Centola e Marina di Camerota fino alle rovine delle aree archeologiche di Paestum-Capaccio e Elea-Velia ad Ascea e al fascino medievale della Certosa di Padula, tesori preziosi da scoprire. L’antica Poseidonia (Paestum) fu fondata dai Greci intorno al 650 a.C. lì dove sorgeva un precedente insediamento denominato Phistu. Le mura, il foro romano e i tre templi ellenistici rappresentano gli elementi di maggiore spicco dei suoi scavi archeologici. Questi ultimi sono la dimostrazione di come lo stile dorico abbia trovato in Campania una delle sue maggiori espressioni artistiche. I templi che si possono ammirare sono quello di Hera, noto come “Basilica”, il più antico, che risale al VI secolo a.C., quello di Nettuno (450 a.C.), il maggiore e meglio conservato, e quello di Cerere (510 a.C.), restaurato dai romani e poi adibito a chiesa bizantina. Chi visita Paestum troverà interessante approfondirne la storia e gli aspetti archeologici nel Museo Archeologico Nazionale, che raccoglie testimonianze pittoriche, tra cui la cosiddetta “tomba del tuffatore”, esclusivo esempio di pittura greca di età classica e della Magna Grecia, i cicli metopali che decoravano il Tempio di Hera, e ancora vasi, armi, lastre tombali affrescate e numerosi altri reperti. Altra “polis” della Magna Grecia è Elea-Velia, fondata dai coloni greci nel 540 a.C., divenuta rapidamente uno dei centri più influenti del mondo antico. Tra le motivazioni che rendono la città patrimonio dell’umanità troviamo la Scuola Eleatica, fondata da Senofane di Colofone e che ebbe tra i suoi allievi Parmenide e Zenone. Qui è ancora possibile osservare i resti delle imponenti mura in pietra, tra cui la rilevante Porta Rosa (350 a.C.), il più antico esempio di architettura greca con arco a tutto sesto. Nell’acropoli inoltre si trovano ancora costruzioni civili ellenistiche e le fondamenta di un tempio. Un viaggio nel Cilento storico non può terminare senza averne evidenziato le tracce medievali, rinvenibili in particolare nella maestosa Certosa di San Lorenzo a Padula. La sua costruzione, iniziata nel 1306, si è protratta nei secoli fino alla fine del Settecento, rendendo la struttura complessa e articolata a livello stilistico. Oggi la Certosa ospita al suo interno il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, scrigno di preziose collezioni di reperti provenienti dagli scavi di Padula e di Sala Consilina.
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Siti Unesco in Italia: Su Nuraxi di Barumini, il complesso nuragico più imponente della Sardegna28/2/2020 ![]() Unico Sito Unesco a oggi della Sardegna è quello di Su Nuraxi di Barumini, proprio nel cuore della Sardegna, divenuto tale nel 1997 per l'imponenza del suo complesso architettonico e storico. Si trova nella Sardegna centrale, a egual distanza dalla costa orientale e da quella occidentale, e appartiene alla regione storica della Marmilla, la zona che tende verso Sud e verso Cagliari. Si tratta dell'unico sito sardo proclamato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997, durante il XX secolo una delle scoperte di nuraghi più clamorosa di sempre. Nel comune di Barumini sorge Su Nuraxi, l’esempio meglio conservato di nuraghe, testimonianza tangibile e significativa dell’insediamento umano in epoca preistorica nel bacino del Mediterraneo. La Sardegna è terra di storia, di tradizioni radicate, di mistero legato alle popolazioni primitive che l’abitavano e che hanno lasciato testimonianza tangibile di sé e della loro cultura. È il caso dei nuraghi, simbolo della Sardegna di ieri e di oggi, appunto, e rappresentano la massima espressione architettonica. Si tratta di torri difensive a forma di tronco di cono realizzate sovrapponendo grossi macigni a secco e attrezzati all’interno con piccole stanze. I maggiori interventi espansivi dei nuraghi di Barumini risalgono all’inizio dell’Età del Ferro (X e VIII secolo a.C.), periodo che coincide con le invasioni cartaginesi dell’isola. Nella sua fase più evoluta, il nuraghe si trasforma in un villaggio fortificato, al cui interno trova spazio la residenza del capo tribù, colui che offre la propria protezione al borgo limitrofo. Durante il VII secolo a.C. Su Nuraxi viene devastato dai Cartaginesi ma, nonostante ciò, il suo insediamento è conservato e le abitazioni ricostruite. Il sito, come gli studi archeologici hanno dimostrato, è stato abitato fino al III secolo d.C. e oggi conserva il fascino di un luogo misterioso, che sembra essersi fermato nel tempo, prova tangibile e storicamente importante per ricostruire la cultura delle civiltà primitive presenti in Sardegna. Su Nuraxi: come raggiungere il sito Il sito archeologico è oggi preziosa meta del turismo, luogo ideale per tutti coloro che amano esplorare e desiderano vivere in maniera totale le suggestioni dell’entroterra sardo. Il modo migliore per raggiungerlo è in bus da Cagliari (circa due ore), mentre per chi è automunito è necessario seguire le indicazioni per il paese di Barumini e lì seguire la strada che porta al vicino sito. Località nei dintorni di Su Nuraxi Tra le località/attrazioni da scoprire nei dintorni troviamo i paesini tipici della Sardegna interna come Barumini, Tuili, Las Plassas, Gesturi e Setzu, i musei Casa Zapata, il Castello di Marmilla e Museo MudA, e l'area archeologica nuragica e pre nuragica di Bruncu Madugui. Siti Unesco in Italia: in Friuli-Venezia Giulia, Aquileia con l'Area archeologica e la Basilica21/2/2020 ![]() Fondata nel 181 a.C. come colonia romana, Aquileia ha rappresentato per l’Impero Romano una base stabile per la propria flotta e fu scelta da Marco Aurelio come presidio militare, data la posizione strategica. In provincia di Udine sorge infatti una delle città più floride dell’Impero Romano, capitale della X regione augustea e metropoli della Chiesa cristiana. Questa località divenne un importante snodo commerciale, un crocevia di relazioni economiche e