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Siti Unesco in Italia: alla scoperta di Palazzo Reale di Caserta, Acquedotto vanvitelliano e San Leucio

21/6/2019

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Tra i siti Unesco della Campania spicca il Palazzo Reale di Caserta che, insieme all’Acquedotto del Vanvitelli e al borgo manifatturiero di San Leucio, è destinazione prediletta dal turismo.
​Un complesso monumentale maestoso, caratterizzato dalla sontuosità degli ambienti interni e da un parco immenso, realizzato in base agli schemi delle migliori regge europee settecentesche: è il Palazzo Reale di Caserta, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO con l’Acquedotto del Vanvitelli e San Leucio. Il progetto della reggia casertana fu voluto da Carlo di Borbone nel 1750, quale simbolo di potere del suo regno che potesse competere per importanza e sfarzo con la francese Reggia di Versailles. Incaricato della realizzazione fu il Maestro Luigi Vanvitelli.
I numeri del Palazzo Reale sono davvero sconvolgenti: 1742 finestre, 1200 stanze, 34 scale interne per cinque piani che si allargano su una superficie di 50.000 metri quadrati. La maestosità degli interni eguaglia quella degli spazi esterni. Il parco, anch’esso frutto del lavoro creativo di Vanvitelli, sebbene terminato e in parte modificato dopo la sua morte, è strutturato con un asse principale lungo tre chilometri e scandito da fontane barocche e gruppi statuari che terminano con la Grande Cascata, fortemente scenografica. Sulla destra si aprono i venticinque ettari di Giardino Inglese, in cui trovano luogo piante esotiche, vegetazione rara, statue e ruscelli. Il suo volume (oltre due milioni di metri cubi) ha decretato la Reggia di Caserta la più grande residenza reale al mondo. Essa rappresenta inoltre un importante polo attrattivo del Sud Italia, meta quotidiana del turismo mondiale.
​
Il sito casertano comprende anche l’Acquedotto e  San Leucio. Il primo, i cui lavori coordinati dal Vanvitelli presero il via nel 1753, fu creato per fornire il giusto apporto idrico alla Reggia e al complesso di San Leucio prelevando le acque dalla fonte del Monte Taburno. Esso è ancora oggi un magnifico esempio di ingegneria idraulica e architettonica.
Nel borgo di San Leucio troviamo infine il complesso tessile per la lavorazione della seta voluto da Ferdinando IV. Era da qui che partivano un tempo per tutto il mondo alcune delle migliori lavorazioni in seta mai realizzate, che conquistarono presto la fama internazionale. Ancora oggi nel Museo della Seta è possibile ammirare i macchinari del Settecento adoperati e, visitando il borgo, apprezzare questo gioiello dell’archeologia industriale.
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