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Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo_Lao Tzu

Siti Unesco in Italia: nella bella Sicilia alla scoperta di Siracusa con la Necropoli di Pantalica

31/1/2020

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FotoIl Duomo di Siracusa
Siracusa è una città che conserva ancora oggi il fascino che ne racconta le antiche gesta di culla della cultura mediterranea nel corso dei millenni. La città siciliana, affacciata sulla costa sud-orientale dell'isola, custodisce un patrimonio di storia, archeologia, cultura e natura tale da renderla una destinazione di viaggio per il turismo italiano e straniero di grande fama. E rappresenta una tre le più rilevanti poleis dell’Antica Grecia. Dal 2005, infatti, l’UNESCO l’ha insignita del titolo di Patrimonio dell’Umanità insieme alla Necropoli Rupestre di Pantalica.
Un viaggio in queste zone non può che iniziare proprio dal centro di Siracusa, il cui territorio si espande tra la terraferma e l’isolotto di Ortigia. Quest’ultima ne rappresenta la parte più antica, abitata fin dall’Età del Bronzo, un piccolo tesoro di natura, cultura e architettura. Tra viuzze pittoresche e panorami costieri, che consentono di vivere a pieno colori, sapori e odori tipicamente mediterranei, ricordiamo alcuni tra i principali monumenti da visitare.
A partire dal barocco Duomo situato nell’omonima piazza, che sorge nell’area più elevata dell’isola, fino alla Chiesa di Santa Lucia alla Badia e alla Chiesa dello Spirito Santo. Molto interessanti dal punto di vista stilistico il Palazzo del Vermexio, il Palazzo della Camera di Commercio e il Palazzo Beneventano del Bosco. Qui sorgono anche alcuni templi risalenti al IV secolo a.C., quello di Apollo, il più antico in stile dorico presente in Sicilia, di Artemide in stile ionico e di Atena, incorporato nel Duomo, a ricreare un fascino antico mai dimenticato. Nell’area della terraferma di Siracusa sorge anche il Tempio di Zeus, il secondo per antichità della città. Molto importanti sono anche il Teatro Greco (V secolo a.C.), il più grande della Magna Grecia e della Grecia intera, e il monumentale Anfiteatro Romano (fine I secolo a.C.).
Siracusa vanta inoltre una grande quantità di servizi legati al mondo della cultura in generale e un’ottima tradizione gastronomica che rientra a pieno nella celebre dieta mediterranea. E non dimentichiamo che tra i comuni confinanti, e quindi facilmente raggiungibili per escursioni, ci sono località caratteristiche come Avola, Noto e Palazzolo Acreide.
Tra i luoghi da visitare nei suoi dintorni la già citata Necropoli di Pantalica, importantissimo luogo del periodo protostorico siciliano. La zona è caratterizzata dalla presenza di canyon e comprende diverse necropoli che conservano migliaia di tombe scavate nella roccia a partire dal XII-XI secolo a.C. e diverse abitazioni bizantine. L’acropoli, che sorge nella parte più alta, conserva ancora l’Anaktoron, la sola costruzione in pietra ancora visibile.

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Siti Unesco in Italia: il Centro Storico di Urbino, tra le massime espressioni del Rinascimento italiano