scambi culturali. La città romana è oggi un importantissimo sito archeologico anche per l’eccellente stato di conservazione dei suoi monumenti, tanto da essere inseriti tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO nel 1998. Nell'area archeologica troviamo la Basilica cristiana, che racchiude uno dei più rappresentativi esempi di pavimentazione musiva risalente al IV secolo. Fondata sui resti di una chiesa preesistente, essa rappresenta la più antica dell’Italia settentrionale, voluta dal vescovo Teodoro in seguito all’Editto di Costantino del 313 d.C.. In stile romanico, presenta rimaneggiamenti posteriori in forme gotiche e risaltano in particolare i mosaici che ne compongono i pavimenti interni, dai temi più vari, la cui qualità è paragonabile a quella di Ravenna. Molto bella anche la cripta con il suo complesso di affreschi romanici del XII secolo. Per quanto riguarda l’area archeologica romana, gli scavi hanno portato alla luce una parte del foro e del palazzo di giustizia, il complesso termale, il mercato, due insediamenti residenziali, nell’area interna della città moderna, mentre all’esterno sono tornati alla luce un anfiteatro, una necropoli e un circo. Molto interessante anche il Porto fluviale, visitabile percorrendo un suggestivo viale pedonale alberato denominato “Via Sacra”. Soprattutto per gli appassionati di storia e di antiche civiltà, molto interessante è il Museo Archeologico Nazionale di Villa Cassis, che custodisce reperti di Aquileia e delle immediate vicinanze come epigrafi, lapidi, mosaici pavimentali, ambre, vetri e gemme incise, oppure al Museo Paleocristiano in località Monastero, con le sue raccolte di reperti paleocristiani e altomedievali. Per chi desidera visitare gli immediati dintorni, c'è la confinante Grado, rinomato e caratteristico centro turistico e termale friulano. Siti Unesco in Italia: le Isole Eolie, romantiche e affascinanti, a nord della costa siciliana14/2/2020 ![]() Dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 2000, l'arcipelago delle Isole Eolie (o Lipari), a nord della Sicilia, rappresenta una delle destinazioni turistiche più esclusive del Sud Italia, con paesaggi mozzafiato e un tesoro naturalistico di immenso valore. Di origine vulcanica, le Isole Eolie comprendono ben due vulcani ancora attivi, Stromboli e Vulcano, situati sulle omonime isole. Le altre sono Lipari, Salina, Panarea, Filicudi e Alicudi, e sono raggiungibili tramite traghetti o aliscafi da numerose destinazioni tra cui Napoli, Reggio Calabria, Messina, Palermo, Cefalù. I criteri dell’iscrizione tra i patrimoni mondiali ne mettono in evidenza lo straordinario esempio di un fenomeno vulcanico ancora in corso, un modello storico per studiarne l’evoluzione e arricchirne il campo di analisi. Ma non solo. L’arcipelago rappresenta un insieme di preziosi tesori: insenature, grotte, faraglioni, fondali marini ricchi e vari, spiagge di incomparabile bellezza sono la massima espressione di una natura feconda e ancora incontaminata. Ciò che subito colpisce l’attenzione del turista è la ricca vegetazione tipica della macchia mediterranea, con centinaia di piante differenti alcune delle quali endemiche, accanto a coltivazioni di vigneti e uliveti dovuti alla mano dell’uomo. Anche per quanto riguarda la fauna è possibile ammirare innumerevoli specie tra volatili, mammiferi e rettili specifiche dell’area. A livello storico, invece, si sottolinea la presenza di resti di origine preistorica, a partire dall’età neolitica, a testimonianza degli antichi insediamenti umani presenti sulle isole. La presenza umana sulle isole, infatti, si perde nella notte dei tempi, mentre il nome deriva secondo leggenda dal re dei venti Eolo, che le protesse (il nome Lipari discenderebbe invece dal re Liparo, storico colonizzatore). Tutto l’arcipelago, che fa del turismo la fonte primaria della propria economia, vanta un’ottima ricettività tra hotel, case vacanza, bed & breakfast. Le isole sono una gettonata destinazione di vacanza estiva, ma sono ideali nel periodo primaverile e in quello autunnale per goderle a pieno e con un minor affollamento. Soddisfatto il palato, grazie all'ottima tradizione gastronomica a base di piatti che si rifanno alla cultura culinaria siciliana, ricchi e saporiti, e ampiamente basati sui prodotti freschi della pesca. Siti Unesco in Italia: Portovenere e le Cinque Terre, perle di bellezza lungo la costa ligure7/2/2020 ![]() La costa orientale della Liguria, nella provincia di La Spezia, rappresenta uno scrigno prezioso di bellezze naturalistiche, ispirazione per poeti e artisti di tutto il mondo. Stiamo parlando in particolare delle Cinque Terre, di Portovenere e delle isole Palmaria, Tino e Tinetto che per il loro fascino e per le suggestioni dei caratteristici borghi fanno parte dei Patrimoni dell’Umanità che l’UNESCO protegge fin dal 1997. Quest’area costituisce un sito di eccezionale valore, dove uomo e natura sono riusciti a integrarsi in maniera perfetta. Il paesaggio è un susseguirsi di insenature, pendici montuose a picco sul mare, borghi marinari sviluppatisi direttamente sulle rocce, vigneti che si inerpicano tra suggestivi scorci tra terra e mare. Inutile sottolineare l’importanza della pesca come attività tradizionale della zona che, oltre a un sempre fiorente turismo italiano e internazionale, rappresenta l’economia portante delle Cinque Terre. Con questa denominazione si indicano i cinque borghi che le compongono. Partendo dal versante occidentale troviamo Monterosso al Mare, con il suo abitato che si raccoglie intorno a una piccola insenatura dalla spiaggia sabbiosa. Centro del paese la Chiesa di San Giovanni Battista (1244-1307) in stile gotico ligure. Proseguendo verso est troviamo Vernazza, fondata intorno all’anno 1000, con il suo Castello Belforte situato su un promontorio roccioso e con la bella Chiesa gotica di Santa Margherita d’Antiochia. A seguire l’unico borgo