24/1/2020

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Foto
Già dal 1998 il Centro Storico di Urbino è parte del prestigioso elenco dei siti italiani Patrimonio dell'Umanità. Un tesoro storico e artistico immerso nel cuore dell'Italia.
Urbino vanta un centro storico Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1998, testimonianza dell’importante eredità architettonica che tra i  secoli XV e XVII fiorì nella città marchigiana e tra le massime espressioni del Rinascimento italiano. Esso può fregiarsi del fatto di essere giunto sostanzialmente intatto fino ai giorni nostri, con il suo Palazzo Ducale che ne rappresenta il fulcro.
La costruzione di tale maestoso edificio ebbe inizio nel 1455, continuando sotto la direzione dell’architetto Luciano Laurana. Il Palazzo comprende più di duecento sale e conserva buona parte degli elementi che hanno contraddistinto la vita di corte del basso Medioevo e in epoca rinascimentale. Identificano il Palazzo i tipici “torricini”, elementi stilistici che ne adornano la facciata posteriore, e un cortile a quadriportico sul quale si affaccia la Biblioteca del Duca e il monumentale scalone che conduce alle stanze. C'è qui la sede della Galleria Nazionale delle Marche, custode di preziosi dipinti dal Trecento al Seicento tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Tiziano, Paolo Uccello e Piero della Francesca.
Ricordiamo, infatti, che Urbino è la città che ha dato i natali a Raffaello Sanzio, e che qui, nell’omonima via, è possibile visitare la casa natale dell’artista. Si tratta di un edificio modesto del XV secolo, oggi sede di un’accademia e di un museo. Nella stanza in cui nacque, si può ammirare una “Madonna con bambino” dipinta in giovane età, oltre ad alcune tele del padre Giovanni Santi.
Ma la ricchezza artistica e architettonica di Urbino è frutto soprattutto dall’insieme di tanti edifici che ne forniscono un aspetto molto caratteristico. Troviamo il Duomo, dallo stile neoclassico che contiene alcune tele di Federico Barocci; l’Oratorio di San Giovanni Battista, del XIV secolo, dove ammirare un imponente ciclo di affreschi quattrocenteschi; la vicina Chiesa di San Francesco, trecentesca, ma anche la gotica Chiesa di San Domenico.
Ciò che colpisce visitando Urbino è appunto lo scenografico tessuto urbano complessivo, fatto di stradine, sottopassaggi, saliscendi e scalette, sontuosi palazzi rinascimentali ed eleganti piazze. Una città che conserva inalterata la fisionomia che l’ha resa importante ai tempi di Federico da Montefeltro e che si attesta un dinamico centro turistico e culturale dell’Italia centrale. La città, infine, è molto vivace e frequentata in ogni periodo dell’anno anche perché sede della prestigiosa Università “Carlo Bo”, fondata nel 1506 da Guidobaldo, figlio di Federico da Montefeltro.

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Siti Unesco in Italia: Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia. Tesori archeologici nel cuore dell'Italia

17/1/2020

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FotoTombe etrusche nella Necropoli di Cerveteri
Nel Lazio, a poca distanza da Roma, sorgono due siti Patrimoni dell'Umanità che rappresentano un valore inestimabile in termini storici e archeologici: le Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia.
Siti archeologici di un fascino eccezionale, annualmente visitati da migliaia di turisti italiani e stranieri, le Necropoli Etrusche di Cerveteri e di Tarquinia costituiscono testimonianza storica tangibile dell’antica civiltà etrusca, l’unica urbana antecedente a quella dell’Antica Roma.
Per la loro importanza sono state inserite nel 2004 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità da parte dell’UNESCO con la motivazione di rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo e di riprodurre nello schema architettonico una testimonianza unica di questa cultura scomparsa, essendo tra le più antiche ancora presenti sul territorio.
Le due necropoli del Lazio settentrionale sono tra i primi esempi di siti sepolcrali presenti in Italia, con affreschi che riproducono fedelmente la vita quotidiana di questa cultura.
La vasta Necropoli di Banditaccia di Cerveteri, sviluppatasi a partire dal IX secolo a.C., comprende migliaia di sepolture che partono dalle antichissime del periodo villanoviano databili IX secolo a.C. fino a quelle etrusche del III secolo a.C. L’itinerario dedicato ai turisti prevede una serie di tombe visitabili (la più nota è sicuramente la Tomba dei Rilievi con le sue bellissime decorazioni), molte delle quali conservano ancora bene affreschi, arredi e oggetti appartenuti ai defunti. Alcuni corredi funebri sono conservati nel Museo Nazionale Archeologico di Cerveteri, mentre la maggior parte dei reperti trovati nella necropoli è presente nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e in spazi museali sparsi nel mondo.
A Tarquinia si trova invece la Necropoli dei Monterozzi, caratterizzata da una fine pittura sepolcrale. La struttura vide il suo sviluppo a partire dal VII secolo a.C. e custodisce numerose tombe databili tra il VI e il II secolo a.C. Tra le più note la Tomba della Caccia e della Pesca, composta da due ambienti, la Tomba delle Leonesse o la Tomba degli Auguri, tutte magistralmente affrescate con immagini che rappresentano scene di vita e abitudini della civiltà etrusca. Una buona parte dei dipinti è oggi ammirabile nel Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense.
Le Necropoli sono siti di raro fascino, mete ideali per appassionati di storia e culture antiche.
Da lì in poco tempo è possibile raggiungere destinazioni come Roma, con il suo bellissimo hinterland (tra cui i Patrimoni dell'Umanità le Ville d'Este e Villa Adriana a Tivoli), oppure numerose località della Toscana, come i Siti Unesco di Firenze, di Pienza, la Val d'Orcia e le Ville Medicee.