che non si trova direttamente sulla costa ma su un alto terrazzo roccioso, Corniglia, molto suggestivo con i suoi pittoreschi scorci a picco sul mare. Proseguendo ancora ecco Manarola, le cui abitazioni sono caratterizzate da una disposizione lungo uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, da un lato, e lungo il fiume Grappa, dall’altro. All’estremità orientale delle Cinque Terre infine troviamo Riomaggiore, con un tipico borgo medievale, la bella Chiesa di San Giovanni Battista e i resti del castello. Oltre il confine orientale delle Cinque Terre si distende un altro piccolo angolo di paradiso, Portovenere, caratteristico borgo marinaro con porticciolo turistico. Deve le sue origini agli Antichi Romani (Portus Veneris), importante caposaldo militare così come dimostrano le sue fortificazioni. Di fronte alla sua costa trovano spazio nel mare le isole di Palmaria, Tino e Tinetto, incluse tra i Patrimoni dell’Umanità non solo per gli splendori paesaggistici che possono vantare, ma anche perché conservano resti di monasteri risalenti ai primi secoli del Cristianesimo. Siti Unesco in Italia: nella bella Sicilia alla scoperta di Siracusa con la Necropoli di Pantalica31/1/2020 ![]() Siracusa è una città che conserva ancora oggi il fascino che ne racconta le antiche gesta di culla della cultura mediterranea nel corso dei millenni. La città siciliana, affacciata sulla costa sud-orientale dell'isola, custodisce un patrimonio di storia, archeologia, cultura e natura tale da renderla una destinazione di viaggio per il turismo italiano e straniero di grande fama. E rappresenta una tre le più rilevanti poleis dell’Antica Grecia. Dal 2005, infatti, l’UNESCO l’ha insignita del titolo di Patrimonio dell’Umanità insieme alla Necropoli Rupestre di Pantalica. Un viaggio in queste zone non può che iniziare proprio dal centro di Siracusa, il cui territorio si espande tra la terraferma e l’isolotto di Ortigia. Quest’ultima ne rappresenta la parte più antica, abitata fin dall’Età del Bronzo, un piccolo tesoro di natura, cultura e architettura. Tra viuzze pittoresche e panorami costieri, che consentono di vivere a pieno colori, sapori e odori tipicamente mediterranei, ricordiamo alcuni tra i principali monumenti da visitare. A partire dal barocco Duomo situato nell’omonima piazza, che sorge nell’area più elevata dell’isola, fino alla Chiesa di Santa Lucia alla Badia e alla Chiesa dello Spirito Santo. Molto interessanti dal punto di vista stilistico il Palazzo del Vermexio, il Palazzo della Camera di Commercio e il Palazzo Beneventano del Bosco. Qui sorgono anche alcuni templi risalenti al IV secolo a.C., quello di Apollo, il più antico in stile dorico presente in Sicilia, di Artemide in stile ionico e di Atena, incorporato nel Duomo, a ricreare un fascino antico mai dimenticato. Nell’area della terraferma di Siracusa sorge anche il Tempio di Zeus, il secondo per antichità della città. Molto importanti sono anche il Teatro Greco (V secolo a.C.), il più grande della Magna Grecia e della Grecia intera, e il monumentale Anfiteatro Romano (fine I secolo a.C.). Siracusa vanta inoltre una grande quantità di servizi legati al mondo della cultura in generale e un’ottima tradizione gastronomica che rientra a pieno nella celebre dieta mediterranea. E non dimentichiamo che tra i comuni confinanti, e quindi facilmente raggiungibili per escursioni, ci sono località caratteristiche come Avola, Noto e Palazzolo Acreide. Tra i luoghi da visitare nei suoi dintorni la già citata Necropoli di Pantalica, importantissimo luogo del periodo protostorico siciliano. La zona è caratterizzata dalla presenza di canyon e comprende diverse necropoli che conservano migliaia di tombe scavate nella roccia a partire dal XII-XI secolo a.C. e diverse abitazioni bizantine. L’acropoli, che sorge nella parte più alta, conserva ancora l’Anaktoron, la sola costruzione in pietra ancora visibile. ![]() Già dal 1998 il Centro Storico di Urbino è parte del prestigioso elenco dei siti italiani Patrimonio dell'Umanità. Un tesoro storico e artistico immerso nel cuore dell'Italia. Urbino vanta un centro storico Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1998, testimonianza dell’importante eredità architettonica che tra i secoli XV e XVII fiorì nella città marchigiana e tra le massime espressioni del Rinascimento italiano. Esso può fregiarsi del fatto di essere giunto sostanzialmente intatto fino ai giorni nostri, con il suo Palazzo Ducale che ne rappresenta il fulcro. La costruzione di tale maestoso edificio ebbe inizio nel 1455, continuando sotto la direzione dell’architetto Luciano Laurana. Il Palazzo comprende più di duecento sale e conserva buona parte degli elementi che hanno contraddistinto la vita di corte del basso Medioevo e in epoca rinascimentale. Identificano il Palazzo i tipici “torricini”, elementi stilistici che ne adornano la facciata posteriore, e un cortile a quadriportico sul quale si affaccia la Biblioteca del Duca e il monumentale scalone che conduce alle stanze. C'è qui la sede della Galleria Nazionale delle Marche, custode di preziosi dipinti dal Trecento al Seicento tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Tiziano, Paolo Uccello e Piero della Francesca. Ricordiamo, infatti, che Urbino è la città che ha dato i natali a Raffaello Sanzio, e che qui, nell’omonima via, è possibile visitare la casa natale dell’artista. Si tratta di un edificio modesto del XV secolo, oggi sede di un’accademia e di un museo. Nella stanza in cui nacque, si può ammirare una “Madonna con bambino” dipinta in giovane età, oltre ad alcune tele del padre Giovanni Santi. Ma la ricchezza artistica e architettonica di Urbino è frutto soprattutto dall’insieme di tanti edifici che ne forniscono un aspetto molto caratteristico. Troviamo il Duomo, dallo stile neoclassico che contiene alcune tele di Federico Barocci; l’Oratorio di San Giovanni Battista, del XIV secolo, dove ammirare un imponente ciclo di affreschi quattrocenteschi; la vicina Chiesa di San Francesco, trecentesca, ma anche la gotica Chiesa di San Domenico. Ciò che colpisce visitando Urbino è appunto lo scenografico tessuto urbano complessivo, fatto di stradine, sottopassaggi, saliscendi e scalette, sontuosi palazzi rinascimentali ed eleganti piazze. Una città che conserva inalterata la fisionomia che l’ha resa importante ai tempi di Federico da Montefeltro e che si attesta un dinamico centro turistico e culturale dell’Italia centrale. La città, infine, è molto vivace e frequentata in ogni periodo dell’anno anche perché sede della prestigiosa Università “Carlo Bo”, fondata nel 1506 da Guidobaldo, figlio di Federico da Montefeltro. ![]() Nel Lazio, a poca distanza da Roma, sorgono due siti Patrimoni dell'Umanità che rappresentano un valore inestimabile in termini storici e archeologici: le Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia. Siti archeologici di un fascino eccezionale, annualmente visitati da migliaia di turisti italiani e stranieri, le Necropoli Etrusche di Cerveteri e di Tarquinia costituiscono testimonianza storica tangibile dell’antica civiltà etrusca, l’unica urbana antecedente a quella dell’Antica Roma. Per la loro importanza sono state inserite nel 2004 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità da parte dell’UNESCO con la motivazione di rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo e di riprodurre nello schema architettonico una testimonianza unica di questa cultura scomparsa, essendo tra le più antiche ancora presenti sul territorio. Le due necropoli del Lazio settentrionale sono tra i primi esempi di siti sepolcrali presenti in Italia, con affreschi che riproducono fedelmente la vita quotidiana di questa cultura. La vasta Necropoli di Banditaccia di Cerveteri, sviluppatasi a partire dal IX secolo a.C., comprende migliaia di sepolture che partono dalle antichissime del periodo villanoviano databili IX secolo a.C. fino a quelle etrusche del III secolo a.C. L’itinerario dedicato ai turisti prevede una serie di tombe visitabili (la più nota è sicuramente la Tomba dei Rilievi con le sue bellissime decorazioni), molte delle quali conservano ancora bene affreschi, arredi e oggetti appartenuti ai defunti. Alcuni corredi funebri sono conservati nel Museo Nazionale Archeologico di Cerveteri, mentre la maggior parte dei reperti trovati nella necropoli è presente nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e in spazi museali sparsi nel mondo. A Tarquinia si trova invece la Necropoli dei Monterozzi, caratterizzata da una fine pittura sepolcrale. La struttura vide il suo sviluppo a partire dal VII secolo a.C. e custodisce numerose tombe databili tra il VI e il II secolo a.C. Tra le più note la Tomba della Caccia e della Pesca, composta da due ambienti, la Tomba delle Leonesse o la Tomba degli Auguri, tutte magistralmente affrescate con immagini che rappresentano scene di vita e abitudini della civiltà etrusca. Una buona parte dei dipinti è oggi ammirabile nel Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense. Le Necropoli sono siti di raro fascino, mete ideali per appassionati di storia e culture antiche. Da lì in poco tempo è possibile raggiungere destinazioni come Roma, con il suo bellissimo hinterland (tra cui i Patrimoni dell'Umanità le Ville d'Este e Villa Adriana a Tivoli), oppure numerose località della Toscana, come i Siti Unesco di Firenze, di Pienza, la Val d'Orcia e le Ville Medicee. Siti Unesco in Italia: le Dolomiti. I suoi luoghi Patrimonio dell'Umanità da vivere tutto l'anno10/1/2020 ![]() Dalla bellezza mozzafiato, le Dolomiti vantano un eccezionale valore universale dal punto di vista naturalistico e geologico, e sono inseriti nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO fin dal 2009. Sotto la denominazione di Dolomiti sono inclusi nove gruppi montuosi delle Alpi Orientali Italiane presenti nei territori di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine. Paesaggi che combinano alla perfezione realtà e sogno, in un'atmosfera entusiasmante. Così le Dolomiti si presentano agli occhi increduli dei suoi sempre numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte del globo. Le aree delle Dolomiti Le nove aree in cui è suddiviso il maestoso complesso sono quella di Pelmo e Croda da Lago; la Marmolada (anche cima più elevata con i suoi 3.343 metri s.l.m.); Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi e Vette Feltrine; Dolomiti Fiulane e d’Oltre Piave; Dolomiti Settentrionali; Puez-Odle; Sciliar-Catinaccio e Latemar; Bletterbach e infine le Dolomiti di Brenta. Le località più note delle Dolomiti E, tra le numerose località caratteristiche e attraenti, ce ne sono di molto conosciute e tra le più frequentate in assoluto dagli amanti della montagna. Parliamo ad esempio di Cortina d’Ampezzo nella Conca Ampezzana, Selva e Ortisei in Val Gardena, Canazei e Moena in Val di Fassa, San Martino di Castrozza nel Primiero, Corvara e Badia in Val Badia, Madonna di Campiglio in Val Rendena. Si tratta di un territorio da poter vivere durante tutte le stagioni dell’anno: nei periodi freddi per le attrezzate e suggestive stazioni sciistiche, i caldi rifugi e le funzionali strutture ricettive di ogni livello, mentre durante la stagione calda per chi desidera trascorrere soggiorni a stretto contatto con la natura, tra lunghe passeggiate e attività all’aria aperta rinvigorenti. Flora e fauna delle Dolomiti Il patrimonio naturalistico delle Dolomiti è un universo ricco e affascinante. Tantissime specie vegetali e animali nascono e si sviluppano in completa libertà in un ambiente ancora autentico e naturale. Si ricordano in particolare campanule, orchidee, primule, stelle alpine e cardi, e boschi di latifoglie, conifere e faggete man mano che ci si alza di quota; mentre per l’avifauna animali conosciuti come caprioli, scoiattoli, aquile