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Siti Unesco in Italia: le Dolomiti. I suoi luoghi Patrimonio dell'Umanità da vivere tutto l'anno

10/1/2020

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Foto
Dalla bellezza mozzafiato, le Dolomiti vantano un eccezionale valore universale dal punto di vista naturalistico e geologico, e sono inseriti nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO fin dal 2009.
Sotto la denominazione di Dolomiti sono inclusi nove gruppi montuosi delle Alpi Orientali Italiane presenti nei territori di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine. Paesaggi che combinano alla perfezione realtà e sogno, in un'atmosfera entusiasmante. Così le Dolomiti si presentano agli occhi increduli dei suoi sempre numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte del globo.

Le aree delle Dolomiti
Le nove aree in cui è suddiviso il maestoso complesso sono quella di Pelmo e Croda da Lago; la Marmolada (anche cima più elevata con i suoi 3.343 metri s.l.m.); Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi e Vette Feltrine; Dolomiti Fiulane e d’Oltre Piave; Dolomiti Settentrionali; Puez-Odle; Sciliar-Catinaccio e Latemar; Bletterbach e infine le Dolomiti di Brenta.

Le località più note delle Dolomiti
E, tra le numerose località caratteristiche e attraenti, ce ne sono di molto conosciute e tra le più frequentate in assoluto dagli amanti della montagna. Parliamo ad esempio di Cortina d’Ampezzo nella Conca Ampezzana, Selva e Ortisei in Val Gardena, Canazei e Moena in Val di Fassa, San Martino di Castrozza nel Primiero, Corvara e Badia in Val Badia, Madonna di Campiglio in Val Rendena.
Si tratta di un territorio da poter vivere durante tutte le stagioni dell’anno: nei periodi freddi per le attrezzate e suggestive stazioni sciistiche, i caldi rifugi e le funzionali strutture ricettive di ogni livello, mentre durante la stagione calda per chi desidera trascorrere soggiorni a stretto contatto con la natura, tra lunghe passeggiate e attività all’aria aperta rinvigorenti.

Flora e fauna delle Dolomiti
Il patrimonio naturalistico delle Dolomiti è un universo ricco e affascinante. Tantissime specie vegetali e animali nascono e si sviluppano in completa libertà in un ambiente ancora autentico e naturale. Si ricordano in particolare campanule, orchidee, primule, stelle alpine e cardi, e boschi di latifoglie, conifere e faggete man mano che ci si alza di quota; mentre per l’avifauna animali conosciuti come caprioli, scoiattoli, aquile reali e quelli più difficili da avvistare tra cui orsi bruni, camosci, mufloni, marmotte, tassi, ermellini, salamandre. Una grande varietà che dipende molto dalla composizione delle zone in base all’altitudine o all’umidità.

Tradizioni e folklore delle Dolomiti
Ciò che colpisce sempre i viaggiatori che si recano in una delle tante località turistiche delle Dolomiti è anche un mondo di antiche tradizioni e cultura radicata tutto da scoprire. Basti pensare al crogiuolo di realtà linguistiche che qui si sono fuse, l’antico ladino di origine romana, il friulano anch’esso di idioma neolatino, l’italiano e il tedesco, che con il tempo ha generato ricchezza culturale e predisposizione all’accoglienza.
A livello folkloristico, un evento molto sentito è l’annuale appuntamento con il Carnevale, che ogni vallata festeggia in maniera unica in base alla propria tradizione popolare. Tutti i festeggiamenti includono sempre allestimenti curati, maschere in legno intagliate dalle mani di esperti artigiani e costumi antichi di fattura sartoriale.

Cucina tipica delle Dolomiti
Molto apprezzata, infine, la tradizione culinaria della zona. Chi si reca in queste località può gustare specialità locali come lo speck, la ciuìga di San Lorenzo in Banale, il puzzone di Moena, i casunzièi dell’Alto Cadore, i canederli, la lucanica trentina accompagnati da vini del posto e grappe dal sapore unico.