reali e quelli più difficili da avvistare tra cui orsi bruni, camosci, mufloni, marmotte, tassi, ermellini, salamandre. Una grande varietà che dipende molto dalla composizione delle zone in base all’altitudine o all’umidità. Tradizioni e folklore delle Dolomiti Ciò che colpisce sempre i viaggiatori che si recano in una delle tante località turistiche delle Dolomiti è anche un mondo di antiche tradizioni e cultura radicata tutto da scoprire. Basti pensare al crogiuolo di realtà linguistiche che qui si sono fuse, l’antico ladino di origine romana, il friulano anch’esso di idioma neolatino, l’italiano e il tedesco, che con il tempo ha generato ricchezza culturale e predisposizione all’accoglienza. A livello folkloristico, un evento molto sentito è l’annuale appuntamento con il Carnevale, che ogni vallata festeggia in maniera unica in base alla propria tradizione popolare. Tutti i festeggiamenti includono sempre allestimenti curati, maschere in legno intagliate dalle mani di esperti artigiani e costumi antichi di fattura sartoriale. Cucina tipica delle Dolomiti Molto apprezzata, infine, la tradizione culinaria della zona. Chi si reca in queste località può gustare specialità locali come lo speck, la ciuìga di San Lorenzo in Banale, il puzzone di Moena, i casunzièi dell’Alto Cadore, i canederli, la lucanica trentina accompagnati da vini del posto e grappe dal sapore unico. Siti Unesco in Italia: Longobardi in Italia, i luoghi del potere. Quali sono e dove si trovano3/1/2020 ![]() Un breve viaggio attraverso lo Stivale per scoprire quali sono e dove sono ubicati i luoghi del potere longobardo in Italia inseriti nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità Unesco. Forse in pochi saranno a conoscenza del fatto che nell’elenco dei siti italiani dichiarati Patrimoni dell’Umanità da parte dell'Unesco è presente anche uno che evidenzia l’importanza della cultura longobarda in Italia. Ciò espresso tramite l'espressione artistica, architettonica e storica. Sono presenti sotto il nome di “Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 a.C.)” e nel 2011 sono divenuti parte della prestigiosa riconoscenza internazionale. Si tratta di sette siti rappresentativi del potere di questa civiltà sul territorio italiano: il tempietto longobardo a Cividale del Friuli (Ud), il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia (Bs), il castrum di Castelseprio – Torba (Va), il tempietto del Clitunno a Campello (Pg), la basilica di San Salvatore a Spoleto (Pg), la chiesa di Santa Sofia (Bn) e il santuario garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (Fg). Coloro che amano la storia, interessati a ricostruire l’enorme bagaglio culturale che c’è dietro la civiltà longobarda, ma anche semplici curiosi e amanti dei viaggi, troveranno interessante mettere in agenda una visita ai sette siti inseriti nella denominazione di Patrimoni dell’Umanità. Partendo da nord-est troviamo Cividale del Friuli, una bella cittadina che si trova a est di Udine procedendo lungo la SS54, divenuta capitale longobarda della regione. Qui troviamo il Tempietto, ritenuto una delle migliori testimonianze architettoniche longobarde, perfetta unione tra tale stile e modelli classici. Altro luogo di interesse è il Complesso episcopale del patriarca Callisto che includeva la basilica, il battistero di San Giovanni Battista e il palazzo patriarcale, dove sono stati rinvenuti notevoli esempi di sculture dell’epoca. Spostandoci nella città di Brescia, precisamente in via dei Musei, troviamo il Monastero di Santa Giulia con la Basilica di San Salvatore. Quest’ultima fu fondata nel 753 su spinta del re longobardo Desiderio come monastero e rappresenta una delle testimonianze più rilevanti dell’architettura religiosa altomedievale. Rimaneggiata diverse volte, entrò infine nel nuovo complesso conventuale del cinquecentesco Monastero di Santa Giulia. Nel piccolo comune di Castelseprio, a pochi chilometri a sud di Varese, troviamo invece il castrum composto dalla Chiesa di Santa Maria Foris Portas, semplice negli esterni ma ricca di affreschi all’interno, i ruderi della Basilica di San Giovanni Evangelista e il Monastero di Torba, di cui è conservata solo la torre e una chiesetta. In provincia di Perugia, lungo la strada statale che scende da Foligno a Spoleto, si trovano i resti longobardi del comune di Campello sul Clitunno, rintracciabili nella Chiesa di San Salvatore (o Tempietto del Clitunno, per la sua forma a tempietto corinzio). Rilevante l’epigrafia monumentale altomedievale presente. A pochi chilometri a sud ecco la Basilica di San Salvatore a Spoleto, di origine paleocristiana ma rimaneggiata dai Longobardi nell’VIII secolo. Da notare l’eccezionale trabeazione con fregio dorico su colonne doriche nella navata e corinzie nel presbiterio. Due i siti presenti nell’Italia Meridionale: la Chiesa di Santa Sofia a Benevento (città che ospitò il maggiore ducato longobardo della “Langobardia Minor”) venne costruita nel 760 circa per volere di Arechi II a cui fu annesso un monastero oggi sede del Museo del Sannio; e il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, località poco distante da città come San Giovanni Rotondo, Vieste e Manfredonia. Appartenente al Ducato di Benevento, questo luogo divenne a partire dal VII secolo il santuario nazionale dei Longobardi dedicato al culto dell’Arcangelo Michele. Il Santuario ha ispirato i modelli poi adottati in tutta Europa, uno tra tanti il normanno Mont-Saint-Michel, nella costa settentrionale della Francia. Siti Unesco in Italia: Modena con la Cattedrale, la Torre civica e la celebre Piazza Grande20/12/2019 ![]() A partire dal 1997, il complesso costituito dalla Cattedrale, dalla Torre Civica e dalla Piazza Grande di Modena è divenuto Patrimonio dell’Umanità ed è un bene protetto dall’UNESCO. Modena è una città dotata di indiscusso fascino grazie alle sue bellezze architettoniche e storiche conosciute nel mondo. E sicuramente rappresenta una realtà molto vivace anche dal punto di vista culturale. Tra le altre attrazioni presenti sul suo territorio ricordiamo il Museo Casa Enzo Ferrari, il fondatore dell’omonima azienda automobilistica, e il Museo della Figurina, frutto dall’appassionata opera collezionistica di Giuseppe Panini. Eccellente la cucina, con specialità tutte emiliane che vanno dal prelibato aceto balsamico di Modena ai prosciutti, dai tortellini a un buon bicchiere di lambrusco. Ma qui vogliamo focalizzarci sulla Modena Patrimonio dell'Umanità, con i siti del suo centro storico. Essi costituiscono un'importante testimonianza della tradizione culturale del XII secolo, nella quale valori civici e religiosi si incontrano per dar vita a una tipica città cristiana medievale. A poca distanza da Bologna, procedendo verso nord ovest, sorge la città di Modena, la cui storia ruota intorno a tre importanti istituzioni: il vescovado, l’abbazia benedettina di Nonantola e la dinastia dei Canossa. E’ nella celebre Piazza Grande, con i suoi edifici romanici, che si assiste alla perfetta compenetrazione di potere politico e religioso, e rappresenta il cuore del centro storico di Modena. La Basilica è l'edificio più antico, e ospitava le spoglie di San Geminiano; mentre nel 1070 sono stati edificati la residenza del Vescovo e il Capitolo della Cattedrale. Nel 1194, invece, il Palazzo Comunale e una serie di abitazioni adibite ad attività artigianali e commerciali. La piazza, seguendo questo sviluppo, si è mantenuta sostanzialmente intatta fino ai nostri giorni ed è delimitata da un lato dalla fiancata della Cattedrale, dal Palazzo del Vescovo a essa legato, dal vecchio e nuovo Palazzo Comunale uniti in un corpo unico dalla Torre dell’Orologio e da una serie di portici. Edificata dall’architetto Lanfranco nel luogo del sepolcro di San Geminiano, patrono della città, la Cattedrale è stata abbellita anche dalle opere di Wilielmo, tra il 1099 e il 1115 circa. Nella facciata principale sviluppò un imponente programma iconografico, basandosi sui canoni d’eredità romana e sulla cultura paleocristiana e medievale. A fianco del duomo sorge la torre campanaria detta la Ghirlandina, alta 87 metri, che caratterizza in maniera inconfondibile il profilo della città. La sua costruzione è avvenuta in due diversi momenti. I sei ordini inferiori prima, attribuiti a Lanfranco e a Wilielmo, che ricordano il vigore e l’austerità delle strutture romane, il tamburo ottagonale e la cuspide realizzati invece tra il 1261 e il 1319 da Arrigo da Campione. Siti Unesco in Italia: i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia. Ecco quali sono e dove si trovano13/12/2019 ![]() Tra i luoghi dedicati al culto più importanti d'Italia per valore spirituale e artistico c’è il gruppo di Sacri Monti prealpini di Piemonte e Lombardia, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2003. Sorti tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Seicento con la finalità di creare nel territorio europeo dei luoghi di preghiera alternativi rispetto a quelli della Palestina, i Sacri Monti hanno rappresentato uno dei maggiori tentativi di recupero dei valori del Cristianesimo. Quelli dell’Italia nordoccidentale, in particolare, sono stati selezionati come siti di eterno fascino perché testimoni della perfetta integrazione tra architettura e paesaggio naturale. Il gruppo dei Sacri Monti nominati Patrimonio dell’Umanità comprende nove siti, costantemente meta di pellegrinaggi e di visite da parte di fedeli e di semplici turisti. In Piemonte troviamo il Sacro Monte di Varallo (Vc), il più antico del gruppo. Sorge in una riserva naturale e si compone di una Basilica e di quarantacinque cappelle finemente affrescate e arricchite da magnifiche statue in terracotta. L’idea di costruire in questa area della provincia di Vercelli un Sacro Monte risale al 1481, ma è durante il XVI secolo che si ebbe il vero e proprio sviluppo del sito. Nel territorio comunale di Valperga (To), a oltre 700 metri di altitudine, si erge il Sacro Monte di Belmonte, con il suo Santuario e le Cappelle della Via Crucis. Il sito, oltre alla bellezza della natura che lo circonda, conserva preziose tracce storiche. L’area ha fatto rinvenire infatti reperti preistorici risalenti all’età del bronzo e ha portato alla luce resti di una fortificazione longobarda. Nel comune di Biella (a pochi chilometri dal centro città) invece trova spazio il noto Sacro Monte di Oropa, immerso ugualmente in una riserva naturale speciale. Esso è composto da diciannove cappelle fuori le mura del Santuario mariano, fondato secondo la tradizione da Sant’Eusebio vescovo di Vercelli nel IV secolo. Nei pressi di Serralunga di Crea, nella provincia di Alessandria, troviamo invece il Sacro Monte di Crea immerso in un parco naturale di vera suggestione. Il sito sacro si sviluppa lungo la salita che conduce al Santuario mariano, superato il quale, procedendo lungo un sentiero tra gli alberi, si giunge alla Cappella del Paradiso. Degno di nota il profilo artistico degli interni, con interessanti affreschi e sculture. In provincia di Novara, nel comune di Orta San Giulio, sorge invece il Sacro Monte di Orta, il solo tra questi dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi. Realizzato tra il 1590 e il 1788, si sviluppa in venti cappelle che raccontano vita e miracoli del Santo di Assisi. Con la sua incantevole vista sul lago Maggiore e immersa nella riserva di circa 200 ettari di zona boschiva, nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola, trova luogo il Sacro Monte di Ghiffa. Il sito sorge lì dove già si trovava un edificio religioso e venne realizzato nei primi anni del Seicento. Comprende il Santuario, tre cappelle e il porticato della Via Crucis. Nella stessa provincia si trova anche il Sacro Monte di Domodossola, che prende forma in dodici cappelle decorate di affreschi e statue