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Siti Unesco in Italia: Longobardi in Italia, i luoghi del potere. Quali sono e dove si trovano

3/1/2020

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FotoDettaglio Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (Foggia)
Un breve viaggio attraverso lo Stivale per scoprire quali sono e dove sono ubicati i luoghi del potere longobardo in Italia inseriti nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità Unesco.
Forse in pochi saranno a conoscenza del fatto che nell’elenco dei siti italiani dichiarati Patrimoni dell’Umanità da parte dell'Unesco è presente anche uno che evidenzia l’importanza della cultura longobarda in Italia. Ciò espresso tramite l'espressione artistica, architettonica e storica.
Sono presenti sotto il nome di “Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 a.C.)” e nel 2011 sono divenuti parte della prestigiosa riconoscenza internazionale. Si tratta di sette siti rappresentativi del potere di questa civiltà sul territorio italiano: il tempietto longobardo a Cividale del Friuli (Ud), il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia (Bs), il castrum di Castelseprio – Torba (Va), il tempietto del Clitunno a Campello (Pg), la basilica di San Salvatore a Spoleto (Pg), la chiesa di Santa Sofia (Bn) e il santuario garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (Fg).
Coloro che amano la storia, interessati a ricostruire l’enorme bagaglio culturale che c’è dietro la civiltà longobarda, ma anche semplici curiosi e amanti dei viaggi, troveranno interessante mettere in agenda una visita ai sette siti inseriti nella denominazione di Patrimoni dell’Umanità.
Partendo da nord-est troviamo Cividale del Friuli, una bella cittadina che si trova a est di Udine procedendo lungo la SS54, divenuta capitale longobarda della regione. Qui troviamo il Tempietto, ritenuto una delle migliori testimonianze architettoniche longobarde, perfetta unione tra tale stile e modelli classici. Altro luogo di interesse è il Complesso episcopale del patriarca Callisto che includeva la basilica, il battistero di San Giovanni Battista e il palazzo patriarcale, dove sono stati rinvenuti notevoli esempi di sculture dell’epoca.
Spostandoci nella città di Brescia, precisamente in via dei Musei, troviamo il Monastero di Santa Giulia con la Basilica di San Salvatore. Quest’ultima fu fondata nel 753 su spinta del re longobardo Desiderio come monastero e rappresenta una delle testimonianze più rilevanti dell’architettura religiosa altomedievale. Rimaneggiata diverse volte, entrò infine nel nuovo complesso conventuale del cinquecentesco Monastero di Santa Giulia.
Nel piccolo comune di Castelseprio, a pochi chilometri a sud di Varese, troviamo invece il castrum composto dalla Chiesa di Santa Maria Foris Portas, semplice negli esterni ma ricca di affreschi all’interno, i ruderi della Basilica di San Giovanni Evangelista e il Monastero di Torba, di cui è conservata solo la torre e una chiesetta.
In provincia di Perugia, lungo la strada statale che scende da Foligno a Spoleto, si trovano i resti longobardi del comune di Campello sul Clitunno, rintracciabili nella Chiesa di San Salvatore (o Tempietto del Clitunno, per la sua forma a tempietto corinzio). Rilevante l’epigrafia monumentale altomedievale presente.
A pochi chilometri a sud ecco la Basilica di San Salvatore a Spoleto, di origine paleocristiana ma rimaneggiata dai Longobardi nell’VIII secolo. Da notare l’eccezionale trabeazione con fregio dorico su colonne doriche nella navata e corinzie nel presbiterio.
Due i siti presenti nell’Italia Meridionale: la Chiesa di Santa Sofia a Benevento (città che ospitò il maggiore ducato longobardo della “Langobardia Minor”) venne costruita nel 760 circa per volere di Arechi II a cui fu annesso un monastero oggi sede del Museo del Sannio; e il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, località poco distante da città come San Giovanni Rotondo, Vieste e Manfredonia. Appartenente al Ducato di Benevento, questo luogo divenne a partire dal VII secolo il santuario nazionale dei Longobardi dedicato al culto dell’Arcangelo Michele. Il Santuario ha ispirato i modelli poi adottati in tutta Europa, uno tra tanti il normanno Mont-Saint-Michel, nella costa settentrionale della Francia.

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