rappresentanti le Stazioni della Croce, tre cappelle dedicate alla deposizione della Croce, al Santo Sepolcro e alla Resurrezione e, sulla sommità del colle, il Santuario della Santa Croce risalente alla metà del XVII secolo. Visitando questo luogo, è possibile entrare anche nella cella nella quale il Beato Antonio Rosmini si ritirava per le proprie preghiere. Appartengono invece al territorio della Lombardia due complessi spirituali. Il Sacro Monte di Ossuccio, situato su un dirupo lungo la sponda del lago di Como, in un luogo quasi onirico e incantato, composto da quattordici cappelle costruite nella seconda metà del XVII secolo, che portano fin al Santuario della Beata Vergine del Soccorso. C'è infine il Sacro Monte di Varese, anch'esso fatto di quattordici cappelle corrispondenti ai misteri del Rosario e dal Santuario di Santa Maria del Monte, importante luogo di culto fin dal Medioevo. ![]() A poca distanza da Roma, meta prediletta anche nel periodo di Natale, troviamo la città di Tivoli: ecco le sue ville Patrimonio Unesco. Immersa nella campagna romana, alle pendici dei Monti Tiburtini, ce la panoramica città di Tivoli, meta ideale per una passeggiata fuori porta a poca distanza da Roma. La città laziale (antica Tibur latina) vanta un'origine molto antica e un patrimonio storico e architettonico di notevole interesse, tanto da vantare due siti inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità decretati dall’UNESCO. Si tratta di Villa Adriana (dichiarata nel 1999) e di Villa d’Este (nel 2001), luoghi da non perdere quando si visita la zona. La prima è stata voluta dall’imperatore Adriano, edificata nella prima metà del II secolo a pochi chilometri dalla vecchia città di Tibur. Sotto la denominazione di “Villa Adriana” si nasconde un complesso molto grande di edifici che copre un’area totale di circa 120 ettari. Tra i palazzi che la compongono si possono ammirare il complesso del Pecile, vasta piazza con colonne di forma quadrangolare ricostruzione della Stoà Pecile dell’Agorà di Atene; il Cànopo, struttura che rievoca un braccio del Nilo che congiungeva le città di Cànopo e Alessandria d’Egitto; il Teatro marittimo, tra le prime costruzioni del complesso, forse a rappresentare una parte privata dell’imperatore; le Terme, divise in due diversi stabilimenti di differenti dimensioni (per cui piccole e grandi terme). La Villa resta un patrimonio storico molto importante, immagine esemplare della capacità degli antichi Romani nell’edificare strutture articolate e comprensive di comfort e soluzioni per ogni necessità. Di altra epoca, ma ugualmente affascinante e meritevole di visita, è Villa d’Este, emblematica espressione del Rinascimento italiano. Voluta dal cardinale Ippolito II d’Este, figlio di Lucrezia Borgia e di Alfonso I, la struttura è stata edificata su un antico sito sede di una villa romana. E’ soprattutto conosciuta per i giochi d’acqua delle sue numerose fontane. Molto suggestivo, soprattutto di notte, il viale delle Cento fontane, scelto come scenografia per numerose pellicole. La villa presenta interni molto ricchi e decorati da un nutrito gruppo di artisti e un giardino incantevole frutto del genio creativo di Pirro Ligorio, che si sviluppa tra pendii e terrazze. Il primo terrazzamento che si incontra scendendo dalla scalinata del doppio Loggiato è il Vialone, delimitato dalla Gran Loggia, un luogo molto panoramico dal quale poter ammirare la florida campagna tiburtina in tutta tranquillità. Oltre questi due maggiori siti storico-artistici, chi si reca a Tivoli può far visita a numerosi altri luoghi di notevole interesse. Il parco Villa Gregoriana, ad esempio, dominato da due templi risalenti al III-II secolo a.C., ricco di scorci panoramici, grotte ed elementi che ne attribuiscono un alto valore ambientale oltre che storico. Il territorio appartenente alla città e i suoi dintorni sono inoltre ricchi di numerose ville romane, templi antichi e chiese che rendono l’intera area un naturale prolungamento dell’eterno fascino della confinante Roma. Siti Unesco in Italia: ville e giardini medicei in Toscana. Ecco quali sono e dove si trovano8/11/2019 ![]() Nel paesaggio collinare toscano, vicino a città come Firenze, Pistoia, Lucca e Pisa, si estendono giardini e ville dei Medici. Dal Giardino di Boboli a Villa i Careggi: ecco i siti Patrimonio dellUmanità. La dicitura "ville e giardini medicei" racchiude un complesso architettonico rurale appartenuto alla famiglia toscana dei Medici tra il XV e il XVII secolo che dal 2013 è divenuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Nella prestigiosa lista sono incluse dodici ville e due giardini del più vasto patrimonio rinascimentale presente sul ricco territorio toscano. Un riconoscimento che ne attesta ancora una volta l’importanza storica e artistica, meta costante di turismo italiano ma soprattutto internazionale. Realizzate in armonia con la natura circostante, tali residenze rappresentano la testimonianza dell’impronta lasciata dai Medici su tutta la cultura europea attraverso il loro diffuso mecenatismo. Per gli amanti dell’arte, quindi, questi luoghi rappresentano destinazioni di indubbio fascino, esempi perfetti dell’architettura rinascimentale e barocca toscana. L’elenco comprende sia monumenti molto conosciuti sia siti, altrettanto ricchi di fascino, meno noti al grande pubblico. Ecco quali sono. I due giardini nella lista sono il Giardino di Boboli e Pratolino a Vaglia a Firenze. Il primo, che si estende alle spalle di Palazzo Pitti, divenne ben presto il modello di giardino all’italiana maggiormente apprezzato e imitato in molte corti europee. I suoi percorsi lo rendono un immenso museo all’aperto per rivivere lo spirito della vita di corte. Il Giardino di Pratolino invece si trova a pochi chilometri da Firenze ed è uno dei parchi più grandi della regione. Voluto da Francesco I de’ Medici, ne fece un parco delle meraviglie dove ancora oggi è possibile perdersi tra le bellezze dei prati, dei boschi, dei laghetti e dei suoi giochi d’acqua. A Firenze troviamo poi delle preziose ville. La Villa i Careggi, acquistata dalla famiglia nel 1417 e poi ristrutturata da Cosimo il Vecchio, è una delle più antiche appartenute ai Medici; La Petraia, antico fortilizio di origini altomedioevali, tra le più belle e suggestive soprattutto per la sua posizione strategica dalla quale si domina tutta la città; la Villa di Poggio Imperiale, ristrutturata in stile neoclassico oggi ospita una scuola ed è possibile visitarla facendone richiesta; la Villa di Castello, decorata un tempo con “La nascita di Venere” e “La Primavera” di Botticelli, oggi è sede dell’Accademia della Crusca e vanta giardini meravigliosi che sono parte del Polo Museale Fiorentino. Negli immediati dintorni del capoluogo di regione troviamo la Villa di Cerreto Guidi, nell’omonima località, che ospita il Museo storico della caccia e del territorio, mentre a Barberino di Mugello, Villa di Cafaggiolo, e a San Piero a Sieve, Villa del Trebbio, entrambe private. A Fiesole invece sorge Villa Medici, tra quelle conservate meglio ma meno conosciute al grande pubblico, mentre nella provincia di Prato sorge il Poggio a Caiano, commissionato da Lorenzo il Magnifico, tra le ville medicee più famose, anch’esso sede di un museo nazionale, e la Villa di Artimino (a Carmignano), conosciuta anche come “dei cento camini” collocata su un poggio di fronte al borgo medievale di Artimino. Infine in provincia di Pistoia (a Quarrata) si trova Villa La Màgia, dove nel 1536 si svolse uno storico incontro tra il duca Alessandro de’ Medici e l'imperatore Carlo V, e in provincia di Lucca (a Seravezza) il Palazzo di Seravezza, oggi sede museale e per ospitare eventi culturali. Siti Unesco in Italia: nel centro storico di Genova, tra le Strade Nuove e i Palazzi dei Rolli1/11/2019 ![]() Nel 2006 l'UNESCO ha dichiarato l'area delle cosiddette "strade nuove e dei palazzi dei Rolli" di Genova Patrimonio dell'Umanità. Scopriamo insieme le bellezze di questo sito. Genova, con la sua storia e le sue bellezze architettoniche, sorge sulla costa ligure, terra piena di fascino e di borghi incantevoli. I visitatori accorrono numerosi ad ammirare la "città della Lanterna" e i suoi dintorni, potendo contare su innumerevoli spunti tra natura lussureggiante, bellezze artistiche e cultura marinara ancora fortemente radicata. Affermata come polo turistico, Genova deve infatti molto al suo mare e al suo porto, tra i più importanti d’Italia, simboleggiato dalla Torre della Lanterna, faro portuale simbolo della città. Crocevia costante di scambi di navi da crociera e imbarcazioni di vario genere tra cui quelle per il trasporto merci, le attività marittime rappresentano oggi come in passato uno degli elementi di maggiore ricchezza economica per l’intera area. Ma Genova non è solo mare. E' conosciuta e apprezzata per le bellezze del suo centro storico che non a caso, nell’area delle cosiddette Strade Nuove e dei Palazzi dei Rolli, è stato dichiarato nel 2006 Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO. La zona cittadina interessata dalla denominazione è inclusa tra via Garibaldi, via Balbi e via Cairoli con i loro palazzi signorili denominati “dei Rolli”. Questo appellativo si deve alla parola “rotoli”, che erano le liste degli alloggiamenti pubblici genovesi che nel corso del Cinquecento indicavano le dimore nobiliari più esclusive tra cui si sorteggiava per fornire ospitalità ai personaggi di spicco in visita nella città. Luoghi che rappresentano dei veri e propri scrigni preziosi, custodi di un imponente valore storico e artistico. Ai “rolli” genovesi appartengono ben 114 palazzi. 42 di essi sono presenti nell'elenco dei Patrimoni dell’Umanità. Quasi tutti sorgono lungo via Garibaldi (Palazzo Pallavicini-Cambiaso, Palazzo Doria-Tursi, Palazzo Bianco, Palazzo Rosso, Palazzo Cattaneo-Adorno) e via Balbi (tra cui ricordiamo su tutti il seicentesco Palazzo Reale, uno degli edifici storici di maggiore prestigio della città, oggi sede museale con annessi giardino e pinacoteca). Nella quasi totalità dei casi, si tratta di strutture originarie quasi totalmente intatte rispetto al passato, definendo in maniera marcata l’assetto urbano del centro storico. I palazzi sono in molti casi visitabili in quanto sedi di istituzioni pubbliche o di musei. La cinquecentesca via Garibaldi, in particolare, è la manifestazione più evidente dell’eleganza e della raffinatezza dell’architettura rinascimentale ligure, ma tutta la città regala al turista scorci pittoreschi e bellezze di indiscusso fascino. Come i caratteristici “caruggi”, che in ligure indicano i vicoli stretti e gli angusti portici caratterizzanti l’aspetto generale di città e piccoli borghi marinari della regione. Tra gli altri luoghi simbolo di Genova, impossibile non annoverare la gotica Cattedrale di San Lorenzo, il duecentesco Palazzo Ducale, distrutto e ricostruito nel 1700 oggi sede museale, l’antico borgo marinaro di Boccadasse, attrazione turistica per respirare un’atmosfera di tempi lontani tra “creuze” e casette colorate affacciate sul mare, e l’Acquario, destinazione molto amata soprattutto dai più piccoli, situato a Ponte Spinola nel cinquecentesco Porto Antico della città. Liguria da scoprire Genova, che nasce proprio nel cuore della Liguria, in posizione centralissima, rappresenta il punto di partenza ideale per viaggi alla scoperta della regione. Andando verso Levante si raggiungono località prestigiose come Rapallo, Portofino, Chiavari, Sestri Levante, La Spezia con i suggestivi borghi e i paesaggi delle Cinque Terre, procedendo in direzione di Ponente ci si sposta verso città altrettanto suggestive come Varazze, Savona, Alassio, Imperia, Sanremo, Bordighera. Ps. Un ringraziamento speciale da MyClaurette agli amici Vanessa e Giorgio per gli scatti dalla loro meravigliosa città. |